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Oro e argento

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Oro e argento Empty Oro e argento

Messaggio Da Yoite011 Ven Mar 16, 2012 12:52 pm

Attenzione: la seguente storia è riservata ad un pubblico adulto, spero di trattare il difficile argomento in maniera consona e di non violare alcun regolamento, se ciò dovesse avvenire avvertitemi subito, grazie.
Nc 17.


Oro e argento.




Prologo e primo capitolo:

“ Quadro triste.”




Attraversi Venezia con uno stato d’animo impossibile da reggere.
Sei solo da un anno, da quando tua moglie ha fatto i bagagli infilandoci dentro preziosi abiti e tutto il suo essere volubile.
Avresti dovuto picchiarla qualche volta, ma non sei mai stato un uomo così vigliacco, sì, perché a differenza degli altri capi famiglia del Rinascimento sei sempre stato uno che considera da vigliacchi picchiare una giovane donna.
E poi, probabilmente, lei sarebbe tornata a Londra comunque.
Era davvero ribelle Susan, sicuramente una donna in grado di fare tanto, se solo la società glielo permettesse.
Certo, una donna con dei pregi e belle gambe, ma anche con un istinto materno pari a zero, è andata via lasciandoti il vostro unico figlio, Riccardo.
Sorridi, amaramente, ma sorridi, non è mai stata una perfetta nobildonna del rinascimento, e ciò che ti piaceva di lei è stato la causa della fine della vostra unione.
Riccardo è diventato sempre più chiuso ed introverso, non che fosse mai stato un bambino e poi un fanciullo molto loquace, ma ora…ora era come spento…
Ti sei fatto procurare un giovane ragazzo, vuoi dipingere qualcosa di bello, non lo avevi mai fatto prima, ma forse ti serviva un po’ di brivido per riprendere a dipingere.
Comunque, lo vedrai una sola volta, ti basta solo completare la bozza, il quadro lo finirai per conto tuo.
La carrozza si ferma.
“ Siamo arrivati signor Savio.”
“ Si bene, attendetemi qui, tornerò fra circa un’ora.”
Scendi dalla carrozza nera, attraversi la strada stretta, bussi ad una porta in legno grezzo, e, viene ad aprirti un giovane, anzi, il giovane in questione.
“ Marco?” Chiedi.
Lui fa cenno di sì con la testa.
“ Fabrizio Savio.”
“ Accomodatevi.”
“ Si, ma prima di tutto, ecco il vostro denaro.”
Egli ti rivolge uno sguardo amaro.
“ Volete dire i soldi del mio padrone.”
Non rispondi e ti limiti a seguirlo.
Egli ti mostra i pennelli e si siede sul suo pagliericcio.
La tua mano afferra un pennello, sei nervoso, non avresti mai creduto di trovarti in tale situazione.
“ Vi serve il viso o devo spogliarmi?”
La sua voce atona ti scuote, quante volte avrà posto questa domanda? E…quante volte si sarà sentito rispondere:” Devo fare un nudo.”
Lui scrolla le spalle come nulla fosse, ed inizia a spogliarsi.
Getta via, per terra, con pochi gesti la tunica logora e rimane nudo ed indifferente al mio sguardo.
“ Che posa?” Chiede.
“ Stai semidisteso, grazie.”
Guardi la tela candida e poi guardi Marco.
Sembra estraniarsi da te, dall’arte, da tutto, guarda un punto indefinito del pavimento.
Ha un bel fisico, è muscoloso, ma non troppo, è massiccio, ha braccia robuste e gambe forti.
Il suo pene riposa sulla sua coscia.
Il suo volto è già molto virile per un giovane, sarà davvero cresciuto in fretta, troppa, pensi dispiacendoti per lui.
“ Quanti anni avete?”
Lui risponde quasi automaticamente: “ Ne ho compiuti diciotto circa un mese fa.”
Inizi a dipingere il suo viso con grazia e sicurezza.
“ Ed è da molto…?” Il resto lo lasci intendere.
“ Si, da sempre.”
E il sangue ti si gela nelle vene, un po’ per la constatazione, un po’ per il tono piatto usato da Marco.
Ti perdi nei dettagli del suo viso, ha occhi grandi, castani e penetranti, ha il naso dalla linea decisa, e la labbra piene, i capelli del medesimo colore degli occhi ricadono in ciocche mosse sul collo bruno.
“ Sei di Venezia?”
“ No, vengo da un paese della Sicilia.”
Il resto accade in silenzio, ti concentri sulla bozza, fa freddo, non vuoi che stia nudo troppo a lungo.
“ Ecco, ho terminato, potete rivestirvi.”
Lo guardi appena in tempo per accorgerti del suo sguardo sorpreso.
“ Avete finito?” Ti chiede.
“ Si, posso colorarlo a casa.”
“ No, io intendevo…”
La sua voce sembra quella di un uomo fatto.
Ma la tua ancora più profonda lo rassicura.
“ So bene cosa intendete, ma io volevo solo dipingere.”
“ Mi sono comportato male? Vi ho forse offeso in qualche modo?”
Le sue parole potrebbero sembrare remissive, ma si sente con prepotenza quanto il suo timbro sia disgustato da se stesso a doverti dire tali parole.
Si vede che non sarà stato facile per il suo padrone renderlo docile.
“ No, al contrario, sono stato bene, se vi può fare stare più tranquillo riferirò al marchese che vi site comportato …come dire.. egregiamente.” E gli sorridi rassicurante.
Egli ti guarda diffidente, logico, non sarà abituato a fidarsi della gente.
“ Fidatevi di me Marco, ho un ragazzino di dodici anni a casa, e non vorrei mai che gli accadesse qualcosa di spiacevole.”
Raccogli le tue cose e ti dirigi verso la porta.
Marco si riveste rapidamente.
Ti raggiunge, e sulla soglia ti fissa con uno sguardo disperato.
“ So lavare i panni, so sellare i cavalli, ho un minimo di istruzione, e so essere un valido aiuto. Riscattatemi al mio padrone.”
Il suo sguardo disperato ti trafigge l’anima.
“ Davvero, io, mi spiace, non posso.”
E ti senti triste chiudendo quella porta e mettendo la parola fine al suo sguardo caldo e ferito.
Torni a casa, e raggiungi la stanza di Riccardo, egli dorme.
Poi, riprendi la bozza del quadro ed inizi a perfezionarla, la tua mano si muove ritmica sulla tela, e lo sguardo di Marco non ti abbandona mai.
Lo senti bruciare attraverso la tela.
Ti sfreghi le tempie, e lottando a lungo, prendi la tua decisione definitiva.
L’alba è giunta.




Le ore di studio ti annoiano un pò, ma l’arte e la poesia sono tra le tue materie preferite.
Il tuo tutore ti spiega le basi della poesia e resti affascinato dai vecchi racconti di epoche precedenti.
Ti rattrista solo studiare gli autori inglesi, ti ricordano tua madre, colei che ti ha abbandonato come uno straccio vecchio.
Non ricordi una sola carezza da parte sua.
In compenso tuo padre ti è sempre stato molto vicino.
E ti ha insegnato a dipingere.
Tra pochi mesi compirai tredici anni e speri di potere accedere all’accademia per iniziare ad affinare la tua tecnica di pittura.
Finita la lezione ti rechi nella tua stanza.
Sciogli i lunghi capelli lisci e biondi che fino ad un attimo prima erano tenuti in perfetto ordine da una coda bassa, e li fai ricadere sul tuo volto pallido dai grandi occhi azzurri.
Guardi la tua figura allo specchio con malcelato astio, detesti le piccole lentiggini attorno al naso, perché anche loro sono la prova di quanto assomigli a tua madre.
Ti rechi in salotto, ti accomodi sul grande divano in velluto rosso ed inizi a leggere un libro di storia, attenderai così il ritorno di tuo padre. Come di consueto.





Bussi alla sua porta.
Egli apre e ti guarda confuso.
“ Marco.”
“ Signor Fabrizio Savio, a cosa devo la vostra visita?”
“ Nessuna paura, ti ho riscattato al tuo padrone.”
Lo vedi reprime un sorriso e ti senti sussurrare un timido:” Grazie.”
“ Non voglio che tu ti faccia, come dire, strane idee, tu mi affascini molto artisticamente parlando, ma davvero nulla mi eccita più di una femmina, ho deciso di adottarti, sarai mio erede, vedi, ho scoperto di essere molto malato, non so esattamente quanto mi resti da vivere, giorni, mesi magari anche anni, ma il dottore dice che non raggiungerò la vecchiaia.
Questo secolo è ancora tanto simile al medioevo riguardo la medicina, così poche scoperte sono state fatte.
Mia moglie mi ha lasciato con un fanciullo, la nostra casa è grande e silenziosa, e mio figlio, Riccardo è un ragazzo fragile, vorrei ci fosse qualcuno al suo fianco dopo la mia morte, a proposito, egli non lo sa, e gradirei non lo sapesse. Ti ho scelto perché sarai in grado di portare avanti il nome della mia famiglia e sarai in grado di dare protezione a mio figlio.”
Marco ti guarda allibito.
“ Credevo che mi avreste chiesto di servirvi in casa e basta…Perché io? Cosa vi spinge a fidarvi di uno come me…?”
“ Ho dipinto il tuo sguardo, vi ho letto dentro, so di potermi fidare. Un’ultima cosa, Riccardo non sa molto riguardo la vita di strada, ti sarei grato se non gli raccontassi il tuo passato.”
E ti dai mentalmente dell’’idiota, lui sarà stato ancora più giovane di tuo figlio quando…
Ma Marco non sembra averci fatto caso e dice solamente:” Certamente signor Fabrizio.”




Il viaggio in carrozza è stato silenzioso ma confortevole, il palazzo di Fabrizio Savio è ampio e luminoso, non contiene tanti fronzoli, ma di sicuro ha oggetti di un certo pregio, osservi il corridoio lungo e con grandi finestre che danno sul giardino.
“ Ecco il salotto, mio figlio è solito attendermi qui.”
Entrate e il tuo sguardo si posa su quello di un giovane ragazzo.
Non assomiglia alla figura maschile del padre, alto, imponente, con gli occhi verde muschio ed i capelli castani, sembra una fanciulla del nord, ma ti trattieni dal fare tale osservazione.
Rimanete a lungo a fissarvi.
Poi, colui, che deve essere Riccardo, guarda il padre contrariato e con malcelato disgusto gli domanda: “ E questo tizio chi è padre?”
E sai già che non sarà una facile convivenza….
“ è tuo fratello adottivo.”
“ è uno scherzo padre?!”
“ Affatto Riccardo. Lui è Marco.”
Riccardo ti guarda per nulla entusiasmato, poi si scusa formalmente con il padre ed esce dalla stanza ignorandoti.
Ci mancava solo questo moccioso.
Ma sei riconoscente al signor Fabrizio e farai di tutto per rispettare tutti i vostri accordi.
Eh sì, non sarà una facile convivenza…
Ma hai patito di peggio, non sarà un ragazzino a metterti i piedi in testa.
No, non sarà una facile convivenza.








