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Messaggio Da Yoite011 Sab Mar 10, 2012 6:30 pm

La storia è ispirata al gioco virtuale RF- Online, così come alcuni luoghi, i personaggi invece sono miei, qualsiasi nome o situazione che dovesse coincidere sarà puramente casuale.
Buona lettura



Chaos.



Io e te, amici, da sempre.
La tua spalla accanto alla mia in ogni combattimento.
Ci separano diversi metri, ti vedo in lontananza.
Corro fiero verso di te e, frammenti di vita passano davanti ai miei occhi d’orati. Corro tra i cadaveri.
“No!” esclamo nel notare un bambino tra di loro, ha una brutta ferita alla testa e il viso ancora umido di pianto.
Mi soffermo un attimo e sfioro la sua guancia, è ancora caldo, Maledizione! Sono arrivato tardi, sarebbe bastato un minuto prima!
Gladios.
Perché?
Riprendo la mia corsa lungo la vasta pianura. È quasi il tramonto.
Non bastavano gli Accretia, i Cora e i mostri che ormai invadono le nostre terre, adesso anche il sangue dei fratelli invade Novus.
Non posso permetterlo!
Corro sempre più veloce e ti urlo con forte rancore : “ Perché?”
Ormai sono quasi giunto da te, amico mio.
In un vorticoso flashback rivedo ciò che siamo stati.



“ Mi chiamo Gladios e tu?”
“Lee.”
“Che hai fatto all’occhio?”
“ Gli Accretia hanno sterminato la mia famiglia, questo me lo ha fatto mio padre,prima di morire, mi ha detto che prima che guarisce io devo passare al livello successivo e di non scordare che devo combattere per Novus e la sua gente.”
“ è davvero un bell’occhio nero…”
“ Grazie! Anche la tua testa fasciata non è malaccio, e la tua famiglia?”

La mia domanda quella volta non trovò risposta, abbassasti il capo e cambiasti argomento, dicesti che un giorno avresti avuto un -Black M.A.U-
In quell’ospedale da campo, io, tu, mia sorella ed altri orfani fondammo la nostra Gilda, I.L.N.
Abbiamo combattuto fianco a fianco per dieci lunghi anni, e tu, adesso tu…
Scivolo, cado a terra, in pochi secondi realizzo che a provocare la caduta è stato del sangue, il cadavere poco distante mi fissa con iridi prive di luce.
La mia mano tocca l’erba, tocca il sangue su di essa, sangue bellato, sangue di un fratello.
Vischioso, denso, di un rosso particolarmente cupo.
Lo squarcio sul petto del cadavere è rivoltante,arriva fino all’addome, avrò visto almeno mille miliardi di ferite come quelle, ma procurate da un fratello mai!
Le costole sono assai visibili, le budella sono fuoriuscite dai lati, il suo viso è sporco di sangue e vomito, accanto alla sua mano, da vero Bellato, ha ancora la sua spada.
Sono quasi giunto da te.
Ma gli ultimi passi li faccio camminando, quasi a volere ritardare lo scontro fra me e te.
Cosa ti è successo?

“ Hai passato la notte con quella ragazza?
“ Sh! Zitto!”
“Avrai fatto schifo! Almeno hai seguito gli insegnamenti del grande maestro Gladios il bello!”
“ Gladios il bugiardo…Non era vera quella cosa!”
“lo so che non è vera…!”
“ Mi hai mentito apposta brutto s*****o, mi hai fatto fare una figuraccia! io ti strozzo!”
Ci rotolammo a lungo sull’erba, facemmo una lunga scazzottata, alla fine, tra risa e pugni giocosi, io ebbi la meglio.
“ Sono contento tu sia diventato così forte Lee”.
“ Già, tu invece sei una schiappa.”
Il silenzio della notte, il fruscio del vento.
Il cielo stellato.
“ Lee, a volte sono stanco.”
“ Di cosa?”
“ Di tutto, a volte vorrei che tutto trovasse la sua fine, vorrei la fine della guerra, la fine delle sofferenze, la fine di tutto insomma. È infantile pensare che i nostri genitori ci guardano dal cielo?”
“ Forse, però è bello!”

Sono davanti a te.
“ Gladios che hai fatto?”
I tuoi occhi sono vacui ed hanno assunto una tonalità simile al sangue mescolato alle ciliegie.
“ Gli angeli sono in cielo…” rispondi, e la tua voce è spruzzata di pazzia, non sembra più la stessa, sogghigni.
Punti la tua lancia verso di me.
“ Smettila!” Ti esorto.
Ma sono costretto a scansare il tuo affondo alla mia gola.
Estraggo la mia spada in un impeto di rabbia.
“Fermati!” Ti sprono nuovamente.
Adesso siamo l’uno dinanzi all’altro, un centimetro ci separa, i nostri respiri si mescolano.
Ci fissiamo come fiere negli occhi.
Mi scagli un colpo talmente potente da sollevare possenti zolle di terra, crei fasci di un verde luminoso intorno a noi.
Mi paro e ricambio il colpo, sollevo la mia arma verso il cielo e colpisco con più fendenti contemporaneamente, ad una velocità che non cattura l’occhio così nell’aria si vedono solo tre scie di luce bianca.
Le hai scansate.
Provo rabbia, dolore e frustrazione, non voglio farti del male, ma, non mi lasci altra scelta.
Il mio pugno raggiunge il tuo stomaco, il tuo la mia guancia.
Non abbiamo il tempo di recuperare fiato, tu scagli contro di me la tua lancia ed io la mia spada mentre nella mia testa urlo un no senza fine né frontiere.
La tua lancia mi colpisce di striscio la tempia sinistra, la mia spada, invece, affonda nel tuo sterno, affonda davvero tanto.
E quando l’ estraggo il tuo sangue schizza su di me, sul mio viso e sulla mia anima.
Guardo il buco che ti ho causato ed è come se mi inghiottisse al suo interno.
Cadi in ginocchio davanti a me.
Getto la mia spada a terra e ti sostengo, tossisci e sputi sangue, i tuoi denti ne sono tutti impregnati.
“ Gladios, che cosa hai fatto?”
Ride debolmente, poi il suo pugno mi colpisce all’occhio.
“ Lee, prima che l’occhio guarisce…”
La sua voce sembra stare tornando normale, ma parla con enorme fatica, gelandomi il cuore.
“…devi passare al livello successivo, e ricordati sempre che Novus dipende da te.”
Queste parole…
Gladios spira tra le mie braccia.
L’occhio mi pulsa dolorosamente, il mio cuore è pesante e mi duole ancor di più, la testa mi scoppia.
Rimango immobile a lungo con Gladios tra le braccia.
Il cielo piano, piano, va diventando sempre più bruno, poi sempre più nero.
Avverto la presenza dei mie compagni, nessuno osa avvicinarsi, comprendono che voglio essere lasciato da solo, così, fedelmente, rimangono vicini a me nel più assoluto silenzio.
Intanto è giunta la notte, la fine di questo giorno, e voglio pensare che dal cielo tu mi guardi…
Non devo piangere.
Non devo piangere.
Non devo piangere.
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