Continua….
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Oro e argento Empty Capitolo 2

Messaggio Da Yoite011 Ven Mar 16, 2012 12:53 pm

“ Scontro fra due cuori muti.”




Sei seduto a capotavola, il lungo tavolo in legno lucido e lavorato è davvero tanto grande per voi tre.
Marco è qui da pochi giorni, si è rivelato un ottimo aiuto finanziario ed un perfetto aiuto in casa, nonostante tu gli dica spesso che non c’è bisogno alcuno.
Mangiate in silenzio, ed osservi Riccardo e Marco, entrambi osservano il loro pasto e poi lo sbocconcellano senza troppa convinzione.
“Dovrò andare a Firenze per un breve periodo, devo curare alcuni affari, Marco affido a te la mia dimora.”
“ Padre! Andate di nuovo via?”
“ Sarà per poco, un mese, due al massimo, sai che devo occuparmi di faccende importanti.”
“ Certo…” Borbotta tuo figlio, ed adori il broncio che mette, così talmente identico a quello di Susan.

Ti sono bastati pochi giorni per prepararti, fai chiamare una carrozza e saluti i tuoi ragazzi, tuo figlio ed il giovane Marco.
I cavalli iniziano a trainare la tua carrozza nera e tu reprimi una tosse convulsa, poi, speri solo che in tua assenza, quei due, non si uccidano …



I giorni passano pigri, tu e Riccardo non vi rivolgete la parola, come al solito, tutto scorre più o meno liscio, finché, non lo vedi lì, dentro la tua scarpa sinistra, piccolo, luccicante ed appuntito.
Un piccolo ago…
“ Piccolo moccioso aristocratico e bastardello!”
Sai già che lo troverai in salotto, a leggere scemenze adagiato sul divano rosso.
Ed infatti eccolo lì.
Ti guarda indolente e sbadiglia apposta.
Dio! Che nervi!
“ Avete idea di cosa ci faccia un ago per rammendare gli abiti dentro le mie calzature?”
“ Affatto.” E riprende la sua lettura.
Snervante!
Per un attimo te ne stai sullo stipite della porta con la scarpa in mano ed il piede sinistro scalzo, i capelli scarmigliati davanti al viso arrabbiato e lo osservi leggere il libro in pelle porpora mentre socchiude i suoi occhi azzurri con noncuranza.
Questo suo atteggiamento è da tempo che non lo reggi.
“ Signorinella!” Lo schernisci. “ Facevo questi scherzi prima che voi nasceste, non riprovateci più.”
“ è una minaccia? E comunque mi chiamo Riccardo.”
“ Si, signorinella.”
Ora, sicuramente lui è infantile, ma tu, Marco, suvvia…
Lo vedi infuriarsi e gettare il libro per terra, naturalmente sai già che vuole colpirti e in tutta onestà non sei mai stato un codardo, è solo una bambino un po’ cresciuto, quindi ti lascerai colpire senza reagire, e poi hai proprio voglia di saggiare la sua forza.
Il suo pugno ti raggiunge al naso.
E tu scoppi a ridere.
“ Tutto qui nobile Riccardo Savio?”
“ Non osate mai più dirmi che assomiglio ad una ragazza.”
Ti spinge con forza ed esce dalla stanza.
Sospiri e ridacchi tra te e te, tocchi il tuo naso e lo riscopri un po’ sanguinante…
Però, e bravo il moccioso.
Anche i giorni successivi a questo trascorrono lenti, tu ti occupi degli affari interni del signor Fabrizio e Riccardo studia o legge, o dipinge, ma si è categoricamente rifiutato di mostrarti i suoi lavori.
Il cielo invernale è già cupo, nonostante siano appena le quattro e mezza del pomeriggio.
Starà quasi ceratemene per piovere.
Accendi il camino nel salone e poco dopo fa il suo ingresso Riccardo, sarà sicuramente venuto a dedicarsi alla lettura.
Ti rivolge uno sguardo astioso e fa per andare via.
“ Riccardo, stavo per ritirarmi nello studio, rimanete pure.”
Ti guarda dubbioso e si passa una mano fra i liscissimi e biondissimi capelli.
Prende uno dei suoi libri e si accomoda sul divano.
In silenzio esci dalla stanza.
Sarà molto difficile che riuscirete a legare.
Le cene, i pranzi e le colazioni trascorrono in silenzio, vi evitate il più possibile.
Ed il silenzio inghiotte casa Savio.




Come diamine si è permesso ti darti della donnicciola? Già odi il fatto di assomigliare a quella sgualdrina, ci manca pure che neanche la pubertà ti conceda tratti più marcati.
Ma poi, da dove diavolo spunta fuori questo Marco? Perché non se ne parla mai….?
Decidi di porgli tale quesito a cena.
Lo osservi versarsi un bicchiere di vino rosso invecchiato.
È raro che chieda ad uno dei vostri domestici di servirlo.
“ Ne voglio un po’ anche io.”
“ Siete troppo giovane.”
“ Non spetta a voi dirlo.”
“ Forse no, ma non ne avrete comunque.” E ti sorride beffardo.
“ Dite, Marco, qual è il vostro cognome?”
I suoi occhi castani ti osservano canzonatori mentre ti da la sua risposta: “ Savio.”
Scatti su dalla sedia.
“ Quello è il cognome di mio nonno, di mio padre ed il mio, non il vostro. Da dove venite, che facevate nella vita?!”
Scuote la testa e beve il suo vino.
Ti avvicini più minaccioso che puoi.
“ Ditemi chi siete!”
“ Marco, un ragazzo a cui piace il vino delle vostre cantine, molto raffinato.”
Con uno scatto fai cadere il bicchiere di cristallo dalle sue mani, che si infrange sul pavimento luccicoso della tua sala da pranzo, ed il liquido scuro sporca un po’ ovunque.
Marco si alza furioso in piedi e ti supera abbondantemente in altezza.
Istintivamente indietreggi, ma mantieni lo sguardo fiero e non abbassi i tuoi occhi azzurri dai suoi castani.
Un po’ ti sei fatto pena, hai compiuto un’azione degna di Susan Derry.
“ Vostro padre avrebbe dovuto usare il bastone su di voi qualche volta!” Sibila irritato.
“ Volete farlo voi?” Lo sfidi.
Osservi il suo sopracciglio destro incurvarsi nervoso verso l’alto.
“ Moccioso viziato.”
“ Chi siete?”
“ Adesso basta!” Esclama, e va via facendo sbattere forte la porta in legno massiccio e facendone tremare i cardini.
Le tue esili spalle sussultano.
Ma non ti arrendi, prima o poi scoprirai chi è…


Il silenzio ha ripreso il suo corso, e voi avete ripreso ad ignorarvi.
È passato un mese, una missiva da parte del signor Fabrizio ha avvisato che tornerà fra due settimane.
Attraversi le varie stanze della dimora dei Savio, e noti un bel ritratto, una nobildonna nella postura, ma uno spirito selvaggio nello sguardo, sono raffigurati in esso.
Il volto e la gracilità del fisico sono estremamente somiglianti a Riccardo.
Il signora Fabrizio ti aveva un po’ raccontato della moglie inglese, ma non pensavi che in casa avresti trovato un suo ritratto.
Adesso capisci perché Riccardo odia che gli si dia della femminuccia.
Non solo per un orgoglio maschile, ma anche perché detesterà il fatto di assomigliarle tanto.
Certo sarà stato triste per lui essere abbandonato, ma di certo tu hai sofferto molto, ma molto, di più.
Stai per ripensare al tuo triste passato quando un rumore di vetri infranti attira la tua attenzione.
Proviene dalla stanza del signor Fabrizio, ed un brutto presentimento ti assale.
Corri in quella direzione ed infatti…

……



Volevi scoprire, volevi sapere, ed ora sai.
Che diamine ci fa un ritratto di Marco, nudo, nella stanza di tuo padre?
No!
Che diavolo significa?!
Ti guardi allo specchio.
Tu non hai nulla di così…così….
Da aspirante artista devi ammetterlo, di così…bello.
Sembra un apollo.
Indugi sulla tua immagine allo specchio e con uno scatto tiri un pugno a te stesso rompendo il vetro in mille pezzi e ferendoti alla mano destra.
Guardi il candore della tua pelle solcata da tanti rivoletti di sangue, sangue scuro, come il vino…e sorridi compiaciuto.
Marco spalanca la porta e guardandosi intorno capisce.
Sagace, come sempre.
“ è solo un quadro, non pensate male…”
“ Certo, non sono così giovane da non capire che vi siete spogliato per mio padre!”
“ Questi discorsi non vi riguardano.”
“ Ora capisco cosa fate in questa casa…!”
“ Vi sbagliate!”




Riccardo è troppo nervoso ed adirato, respira veloce ed i suoi occhi sono arrossati da lacrime malcelate che trattiene disperatamente.
“ Sapete che la sodomia è punibile per legge?!”
“Smettetela, non sapete di cosa state parlando.”
“ Non siete meglio di quella sgualdrina di mia mandre! Siete una sgualdrina anche voi!”
Reprimi tutta la tua rabbia.
Egli in fin dei conti non immagina quello che hai passato, e ti va bene così…
“ Non pensate male di vostro padre, egli è un brav’uomo.”
Lo vedi accasciarsi privo di forze al suolo, poggiando la schiena alla parete, tutta la sua rabbia scemata in un secondo…
“ Anche mio padre sta male senza di lei. Voi…Voi..”
“ No, vi ho già detto di non pensare male, è solo un quadro…avete la mia parola.”
Prendi delle bende e del disinfettante e stranamente Riccardo accetta di farsi curare.
“ Lei non ha mai amato mio padre.”
Gli fasci i tagli e gli dai la tua opinione: “ Di questi tempi chi può dire dove sia finito il vero amore.”
“ è questo che facevate per vivere Marco?”
“ Si, aiutavo i pittori a dipingere.” È una mezza verità…va bene così…
“ Comprendo.” È la sua poco convita risposta.
Finisci di medicarlo, poi raccogli i cocci di vetro.
“ Non voglio dare un dispiacere a mio padre.”
“ Neanche io, cosa ne dite se accidentalmente ho rotto il suo specchio cercando di pulire la sua stanza?”
Ti sorride timidamente e fa cenno di sì con la testa bionda.
“ Ti voleva bene tua madre?”
Ti chiede…e, davvero non sai che rispondergli.

…..
……






Al tuo ritorno a casa trovi tutto stranamente tranquillo.
Riccardo legge nel soggiorno, Marco ti accoglie con un sorriso caldo.
E tu ti guardi intorno stranito, davvero pare non sia accaduto nulla.
Accortosi della tua presenza, Riccardo ti viene incontro sorridendo.
“ Come siete pallido padre.”
“ Faceva freddo a Firenze, non è nulla di grave.” Menti, e subito noti lo sguardo preoccupato di Marco, lo ignori e sorridi a tuo figlio.



È una notte strana questa.
Il natale è alle porte, ha un po’ nevicato, ed il clima è particolarmente rigido.
Le condizioni del signor Fabrizio sono peggiorate, ma egli stoicamente si mostra forte dinnanzi al figlio, ma adesso Riccardo dorme, ed egli è libero di massaggiarsi le tempie e di tossire più forte.
Avete bevuto entrambi parecchio, tanto da stordire i sensi.
Noti quanto il signor Fabrizio sia un bell’uomo, troppo giovane per morire, e senti una fitta al cuore per il tuo benefattore.
Guardi la sua mascella forte, gli occhi verde muschio luccicare sul volto sempre più pallido e noti la bellezza dei suoi lineamenti, è poco più alto di te ed ha un fisico robusto ma più aggraziato del tuo.
Siete seduti sul divano, e irrazionalmente senti l’esigenza di dirgli Grazie.
Di fargli sentire che se Susan non lo ha mai amato, almeno tu gli vuoi bene, magari non lo ami, ma di certo provi un sincero affetto per lui.
Di slancio lo baci ed egli ti guarda con occhi sgranati.
“ No Marco…” Dice.
“ Signore, il tempo stringe, questi tempi non sono poi meno tetri rispetto al secolo passato, abbiamo entrambi sofferto, regaliamoci una notte di pace, so che amate le belle donne a forma di fata, ma permettetemi di farvi scoprire quanto possa essere appagante possedere un altro uomo.”
“ No, io…”
E riprendi a baciarlo sapientemente, ha un buon sapore deciso, ed è abbastanza ubriaco per lasciarti fare.
“ Faccio tutto io.” Gli dici, in fin dei conti è malato, non vuoi di certo stancarlo troppo.
Lo spogli quanto basta, e lo stesso fai con il tuo corpo.
Sei abituato a fare la parte del passivo, anche se a volte, specialmente gli aristocratici, amavano lasciarti il comando.
Lo accogli dentro di te, e prendi a muoverti su e giu.
Egli ansima e tu gli fai da contralto.
Ti muovi piano e ti lasci travolgere dalle sensazioni, non sarà amore, ma neppure solo riconoscenza, gli vuoi bene, tanto.
L’amplesso è triste e malinconico.
Dura a lungo, e ogni affondo è sempre più peccaminoso e colmo di tristezza del precedente.
Non è giusto che uomini come lui debbano morire, mentre uomini come il marchese se la spassano…
Viene nel tuo corpo, e tu vieni sui suoi suntuosi abiti.
Riprendete fiato, poi ti rivesti, lui fa lo stesso.
Il grande candelabro ha consumato anche la sua più alta candela, la luce si fa fioca.
“ è meglio andare a dormire.” Dice il signor Fabrizio frastornato dal vino e dal sesso.
“ Si.” Asserisci.
È meglio.

….
…..
Nei giorni seguenti le sue condizioni di salute peggiorano, e quando ti ritrovi dinnanzi Riccardo in lacrime, capisci di avere verso di lui una grande responsabilità.
“ Non temete Riccardo, resterò io in questa casa.”
“ Io non ve lo ho chiesto.”
Sospiri.
Un servo viene a chiamarti.
Il signor Fabrizio ha chiesto di te.
….
…..
……



Marco ti ascolta con attenzione.
“ Non dite nulla a Riccardo, di quella strana nostra notte insieme.”
“ Certo.”
“ Ho una proposta da farvi, vedete, sapete bene che la mia casata ha perso un po’ del suo prestigio, ecco, potremmo riottenerlo se voi foste disponibile a sposare Anna Sferza. Che ne pensate? Non siete obbligato a farlo.”
“ Per voi qualunque cosa.”
Ed avverti tanto affetto nelle sue parole, sai tuo figlio al sicuro, e la tua casata salva dalla rovina, grazie all’accordo raggiunto a Firenze con gli Sferza.
Tossisci e congedi Marco, hai bisogno di riposo.
Tanto bisogno di riposo….










Continua….








**Il rinascimento va dal quattordicesimo al sedicesimo secolo, a Venezia le **carrozze vennero utilizzate fino al sedicesimo secolo in quanto le strade erano in terra battuta ed i ponti non avevano ancora i gradini.
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Oro e argento Empty Capitolo 3

Messaggio Da Yoite011 Ven Mar 16, 2012 12:53 pm

“ Strapparsi l’anima.”





Un volto gelido, in una mattina di Febbraio, tutto quello che ti resta di tuo padre.
Ha le labbra viola e gli occhi verde muschio sono opachi per via della forte febbre.
Stringi ancora la sua grande mano fra le tue e non puoi impedirti in alcun modo di piangere.
Dietro di te la figura di Marco, il suo volto è stravolto dal dolore e le sue spalle sono incurvate.
Che ne sarà di te adesso?
Davvero puoi fidarti di Marco?
La famiglia di tuo padre non ti aiuterà, lo sai bene, egli ha rinunciato a tutto pur di sposare Susan Derry, a tutto! Eredità compresa, dato che tuo nonno non gli aveva accordato il permesso per lo sposalizio.
Marco sembra sinceramente dispiaciuto, che tuo padre abbia visto giusto riguardo alla sua fedeltà…?
Ti senti morire insieme a tuo padre.
Un pezzo del tuo cuore è morto con lui.
Tiri sù con il naso.
La mano di Marco si avvicina alla tue, le stacca dolcemente da quella di tuo padre e ti sussurra:” Deve essere tumulato, spostiamoci in salotto, più tardi assisteremo al suo funerale.”
Riluttante, e forse un po’ privo di personalità autonoma capace di ragionare, segui silenzioso Marco.

Il funerale è stato straziante, non si è presentato nessuno dei suoi fratelli e sorelle.
Solo i vostri quattro domestici, tu e Marco.
Hai visto qualche lacrima sfuggire al controllo di quest’ultimo.
Tu hai pianto ininterrottamente, tanto che ti bruciano gli occhi e la testa ha preso a dolerti.

A notte fonda non riesci ancora a dormire e stupidamente stai seduto sul divano di velluto rosso, come facevi sempre quando aspettavi il suo ritorno…ma sai che stavolta …non tornerà….
Marco ti raggiunge e si siede accanto a te.
“ Non ho voglia di compagnia…” Gli sussurri.
“ Nemmeno io, ma feci una promessa a vostro padre, ed io sono un uomo d’onore…”
“ Sto bene, lasciatemi solo.”
“ Avete bisogno di riposare.”
“ Non ho sonno.” Rispondi indolente per poi aggiungere: “ Quanto ci metterete a stancarvi di me e ad andarvene con i soldi di mio padre?”
“ Sono già stanco di voi, eppure sono qui, lo ammetto Riccardo, siete un odioso moccioso, ma non mi impedirete in alcun modo di non restare fedele alla promessa fatta al signor Fabrizio.”
Alzi lo sguardo per incontrare il suo.
Ha il volo di un uomo, sembra persino più grande della sua età, le sue ampie spalle trasmettono sicurezza, se solo riusciresti a fidarti un po’ di più…
I suoi occhi castani ed il suo lieve sorriso sono caldi e intensi, dentro i suoi occhi puoi facilmente leggere: fermezza, nobiltà d’animo, forza, tristezza ed una forte dose di buoni principi, che tuo padre abbia visto altrettanto dipingendolo?
Probabile.
Ma quello che ti dice ti trafigge il cuore come se ti avesse pugnalato, e la cosa peggiore è che non sei in grado di comprenderne il perché…
“ Non voglio più tergiversare Riccardo, la vostra casata è in pericolo, vostro padre mi ha chiesto di sposare Anna Sferza, nobildonna di Firenze. Ed io ho accettato. Credo che perdere ancora tempo nel dirvelo non vi avrebbe fatto bene. So quanto detestate gli sconosciuti fra queste mura, ma vi prego di accettare tale convivenza, comprendete?”
No, no che non comprendi!!!
Chi è questa donna?!
Non riesci a crederci, hai perso tuo padre ed ora perderai anche l’affetto di Marco…
Ti sei ascoltato Riccardo?
Hai appena formulato il pensiero che Marco ti vuole bene, e cosa non secondaria, hai un po’ ammesso di essergli affezionato, e diamine no! Non lo vuoi dividere con nessuno!
“ Cosa? Quando?” Farfugli, e ti senti tanto ridicolo.
No, non ti farai vedere fragile e debole.
“ Capisco Marco, bene, era la promessa ad un uomo morente, a può aiutare la mia casata. Comunque, inizio a sentirmi stanco, vado a riposare.”
Mancano solo gli applausi, tutto il contrario di quello che pensi, ottimo, sei un ottimo attore.
Esci dalla stanza e…
No, sei un pessimo attore a giudicare dalla sguardo di Marco che ti guarda triste andare via, ma tu eviti accuratamente di guardarlo, sperando che ti abbia creduto…
Entri nella tua stanza e ti sdrai sul tuo morbidissimo letto che ha ben tre materassi, sospiri e dai libero sfogo ai tuoi pensieri.
-Non voglio che Marco si sposi, non voglio un’altra donna in questa casa, non voglio nessuno, nessuno!-

All’alba i tuoi occhi sono gonfi e le unghie tutte rosicchiate, hai preso la tua decisione.
Indossi il tuo completo di vellutino blu, acconci i tuoi capelli in una morbida coda e prendi con te un caldo mantello nero.
Ordini ai tuoi servitori di prepararti i bagagli.
Poi raggiungi Marco, egli è come di consueto nello studio che fu di tuo padre.
Solleva lo sguardo e rimane un po’ inebetito, nonostante il suo volto tenda a non manifestare le emozioni come il tuo, sai bene che, sempre come avviene per te, di rado riuscite pienamente a trattenervi.
Infatti… “ Che diavolo ci fate con le valige in mano?”
“ Entro all’accademia d’arte.”
“ Sciocchezze, inizia a Settembre.”
“ Quella di Venezia, ma non quella di Ferrara.”
“ Ferrara?!”
“ Esatto, anzi, devo sbrigarmi, il primo semestre è già cominciato. Mi accompagnate per la partenza o vado da solo?”
Lo vedi alzarsi dalla sedia ed aggirare la scrivania in legno massiccio laccato ed avvicinarti a te.
“ Questa vostra bizzarra decisione ha per caso a che veder con le mie nozze?”
Ti senti ribollire il sangue nelle vene, e forse sei anche arrossito, ma non cederai.
“ Affatto, Ferrara ha un’accademia ottima. Inoltre avete promesso a mio padre di garantirmi un futuro, ecco, è quello che voglio.”
“ Sia…” è la sua non convinta risposta.

Giungete in prossimità del canale della piazza, un vecchio gondoliere sorride felice di guadagnare qualche moneta, sali a bordo.
Lanci uno sguardo fugace alla figura di Marco, alto, solido, con la camicia di lino bianca sotto il pesante mantello di montone color miele.
I capelli leggermente mossi, castani, che toccano il viso ambrato e che coprono un po’ il suo collo.
….
……
………





Riccardo sale a bordo della gondola, è una mattina fredda e grigia, il cielo è nuvoloso.
Speri non piova.
Il piccolo ed anziano gondoliere sembra dissolversi, rimanete solo tu, Riccardo, il cielo grigio, e la piccola gondola con i sedili rossi imbottiti.
La gondola comincia a muoversi sull’acqua.
“ Scrivetemi appena giunto a destinazione, intesi?”
“ Si.” Dice piano Riccardo.
“ Non cacciatevi nei guai.”
Ed il cuore ti batte velocissimo, è successo tutto troppo in fretta, la morte del signor Fabrizio, il matrimonio non voluto, e adesso la partenza di Riccardo.
Si sta sgretolando quella che per un momento troppo breve hai visto come la tua prima famiglia.
Riccardo si sforza di apparire sicuro, sta in piedi sulla gondola, ti fissa.
Lo fissi.
Sei preoccupato.
La sua pelle pallida pare brillare.
Mentre si allontana non distingui più tanto bene le piccole lentiggini che gli fanno da contorno al naso piccolo ed elegante.
I suoi occhi azzurri sul volto tondo hanno assunto una tonalità appena più cupa.
Poi ti fa un cenno di saluto con la mano, ricambi appena in tempo, perché egli si volta di scatto dandoti le spalle, il vento fa muovere alcune ciocche di capelli biondi che sono sfuggite dalla sua coda.
E anche in lontananza puoi osservare le sue spalle sussultare, piccole e delicate.
Ne sei certo.
Sta piangendo.
E ti chiedi perché…
….
……








Il matrimonio è stato lungo e noioso.
Sei con la tua appena conosciuta consorte, dentro la vostra camera.
Sembra un elfo uscito da un libro d’avventure.
Ha la pelle diafana, gli occhi blu, e i capelli neri, lucidi, lisci e lunghissimi.
Ti guarda timidamente.
È bella certo, ma non provi nulla di ché per lei.
Ma farai di tutto per non farla sentire un oggetto usato.
Sai bene quanto sia penoso sentirsi in quello stato.
Ed eccoti qui, ad adempiere ai tuoi…doveri coniugali.
Le sorridi rassicurante, e piano inizi a toglierle l’abito da sposa di un bianco candido e ricoperto di merletti.
Anna è educatissima, silenziosa, elegante, sembra ultraterrena.
Si lascia spogliare con fiducia, come probabilmente le avrà raccomandato la sua balia.
È magra, ha un fisico slanciato, il seno è piccolo e delicato.
Arrossisce e lo fa ancora di più non appena ti vede nudo, nella tua gloriosa mascolinità.
Sei eccitato, è una bella donna.
Sai già che non potrai mai amarla, ma la tratterai con riguardo, su questo non ci piove.
L’adagi sul letto, e fai di tutto per farla rilassare. Non deve essere stato facile neppure per lei.
Poi, comprendo la sua bocca con la tua mano destra, entri in lei piano.
Il suo urlo di dolore e di sorpresa muore sulla tua mano.
Le sussurri di scusarti, e poco dopo prendi a possederla dolcemente.
Non è la tua prima volta con una donna, ma è la tua prima volta con una donna vergine.
È stretta e senti il tuo sesso compresso dalle sue pareti vaginali.
Ti ecciti ancora di più, e le vieni dentro.

Rimani sfiancato a riposare su di lei, sei perso completamente nei tuoi pensieri, speri che Riccardo si trovi bene a Ferrara, sei terribilmente in pensiero per lui.
Poi avverti un singhiozzo sfuggire dalle labbra di Anna, e ti pare giusto accarezzarla per calmarla, ella poco alla volta smette di piangere e ti abbraccia dandoti un bacio sulla guancia.
Hai capito perfettamente di piacerle, e un po’ ti dispiace non ricambiarla come meriterebbe.




Casa Savio è nel suo pieno splendore.
Hai ricoperto le pareti di opere d’arte, come certamente avrebbe fatto il signor Fabrizio, e speri che sia fiero di te, la casata è salva grazie al tuo sposalizio con gli Sferza.
E sei certo che Riccardo apprezzerà, anche lui ama l’arte…
Bè…semmai deciderà di prendersi un periodo di vacanza e di tornare a casa…
Anna fatica a rimanere incinta, ma la convivenza con lei è dolce, quieta, per la verità a volte anche un pò noiosa, rimpiangi tutti gli scherzi che era solito farti Riccardo.
Una volta lo hai sorpreso che sputava nel tuo bicchiere di vino.
Tu lo guardavi sorridendo e lui, non appena si è accorto della tua presenza, è arrossito ed è scappato via.
Sorridi al ricordo.
Poi ti soffermi a guardare il ritratto del signor Fabrizio.
Il colore verde muschio dei suoi occhi…speri che sia felice di sapere che Riccardo studia a Ferrara.
Tu, come dire, non ne sei affatto contento.
“ Era davvero un uomo nobile d’animo.”
Ti raggiunge la soave voce di tua moglie.
“ Anna, non vi avevo sentito entrare; Si concordo con voi riguardo al signor Fabrizio.”
“ Per le feste estive potremmo chiedere a Riccardo di raggiungerci a casa, sarebbe una lieta occasione per conoscerlo, io ne sarei molto felice.”
Accidenti, magari lei ne sarebbe pure felice, ma Riccardo…ti vengono i brividi solo a penarci….
“ Lasciamo scegliere a lui…”
Saggia risposta Marco.






A Ferrara hai trovato un po’ di pace.
Cerchi di stare più a lungo possibile concentrato sulle tele da dipingere.
Guardi le tue mani sporche di colori blu e verdi e ti senti un po’ in pace con il mondo.
Il tuo compagno di stanza ha la tua età, si chiama Vittorio, anche suo padre è morto.
È simpatico e pacato, a volte è persino riuscito a farti ridere.
Vittorio andrà a casa per le vacanze estive, ma tu sei sicuro di voler rimanere a Ferrara.
Hai bisogno di stare lontano da tutto.
Non sopporteresti la vista di Anna.
Non sopporteresti di doverle dire che grazie a lei e alla sua dote, tu puoi studiare in un posto tanto prestigioso, il tuo orgoglio te ne fa veto.
Ripensi a quando hai sputato nel bicchiere di vino di Marco, e lui ti ha beccato…
Figura indecente…
E poi ripensi all’ago nella scarpa.
E ti viene sul serio da ridere ripensando a quando hai trovato in un cassetto un rossetto di tua madre e hai dipinto con esso le labbra di Marco mentre dormiva profondamente.
La faccia di tuo padre era indescrivibile e paonazza, Marco si è pulito con il dorso della mano sporcandosi tutto il viso, e peggiorando la sua situazione.
Ti ha guardato arrabbiatissimo.
Ridi e poi piangi…piangi e poi ridi e di nuovo piangi…
….
…..















Continua…..
















Note:
Riccardo è ancora minorenne quindi lo spediamo lontano a crescere, speriamo si sbrighi XD
Nel frattempo Marco dovrà pur combinare qualcosa… XDD
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Oro e argento Empty Capitolo 4

Messaggio Da Yoite011 Ven Mar 16, 2012 12:54 pm

Non per stomaci delicati.





“ Festa in maschera.”







Tre anni dopo…





Strigi tra le mani la lettera di Marco.
Hai compiuto sedici anni da pochi giorni, credevi fosse la solita lettera di auguri, invece…
Devi assolutamente ritornare a casa, lui ha bisogno di te.
Avevi ancora un mese di accademia prima di conseguire l’attestato, ma sei talmente avanti con il programma di studi che domani potrai tranquillamente effettuare l’esame finale, e poi, finalmente, potrai tornare a casa.
Rileggi la lettera di Marco, e a stento trattieni l’emozione, la vista ti si offusca per le lacrime, e le parole appaiono annebbiate, ma giungono fin troppo nitide alla tua anima.

Caro Riccardo,
Vi scrivo questa lettera per rinnovarvi i miei auguri per il vostro compleanno, ma anche perché è accaduto un fatto spiacevole.
Sono tre anni che non fate ritorno a casa, ma mi piacerebbe che voi mi raggiungeste al più presto.
La mia povera moglie, Anna, è venuta a mancare, ed insieme a lei anche il mio primogenito, che avevo deciso di chiamare Fabrizio, come vostro padre.
Adesso comprendo pienamente il senso di protezione che vostro padre aveva verso di voi.
E finalmente ho conosciuto cosa sia l’amore di una madre verso il proprio figlio.
Vi racconto dall’inizio.
Anna faticava a rimanere incinta, finalmente, circa sette mesi fa, il medico di famiglia constatò la gravidanza.
Eravamo molto felici, e per quanto io non amassi Anna di quell’amore decantato dai poeti, ero felice che fosse lei la madre di mio figlio.
Era donna assai devota alla famiglia ed al focolare domestico.
Dopo i primi mesi, la gravidanza ha cominciato a causare non pochi problemi ad Anna, il medico si è offerto di praticarle un aborto, ma lei si è fermamente rifiutata.
Così, con grande spirito di sacrificio ed immenso amore, ha scelto di portare a termine la gravidanza.
Cosa che però non è avvenuta, al settimo mese il bambino stava già nascendo.
Ho chiamato il medico, mi sono prodigato durante il travaglio, ma dopo lunghe ed interminabili ore, Anna era morta, e con lei anche il mio povero bambino.
Fabrizio era nato già morto.
Il medico disse che anche se fosse nato sarebbe morto nel giro di poco perché troppo prematuro.
In breve tutto ciò che mi è rimasto di quel giorno, furono i domestici che pulivano la stanza, un medico dispiaciuto, una moglie morta, ed un figlio talmente piccolo da stare freddo e immoto dentro le mie mani sporche di sangue.
Per la prima volta in vita mia ho pianto, amaramente, mi sono posto tante domande.
Questa casa è silenziosa e vuota, sono giorni che non ho forza di fare nulla.
Vi prego, raggiungetemi a Venezia.
Vostro fratello, Marco.

Riponi la lettera in un cassetto.
E ti sorprendi di quanto la vita possa essere ogni giorno sempre più dura.





Hai esagerato con il bere oggi, non hai ancora ricevuto notizie da parte di Riccardo.
I domestici sono venuti a portarti un vassoio con varie pietanze, ma hai rifiutato ogni cosa.
Devi ammettere che tutta la servitù si è affezionata tantissimo a te.
Poi avverti che qualcuno sta bussando alla porta del palazzo.
Sospinto da una strana speranza, ti alzi dal letto ed avverti i domestici che aprirai tu la porta.
Giunto dinnanzi ad essa, prendi un bel respiro e la apri deciso.
E…
Riccardo è lì, davanti a te.
È cresciuto di poco in altezza, la sua bellezza si è accresciuta, ed il suo fisico appare ancora più aggraziato.
I suoi occhi azzurri si inumidiscono, poi ti dice: “ Ho preferito arrivare prima io di un insulsa lettera di condoglianze. Come state Marco?”
Ed è in quel preciso istante che ti senti felice che un pezzo della tua famiglia sia lì, davanti ai tuoi occhi castani vagamente arrossati dal vino, e in uno slancio di irrazionalità lo abbracci forte, facendo scricchiolare le sue ossa.
“ Mi è parso di impazzire dal dolore.”
“ Sono sinceramente dispiaciuto.” Ti dice Riccardo prima di abbracciarti con pari disperazione.
“ Cosa ho fatto di male nella mia vita Riccardo?”
“ Sono certo che non avete fatto mai nulla di male.”
Non puoi sapere quanto Riccardo ti abbia trovato cresciuto ed …irraggiungibile…
Sei diventato un uomo a tutti gli effetti ai suoi occhi, e la cosa lo sta ferendo in modo inimmaginabile, ha scrutato in un attimo i tuoi lineamenti forti, le spalle ancora più larghe ed il petto muscoloso.
Rimanete abbracciati sulla soglia di casa, come una vera famiglia.

…..
……




I giorni seguenti Marco pare essersi un po’ ripreso, mangia un po’ di più e beve di meno.
Gli hai raccontato di questi tre anni passati all’accademia, dei tuo progressi.
Egli ti ha mostrato le opere d’arte fatte venire apposta dalla Francia per abbellire la vostra dimora, e le avete commentate insieme.
Poi, hai un lampo di genio.
“ Che ne pensate di organizzare una festa in maschera?”
Marco aggrotta le folti sopracciglia scure per poi esclamare: “ Ma si, perché no!”
“ Bene, penserò io a tutto, voi però dovrete saper riconoscermi tra tutta quella gente in maschera intesi? Accettate la sfida?”
“ Accetto.”

La sera del ballo in maschera scegli con cura i particolari.
Il salone grande, dedicato alle serate danzanti, è addobbato da mille fiori, i domestici servono vino e tartine, l’orchestra suona musiche d’oltreoceano.
Tu indossi una maschera d’orata.
Ti guardi intorno cercando di capire chi sia Marco fra tutta questa gente mascherata.
Maschere bianche, maschere rosa, abiti pomposi, acconciature ampie e stravaganti.
Gente che ride, gente che balla, ma dove sarà Marco?
Poi hai un’illuminazione…
Che idiota, è quello con la maschera argentata, si è vestito da servitore.
Hai proprio deciso che lo stuzzicherai un po’.
“ Cameriere del vino.”
Sei certo che qualora dovesse riconoscerti si rifiuterà di portartelo, invece, se non dovesse farlo, finalmente ti sarà permesso di bere un bicchiere di quel nettare misterioso.
“ Subito signore.”
Che ridere! Che idiota, spera di fare il furbo vestito da cameriere!
Torna poco dopo porgendoti un bicchiere…
Evviva!
È fatta.
Sorseggi il liquido attraverso l’apertura della maschera d’orata sulla bocca, proprio quell’apertura che fa uscire la voce alterata ed ovattata.
Accidenti, fortina questa roba eh Riccardo?
Ti senti infiammare le guance e le gambe ti tremano un po’, inoltre il sapore non è buono tanto quanto il profumo.
In un minuto hai deciso che il desiderio che ti ha assillato negli ultimi tre anni, poteva tranquillamente non essere esaudito, bere non ti piace per nulla, sentenzi.

La serata finisce e gli ospiti si ritirano.
Sorridente, ed anche un po’ barcollante, ti dirigi verso la stanza di Marco.
Indossi ancora la maschera color oro, ed entrando nella camera noti che, anche Marco indossa ancora la sua argentata.
Ridi forte.
“ Lo sapevo che eravate voi. Voi, al contrario non sapevate che ero io la persona alla quale avete servito del vino. Avete perso.” E con un gesto di trionfo, sfili la tua maschera d’orata.
Per un po’ Marco rimane in silenzio, un silenzio innaturale… poi toglie anche lui la sua maschera e scoppia a ridere…
“ Oh si invece che avevo capito che eravate voi, e sapevo anche che avreste tentato di bere disubbidendomi, ecco perché mi sono preso la briga di servirvi io stesso, non prima di…aver sputato nel vostro bicchiere.”
Non puoi crederci!
Resti a bocca aperta sotto il suo sguardo schernitore.
Poi scoppiate a ridere entrambi.




Entri in sala da pranzo e noti che Riccardo guarda un foglio strano.
“ Cosa guardate?”
“ è una missiva.”
“ Cosa dice? Chi è? Un vostro compagno d’accademia?”
“ No…”
“ Chi allora?” Chiedi stranito.
“ Marco, devo andare a Londra…”
“ Londra? No! Ho già acconsentito alla vostra sciocca partenza per Ferrara, Londra è lontana, e poi cosa dovreste fare lì…?”
“ Mia madre…”
“ è lei che vi ha scritto?”
“ Si, sta morendo, ha espresso il desiderio di vedermi.”
“ No, io, mi oppongo, quella donna non si merita nulla da voi, non si è neppure presentata al funerale del signor Fabrizio, e poi non potete andare, non conoscete la città, ne la lingua.”
“ Conosco la lingua, lei parlava spesso in inglese.”
“ Non cambia i fatti, non voglio che andiate.”
“ Non siete mica il mio padrone, né la mia balia, ho delle cose da chiederle, e questa mi sembra l’occasione adatta, anzi, l’unica occasione. Se voi potreste rintracciare vostra madre non tentereste di avere delle risposte?”
“ Le ho già, se lei mi avesse voluto con sè io…” E ti interrompi, lo avevi promesso al signor Fabrizio e poi ti risulta estremamente difficile parlarne…
“ …Devo andare Marco…”
“ Verrò con voi.”
“ è una cosa che devo fare da solo.” Ti dice risoluto.
“ Fate quello che volete Riccardo.” Dici con astio.
Riccardo scruta i tuoi occhi castani incupirsi, nota che serri la mascella.
Lanci un ultimo sguardo alla sua esile figura, al suo volto d’avorio, ed esci dalla stanza.
Sei stato costretto a dirgli nuovamente addio.
Non immagini neanche quanto sia dura anche per Riccardo.
Non puoi vedere le sue lacrime mentre ti chiudi dentro la tua stanza e fissi il ritratto del signor Fabrizio.
Ti maledici.
Lo maledici.
…..
……
………




Giunto a Londra trovi il clima rigido, la nebbia e i vicoli sudici.
Non hai molta difficoltà a muoverti, specie conoscendo bene la lingua.
Sapevi già che non avresti trovato tua madre in un palazzo per nobili, la lettera lo specificava fin troppo bene…fin troppo.

Riccardo,
sono indegna di chiamarti, caro, e di chiamarti figlio.
Non sono degna di nulla, ma gradirei ugualmente ricevere una tua visita, non mi troverai nella dimora che fu di mio padre, bensì in un vicolo chiamato Logan’s street.
Te ne prego, giungi in fretta, il tempo per me ha preso a stringere…
Ti spiegherò tutto non appena giungerai a destinazione.
Per quanto io non lo meriti, non lasciare il mio appello inascoltato.
Susan Derry.

Poche righe, le parole sarebbero davvero risuonate superflue dopo tutto questo tempo.
Cosa vorrà?
Cosa veramente vuoi chiederle?
Cosa ti aspetti?
Hai deciso di partire solo per rivederla o perché hai una strana smania di crescere ancora?
Buona fortuna Riccardo.











Continua…..
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Oro e argento Empty Capitolo 5

Messaggio Da Yoite011 Ven Mar 16, 2012 12:55 pm

“ Baciami, stordiscimi.”



Due anni dopo….




Rileggi le lettere che Riccardo ti ha spedito regolarmente in questi lunghi due anni.
Prendi la prima e la rileggi, risale a due anni fa, poco dopo la sua partenza:

Caro Marco,
sono giunto a Londra, mi trovo a Logan’s street.
Una via malfamata di un piccolo quartiere londinese.
Non ho avuto difficoltà a muovermi conoscendo bene la lingua, ma il freddo pungente, la nebbia e l’abbondanti precipitazioni, mi hanno reso il cammino difficile.
Ho trovato mia madre, ella abita in una di queste piccole e sudice case.
Mi ha raccontato che, non appena tornata dal padre egli l’ha subito cacciata.
Per un po’ ha cercato di farsi aiutare da alcuni amici, ma infine ha dovuto cedere alla vita di strada poiché tutti le avevano voltata le spalle, e non aveva il coraggio di tornare da mio padre.
Lei non me lo ha voluto specificare, ma sono certo che abbia finito con il prostituirsi.
Sai, riconoscerei quello sguardo disperato tra mille, era lo stesso che avevate voi quando varcaste per la prima volta la soglia di casa Savio, allora non lo potevo capire, ero troppo giovane, ma adesso…
Comunque non voglio entrare in merito alla questione, ci sarà certamente più di un motivo per il quale non me lo avete mai menzionato.
E mi va bene così.
Solo mi dispiace per voi.
Tornando a mia madre.
Nulla è rimasto della donna sofisticata che ricordavo, la sua delicata ed esile figura, adesso risulta scheletrica.
La sua pelle bianca adesso è pallida come quella di un cencio.
Ha contratto una malattia chiamata sifilide.
Probabilmente dovuta alla vita che ha condotto fino a pochi mesi fa.
Quando mi ha visto ha urlato.
Non so perché…
Non ho trovato coraggio per domandarglielo.
È denutrita, febbricitante, non sta bene.
Non ha i soldi per curarsi.
In ogni caso, pare che la malattia non lasci scampo.
Avrei voluto farle tante domande, ma alla fine ho solo accettato di rimanere qui a prendermi cura di lei.
Non so perché, so che non lo merita, ma è pur sempre mia madre.
So per certo che mio padre avrebbe fatto lo stesso.
Lei mi ha detto, con voce flebile, che ha saputo della morte del marito e che ha pianto tutto il suo rimorso, non so se crederle…
Tuttavia rimarrò qui.
Spero non siate troppo adirato per la mia decisione.
Avrete presto mie notizie.
Riccardo.




Sfogli tutte le lettere che hai custodito gelosamente.
Leggi la seconda, leggi la terza, e così via…fino a giungere all’ultima lettera che hai ricevuto circa una settimana fa…
Senti il cuore perdere un battito ad ogni sillaba che scandisci.
È l’unica lettera che leggi a voce alta.

Marco…
Mia madre è morta, dopo due anni di agonia, durante i quali ha pagato tutto il male che mi ha fatto.
Alla fine mi è sinceramente dispiaciuto per lei.
In fin dei conti aveva sempre avuto ragione mio padre, ella non era donna adatta ai nostri tempi.
Lei era davanti a tutti noi.
È nata senza istinto materno, sarebbe meglio dire era…
Era nata per la politica, si interessava spesso ad essa, anche nei giorni prima di morire, prima che il delirio le togliesse del tutto la lucidità.
Ella si accontentava della mia presenza, ma si è sempre rifiutata di farsi toccare, all’inizio pensavo che fosse perché aveva sempre detestato il contatto fisico con me, poi ho pensato fosse per una questione di imbarazzo.
Infine ho capito, non voleva che mi contagiassi.
La malattia l’ha debilitata lentamente, infine il freddo le ha dato il colpo di grazia.
È un bene che sia morta, lo dico soffrendo, ma è un bene, soffriva troppo.
La notte le rantolava il respiro.
L’ultima cosa che ho visto di lei sono stati i suoi occhi azzurri infossati in due occhiaie malsane e bluastre.
Ho pianto.
Tanto.
Qualche giorno prima, avevo finalmente trovato il coraggio di chiederle….perchè
Il perché di tutto…
Lei mi ha fissato a lungo, poi mi ha detto: “ Non amavo abbastanza Fabrizio, fu un matrimonio riparatore, ero incinta di te,non lo avevo voluto…Non ti desideravo Riccardo, ma adesso comprendo quanto sono stata stolta.
Magari è tardi, probabilmente non ha senso, ma …voglio chiederti scusa…per non essere stata e per non essere la madre che avresti meritato. Sono felice di averti rivisto, e per rispondere alla tua domanda, quella più silenziosa che davvero non riesci a dirmi…Yes, i love you…Richard.”
Vuol dire che mi ha voluto bene.
Adesso, mi trovo sulla via del ritorno a casa, sto imbucando questa lettere sperando ti giunga presto.
Mi siete mancato Marco, tanto…
Spero di non trovarvi ancora arrabbiato al mio ritorno, dato che le vostre risposte alle mie numerose lettere sono sempre state: “ Comprendo. Bene. Riguardatevi. Saluti. Si, sto bene.” Ed altre poche parole che non vi nascondo che mi hanno parecchio ferito.
A presto, Riccardo.

Sei in trepidante attesa, ti sei finalmente fatto la barba dopo due anni.
Passi le giornate smanioso come non mai.
Respiri profondamente e di nuovo riprendi a rileggere le sue lettere….
Si, ancora una volta, per sentirlo vicino, per avvertire i suoi passi tornare a casa…





Il tuo lungo viaggio è giunto a termine.
Sei davanti la tua casa…
Speri che Marco non sia ancora adirato con te.
Rimugini davanti alla grande porta in legno…ti mordi le labbra, ti mangi le unghie, e davvero non sai se bussare o no…
Non ti sei accorto che dalla finestra della stanza che fu di tuo padre, Marco ti sta fissando da una buona decina di minuti.
Poi, come attirato da un incantesimo sollevi lo sguardo e puoi vedere la sua figura affacciata al primo piano del tuo palazzo, nonostante la distanza lo riconosci subito.
È lui, non ci sono dubbi.
Gli fai un cenno di saluto con la mano, lui ricambia e ti regala un sorriso sbieco.
Trovi il coraggio di bussare alla porta.
Senti Marco dire ai servitori che aprirà lui.
Ed infatti poco dopo, ti apre la porta.
Il tuo cuore salta un battito sordo, è bellissimo.
Lui, il fatto di essere a casa, tutto… Non puoi sapere quanto invece, il cuore di Marco, stia pompando rapido.
Vi fissate a lungo, Marco è sempre robusto e solido, ha sempre i capelli spettinati, i grandi e caldi occhi castani hanno acquisito una luce più matura, le sue labbra carnose ti regalano un sorriso che sa di sole del sud.
Ricambi il sorriso e poi, al contrario di quella volta, nella quale fu lui ad abbracciarti in preda all’irrazionalità, stavolta sei tu che lo sorprendi gettandogli le braccia al collo robusto.
Marco è diventato un bell’uomo.
Tu sei un giovane uomo, e la sua vicinanza ti stordisce i sensi….
Sei euforico di essere a casa, sei felice di rivederlo, ma non solo, ti pare che una sorta di passione a lungo sopita e ancora non nata, si stia partorendo da sola in questo istante.
Ti stacchi da lui arrossendo visibilmente.
Marco ti accarezza la guancia sinistra con due dita.
“ Siete cresciuto Riccardo, ma non avete messo su neppure un pelo.”
Che stronzo, sempre a prenderti in giro…
“ Cosa volete, sono inglese per metà, mica vengo dal sud come voi…”
La sua voce è rauca e profonda, più matura di come la ricordavi ma anche la tua è meno acuta ed un po’ più grave.
“ Avete una bellissima pelle Riccardo…”
“ Io avrei preferito averla un po’ più scura, spesso mi diventa impossibile sopportare il sole…”
E ti chiedi perché state davanti la porta di casa e dirvi stupidate…
E poi, hai davvero sentito bene?
Gli piace la tua pelle?





Trascorrete i giorni a raccontarvi tutto quello che vi è accaduto in questi due anni.
Riccardo è di una bellezza sconvolgente, tanto che potrebbe fare invidia a qualsiasi principessa nordica.
Devi dire di sentirti molto attratto da lui.
Ma di certo sei pronto ad ignorare tali sentimenti, Riccardo sarà pure un giovane uomo adesso, ma non vorresti mai forzarlo, e poi sei ancora tanto confuso.
Questa sera, finalmente Riccardo decide di mostrarti alcuni dei suoi quadri.
Sono molto belli…
“ Davvero bravo Riccardo, ma potete ancora migliorare.
Dovreste togliervi di dosso un po’ di…pudore..”
“ Cosa intendete dire?”
“ Il tratto è pulito, perfetto, ma i nudi che avete ritratto mancano di…passionalità…”
“ Sciocchezze, siete voi ad essere troppo malizioso.”
“ Affatto. Volete provare a dipingere me?”
Cosa?!
Questa poi…Ma, Marco, non vuoi combinar casini e poi….e poi te ne esci dal nulla con ..con questo….sei davvero strano a volte…
Ma cosa ti è saltato in mente?
“ Io..i..io…voi, nud..nudo.”
“ Esatto. Potrebbe esservi d’aiuto, prendete una tela bianca, io mi tolgo gli abiti.”
Ma quanto sei altruista Marco…lo fai solo per aiutarlo, giusto?...Giusto?
Inizi a spogliarti.
Riccardo prende la tela incespicando un po’ ovunque.
La tua stanza è illuminata dalle candele, ha lunghe tende color vinaccio sparse sul pavimento, ti adagi sul divanetto amaranto e ti metti in posa.
Pronto per farti dipingere.
Improvvisamente un cuscino ti colpisce in pieno viso.
“ Abbiate la decenza di coprirvi…”
“ Ma è un nudo…”
“ Copritevi!”
“ Va bene…”
Ed adagi il cuscino di fresca seta rossa sul tuo sesso.
“ Va bene così?”
“ Mh…”
Riccardo inizia a dipingerti.
Alla fine il cuscino è stata un bene, almeno puoi nascondere la tua erezione pulsante.
La mano di Riccardo trema sulla tela e spesso il colore va fuori dai bordi.
Noti il suo nervosismo.
“ Rilassatevi Riccardo,siamo due uomini adulti, state solo dipingendo.”
Da dietro la grande tela avverti un sussurro che ti fa perdere definitivamente la lucidità….
La risposta di Riccardo ti fa ruggire come mai in vita tua il sangue nelle vene.
“ No, non sto solo dipingendo, sto dipingendo…voi, voi Marco…voi per me…”
La voce si blocca e tu balzi in pedi, lo raggiungi ed egli notando la tua erezione trattiene il respiro e fa per voltarsi.
Prendi delicatamente il suo mento tra le tue dita e lo costringi dolcemente a guardarti.
Ha gli occhi azzurri liquidi ed imbarazzati, i suoi capelli biondi sono lunghi e setosi.
Il suo volto angelico è arrossato probabilmente dall’imbarazzo.
“ Finite la frase…”
“ No, non sta bene, io non sono come mia madre…”
“ Pensate che io possa avere una bassa opinione di voi…?”
“ Potreste…”
“ No, non potrei.”
E congiungi le tue labbra alle sue.
Egli è rigido tra le tue braccia, lo senti trattenere eccessivamente il respiro, e quando egli schiude le labbra per cercare ossigeno, tu glielo impedisci introducendo la tua lingua nella sua dolce bocca e baciando le sue labbra carnose come le tue.
Lui non ricambia il bacio, lo avverti tenero ed impacciato tra le tue braccia, e capisci che a Londra non ha avuto neppure occasione di sperimentare un bacio, e sei orgoglioso di essere il suo maestro anche in questo.
Dopo lunghe lusinghe alla sua bocca e dolci assalti alla sua cavità orale, sei costretto a staccarti anche tu per cercare aria.
Vi fissante ansimando e a corto d’aria.
Le labbra di Riccardo sono sporche della tua saliva e fai per pulirle con le tue dita, ma lui si scansa spaventato.
Fugge via da te in un attimo, e ti ritrovi a darti del cretino per l’audacia del tuo bacio.
La tua erezione pulsante brucia di insoddisfazione, ma è palese che Riccardo non sia ancora pronto, sei sicuro che egli provi qualcosa per te, ne se praticamente certo, ma capisci che per stasera è molto meglio lasciarlo riflettere.
Fissi la tela, stavolta il tratto è tremante, ed il colore è un tumulto di emozioni, ti perdi a guardare le numerose sbavature e passi le dita sul colore ancora fresco a tratti, sporcandoti le dita di rosso.
Lo stesso colore del cuscino che ha coperto la tua nudità….




Entri in camera tua e piano, piano il tuo respiro torna regolare, mentre la testa smette di girare.
Accidenti quanto hai desiderato quel bacio, neppure te ne rendi pienamente conto…
Sei piacevolmente sconvolto, sei scappato via quasi scioccamente, ma hai avuto paura di approfondire la cosa, di mostrarti poco serio davanti a lui, di sbagliare nella tua inesperienza.
Comunque ormai ne sei certo, lo ami…lo desideri…lo hai sempre amato, ma dovevi maturarlo dentro di te.
Non sai che anche Marco sta pensando più o meno le stesse cose, egli si è appena reso conto di averti aspettato a lungo negli ultimi anni…
Ti passi le mani sulle labbra, Dio, ti senti così eccitato, le gambe hanno ripreso a tremarti, e senti la pancia fare una strana capriola….
Adesso ti è tutto chiaro, la tua gelosia verso Anna, il tuo odio verso di lui che era sempre più grande di te, già, per quanto tu facessi un anno in più, lo stesso accadeva a lui.
Tutti i tuoi dispetti infantili per attirare la sua attenzione…
Cielo!
Ti siedi sul bordo del tuo letto coperto da un lenzuolo azzurro, e sospiri forte.
Sei confuso, sei in preda ad una miriade di emozioni….
Marco… ti ha …baciato…
Sei felice, spaventato, confuso, temi di avere fatto la figura dell’idiota, non pensavi neppure che i baci si dessero con la lingua…
Il suo corpo nudo….
Cielo!
Stai perdendo il contatto con la realtà….
Speri solo che le cose tra di voi possano prendere la giusta piega.
Chiudi gli occhi sorridi timido ripensando la bacio infuocato di Marco.

Prendo te
le tue mani
e prendo noi
guardami
prendo chi
è il mio domani
amami
io sono qui
amami
per quanto tempo accanto a te
di notte mi racconterò
e ti proteggerò
avrò più senso insieme a te
se penso che mi tieni
sempre stretti a noi
oggi chiedimi
di condividerci anche al buio se ci spegnerà
prendo te
le tue mani
amami
sono qui
amami
amami








Continua…..








Note:

Adesso il nostro Riccardo ha finalmente diciotto anni EVVIVA!!!!! XDD Marco a questo punto dovrebbe averne circa ventiquattro. Età compatibile per vivere un amore XDD evviva Wink



La sifilide ai tempi esisteva, ma ancora non era stata ben individuata né come meccanismo e non era stato isolato il batterio, cosa che avvenne intorno al sedicesimo secolo e successivamente diagnosticata nei prima anni del 1900.
Spero di avere riportato tutto giusto …. ^^



La canzone utilizzata è da Laura Pausini intitolata prendo te…^^
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Oro e argento Empty Capitolo 6

Messaggio Da Yoite011 Ven Mar 16, 2012 12:56 pm

“ Proposta di matrimonio.”




Sei seduto a capotavola, congedi il maggiordomo, ed attendi di essere raggiunto da Riccardo per cominciare il pasto, egli ha saltato la colazione, speri si presenti a pranzo, o dovrai recarti in camera sua a vedere se stia bene o se non l’abbia preso troppo male il bacio che vi siete scambiati.
O meglio, che gli hai rubato.
Poco dopo egli fa la sua comparsa.
“ Buongiorno.” Rompi il ghiaccio.
“ Ah! Buon…Buongiorno Marco.” È davvero tenero tutto questo sua imbarazzo, la cosa ti fa venire la strana voglia di stuzzicarlo un po’…
“ Avete riposato bene, o avete avuto il sonno agitato?”
Riccardo, che stava giusto per sedersi a debita distanza da te, sobbalza e sgrana gli occhi alla tua affermazione.
Siete sempre stati due tipi molto abili a nascondere le emozioni, ma tra di voi questa cosa non ha mai funzionato, per quanti sforzi facevate per nasconderli, sapevate esattamente cosa pensava l’altro soltanto sfiorandovi con lo sguardo.
Chissà poi come mai…
“ Io ho riposato benissimo Marco.”
Cerca di rispondere battagliero il tuo elfo personale, ma la battaglia si prospetta svantaggiata per lui, non può certo competere con la tua esperienza, per quanto triste e dannata essa sia stata.
“ Bene, credevo che avreste potuto fare strani sogni…”
“ Strani sogni…?” Ti chiede sedendosi, ma non guardandoti, e focalizzando tutta la sua attenzione sul suo piatto di minestra.
“ Si, strani sogni con tutte le varie gradazioni di rosso, dal rosso vinaccio, passando per l’amaranto e finendo con il rosso fuoco di un certo cuscino adibito ad oscurare alcune zone del corpo.” Lo hai detto con noncuranza, fingendoti quasi distratto, ed hai potuto osservare le sue guance imporporarsi. Egli non trova parole per controbattere.
Poi lo fissi meglio, con attenzione, e ti accorgi che ha il volto sporco di verde muschio.
“ Avete dipinto stanotte?”Chiedi senza più scherzare, lui ti guarda in evidente difficoltà, e ne resti dispiaciuto, volevi solo giocare…
“ Ho dipinto il volto di mio padre.” Dice Riccardo, e tu ti spieghi il verde muschio, stava dipingendo i suoi occhi…
Ti alzi da tavola e ti avvicini a lui, allunghi la mano destra per cercare di pulire la sua guancia sinistra dal residuo di colore ma Riccardo si scosta bruscamente, deve aver frainteso, infatti…sai già, che ti sta per urlare contro.
“ Come vi permettete a prendervi certe libertà?! Io non sono come mia madre!”
Resti ferito dalle sue parole, ma devi ammettere di esserti comportato in maniera sciocca, anche se senza volerlo.
“ Riccardo, scusatemi, volevo solo giocare.”
Ma dicendo ciò peggiori la tua situazione senza neanche accorgertene.
Egli si alza dalla sedia e furioso ti fronteggia.
Si erge sulle punte dei piedi per tentare di arrivare alla tua altezza e infastidito esplode.
“ Giocare?! Voi, Marco, pensavate di giocare con me? Mi avete preso per una donnaccia?! Io sono una persona seria e virtuosa! D’ora in poi statemi alla larga!”
Cerca di uscire dalla stanza, ma tu sei lesto e ti pari dinnanzi alla porta.
“ Fatemi passare, subito!”
“ No, prima dovrete ascoltarmi.”
“ No.”
“ Si.”
“No.”
“ Per favore.”
“ No!”
“ Riccardo, intendo dire di scherzare insieme, non di prendermi gioco di voi, non potrei mai, e non ho mai pensato che voi foste uguale a vostra madre. Ho molto rispetto per voi.”
Vi fronteggiate a lungo.
Il volto furioso di Riccardo, sul tuo estremamente serio.
“ Rispetto che perderete non appena mi sarò concesso.”
“ Ma non è affatto vero.”
“ Fatemi passare.”
Noti che sta stringendo furioso le nocche delle sua mano e decidi di farlo passare, prima che lo scontro degeneri nel pianto di Riccardo.
Egli si incammina, poi, inaspettatamente torna indietro.
“ Siete mai stato a letto con mio padre?”
Cielo!
Raccogli da terra la tua migliore faccia tosta e neghi con convinzione.
Era la tua promessa ad un uomo morente, e non vorresti mai compromettere ulteriormente il tuo rapporto con Riccardo.
“ Assolutamente no!”
....
…..
……..
Marco, abbiamo appena finito di dire ….Cito testuali parole: Siete sempre stati due tipi molto abili a nascondere le emozioni, ma tra di voi questa cosa non ha mai funzionato, per quanti sforzi facevate per nasconderli, sapevate esattamente cosa pensava l’altro soltanto sfiorandovi con lo sguardo.
Mi dispiace Marco…
Il viso di Riccardo diventa pallido ancora più del solito, poi diventa rosso e i suoi occhi si colmano di lacrime.
“ Maledetto bugiardo….!” Ti ringhia contro.
Il suo schiaffo ti giunge secco e deciso.
Incassi e non hai più il coraggio di negare, né di dire nulla.
Riccardo si reca in camera sua, e sai bene che non si farà vedere per un bel po’.
Maledizione!!!




In questi giorni hai finito il dipinto di tuo padre, raramente sei uscito dalla tua camera, hai mangiato poche volte, sei turbato e ferito.
Stasera sei semidisteso sul grande divano di velluto rosso, lo stesso sul quale aspettavi leggendo, il ritorno di tuo padre.
Ma stasera non hai per niente voglia di leggere.
Marco entra nel salotto e ti guarda con uno strano sguardo negli occhi.
Sei nervoso, quello sguardo non lo comprendi appieno, quando si concede di far uscire la sua tristezza da quegli occhi caldi , davvero non lo sai comprendere pienamente.
Sembra un mondo lontano, del quale tu non fai parte, e di questo ne sei grato a Dio e a tuo padre.
Ricambi il suo sguardo poi sospiri.
“ Riccardo?”
“ Mh?”
“ Vostro padre era un ottimo padre ed un uomo eccezionale, l’ho sedotto io, volevo ringraziarlo per avermi dato una vita migliore…”
“ Avete una strana idea di ringraziamento…”
Marco non entra nei dettagli e non capisci perché si ostini ancora a negare l’evidenza.
Non puoi sapere della promessa fatta a tuo padre, che egli si ostina a rispettare nonostante tu ormai sia abbastanza adulto da capire.
“ Il nostro passato è molto triste Riccardo, ma io non mi lascio perseguitare da esso come fate voi, e credetemi, e perdonatemi, se mi permetto di dirvi che il mio passato è stato assai più doloroso del vostro, vorrei solamente che voi vi distaccaste dal ricordo doloroso di vostra madre e che vi concentraste invece, su gli ultimi mesi passati con lei.
Ribadisco che non potrei mai pensare male di voi.
Vi, prego perdonatemi, ho detto grazie a vostro padre nel solo modo che allora conoscevo, oggi sono un uomo migliore grazie al signor Fabrizio e grazie a voi.
Voi siete la mia famiglia Riccardo.”
Non puoi sapere che più passano i giorni più l’amore di Marco verso di te diventa disperato e folle.
Dal canto suo Marco non può sapere quanto tu sia spaventato all’dea di un contatto fisico con lui…E davvero non trovi le parole per spiegarglielo.
Cerchi di evitare il suo sguardo…hai paura che possa leggerti dentro.
Egli lo interpreta come il tuo ennesimo rifiuto e si congeda da te.
“ Buona notte Riccardo.”
“ Buona notte.” È il tuo flebile sussurro che egli non può certamente udire tanto è stato debole.



Il barone Calabri è venuto a farti visita, gradirebbe concludere uno sposalizio tra la sua giovane figlia, e il rampollo di casa Savio, ovvero Riccardo.
Ne discutete a lungo, infine il panciuto barone va via, pregandovi di dargli presto una risposta.

….
……
Sospiri e ti versi un bicchiere di vino. Lo bevi velocemente.
Fissi il quadro del signor Fabrizio e ti senti il cuore andare in pezzi.
È tuo obbligo verso di lui far risplendere la casata, parlerai della proposta a Riccardo, sarà lui a decidere…
E compiendo uno sforzo sovraumano ti rechi nel salotto, dove con probabile certezza lo troverai intento a leggere qualcuno dei suoi libri.
Infatti eccolo li, indossa una camicia bianca simile alla tua, i pantaloni sono blu a differenza dei tuoi neri.
I capelli gli ricadono di lato, coprendo l ‘esile spalla sinistra, li avrà scostati come di consueto fa quando non li tiene legati e durante la lettura gli ricadono davanti alle pagine che sta studiando disturbandolo.
Egli nota la tua presenza, chiude il libro ed attende che parli.
Prendi posto accanto a lui nel divano.
“Il barone Calabri vorrebbe combinare un matrimonio tra le due casate.”
“ Vi sposate di nuovo?” Scatta lui…
“ No, hanno chiesto di …voi…”
Glielo dici senza celare il tuo turbamento.
“ Me?! Me?!No, io mi rifiuto io non mi sento fatto per sposarmi.” E subito si tappa la bocca.
Poi aggiunge: “ Cielo! Parlo come mia madre. Mio Dio Marco.”
E tu, come sempre, corri in suo aiuto.
“ Non dite assurdità, non volete sposarsi perché non avete interesse verso la baronessina Calabri, se ve lo chiedessi io…sono certo che accettereste.”
“ Io…”
Le pesanti tende rosse riempiono la stanza di voluttà.
I tappeti enormi sul pavimento lucido, e il grande divano in velluto rosso.
La luce della candela che più passa il tempo nel silenzio più diventa complice e fioca.
“ Lo so che mi amate Riccardo! Almeno quanto vi amo io. E che il signor Fabrizio possa perdonarmi, vi prego non accettate la proposta, non sopporterei di vedervi con un altro essere umano, uomo o donna che sia. “
“ Cosa? Voi?”
“Si, avete inteso bene, io vi amo. Io non ha mai saputo dove si trovasse l’amore vero, adesso lo so, si trova qui.”
E con la mano destra tocchi il suo petto, proprio all’altezza del cuore.
Riccardo ti guarda ammaliato…
“ Bastano gli averi di Anna Sferza?”
“ Assolutamente si Riccardo.”
“ Bene perché io non voglio sposarmi, riferitelo al barone.”
“ Sarà fatto.”
La tua mano è ancora poggiata sul suo petto.
Ferma, languida…
“ Comunque nessun prete ci sposerebbe…” Scherza Riccardo per alleggerire la tensione.
“ Non importa, sposatemi ora, bastiamo io e voi….”
“ Cosa?”
“ Si, sposatemi ora Riccardo, sposatemi ogni giorno, sposatemi ogni istante…”
Di slancio lo baci teneramente, senza incutergli timore.
Lusinghi a lungo le sue labbra ed infine egli acconsente l’accesso alla tua lingua calda e bagnata.
Stavolta cerca di ricambiare il bacio seguendo i tuoi movimenti come fosse ipnotizzato dalla tua passione stordente, si aggrappa alla tua camicia, poi al bracciolo del divano.
Geme nella tua bocca e tu perdi il controllo.
Inizi a sbottonare la sua camicia e metti a nudo il suo petto bianco e liscio, il suo odore inebriante ti invade le nari.
Continui a baciarlo sulla bocca, dentro la bocca, poi la tua lingua gioca con il suo orecchio ed egli si tende come una molla tesa.
Invadi il suo padiglione auricolare con il tuo respiro caldo e speziato dal vino.
Poi scendi ancora e lecchi la sua mascella…

Piano Marco, piano…procedi piano…
Niente, hai smesso di ascoltarmi…

Lecchi il suo collo, lo tormenti con i denti e la lingua, succhi la sua pelle candida con le labbra ricoprendolo di marchi di appartenenza, infine giungi al suo petto.
Lo lecchi velocemente, poi piano, fai cerchi di saliva con la punta della tua lingua e poi soffi piano su uno dei suoi capezzoli prima di prendere a suggerlo con estrema cura e passione.
Riccardo geme di piacere e disperazione…si disperazione, perché per lui è tutto davvero troppo rapido ed intenso…
Succhi ancora il suo capezzolo, ma non appena la tua mano fa per slacciare la cintura di cuoio dei pantaloni di Riccardo, lui si irrigidisce ancora di più, si ritrae e ti ammonisce con un secco, ma tremante ed ansimante:” …No….”
Ti sollevi da lui, e rimanete a fissarvi. Cerchi di recuperare la ragione, e lui ne approfitta per sgusciare via dalla tua presa che nel frattempo si è fatta debole.
“ Mi spiace, non so cosa mi abbia preso…”
Riccardo a petto nudo è un autentica visione, ma la visione dura poco, troppo poco, la candela si spegne e rimanete al buio.
“ Va …tutto ...be…bene Marco…Solo, è successo troppo di fretta.”
“ Mi rendo conto.”
“ Adesso vado.”
“ Non è necessario, possiamo stare sul divano a baciarci tutta la notte, prometto, saprò controllarmi, non accadrà nulla che voi non permettiate…”

….
…..
“ Preferisco andare.”
“ Come desiderate.”
Ed il tonfo fragile e debole della porta che si chiude è lo stesso che senti alla bocca dello stomaco.
Sospiri frustrato.



Ti rifugi nella tua stanza con il cuore in tumulto, per quanto ancora riuscirai a resistergli.
Vuoi davvero resistergli?
Era così bella la sensazione del suo corpo sopra al tuo…ti sentivi così bene…
Maledetta paura…
Maledetta paura…!
Ti sei sentito inerme e minuscolo tra le sue braccia così calde e grandi.
Lo hai ricordato nudo, quella sera nella quale provasti a dipingerlo con scarsi risultati.
Ricordi il suo ventre muscoloso, il suo petto ricoperto da una lieve peluria bruna e seguendo quella scia sei ritornato a vedere il suo ventre, e poi, poi …hai visto appena più in basso, la peluria riccia e fitta del pube ed infine la sua erezione svettante, quel membro possente che da un lato ti eccita e dall’altro ti spaventa a morte…
Ripensi al suo viso…Ti è parso estremamente sincero nel dirti i suoi sentimenti verso di te.
Avrei volto dirgli che è vero, che ha inteso alla perfezione il fatto che anche tu lo ami.
Hai persino deciso di perdonargli quella faccenda con tuo padre…
Ma, ancora non sei pronto per quello…
Speri di non aver fatto la figura della verginella ritrosa, ma davvero la cosa ti atterrisce, speri che Marco abbia la pazienza di aspettarti ancora un po’…
….
…….
…………




Sciacqui il tuo viso dalla pelle bruna e un po’ ruvida, è da due giorni che non ti fai la barba, domani mattina la farai…
Ripensi a Riccardo…
Hai sbagliato di nuovo, ti sei lasciato prendere dal vortice della passione…
Va bene essere certi dei sentimenti di Riccardo, ma è utile lasciargli del tempo…
Sarà difficile, tanto forte è il desiderio che ti brucia in petto di lui, ma lo ami, e lo aspetteresti anche per l’eternità.
Ti prepari un bagno caldo, come consuetudine non chiedi nulla ai domestici, inoltre saranno già andati a dormire, e non ti sembra buona educazione svegliarli per dirgli:
“ Sapete, Riccardo non ne vuole sapere di concedersi, mi preparate un bagno per calmare i bollenti spiriti?!”
Entri nella piccola vasca e metti l’acqua che hai precedentemente fatto bollire in una tinozza.
Ti rilassi e sospiri…poi la tua mano scende indolente e lussuriosa lungo il tuo corpo, sfiori il tuo sesso, e ripensando a Riccardo che gemeva sotto di te prendi un ritmo dolce ed insistente nel toccarti.
L’orgasmo esplode tortuoso e appagante, non tanto quanto se lo avresti fatto dentro al suo corpo, ma comunque ha avuto un effetto calmante…

I giorni seguenti trascorrono tranquilli, dai a Riccardo il suo tempo.
Parlate molto.
Ti interessi anche dei suoi libri.
E spesso fate lunghe passeggiate per Venezia, seguendo i canali e facendo dei giri in gondola.

Oggi Riccardo ti ha ridato il permesso di osservare i suoi dipinti, e davvero non lo fai apposta, ma noti un particolare nei suoi dipinti che ti lascia un attimo perplesso.
“ Avevano tutti un membro di piccole dimensioni…?!”
“ Marco! Ho dipinto delle statue in marmo o in pietra, non ho mai dipinto nessuno!”
“ Oh, mi era parso strano, pensavo che Londra fosse divenuta una cittadina di sottodotati.”
Riccardo scuote la testa divertito dalla tua affermazione.
“ Se volete la mia offerta è sempre valida.”
Che volpe….Marco….che volpe che sei…
Bravo, così gli darai modo di esplorare il tuo corpo con gli occhi e di prenderci la giusta confidenza per non temere troppo un contatto…
“ Io…”
“ Si tratta solo di dipingere, giuro che terrà le mani apposto…Ma perdonatemi se dovessi avere un’erezione…”
Un po’ riluttante Riccardo accetta, vuole migliorarsi, ma in realtà ha anche tanta voglia di trovare un modo a lui consono per approcciarsi a te…E tu, lo hai capito bene in questi giorni, sennò perché ti avrebbe riconsentito di vedere i suoi dipinti se non sperava che tu gli rifacessi la proposta…? No…?

Egli sistema i colori sulla tavolozza e si rifugia dietro la tela ancora intatta…
Prende il pennello e ti osserva.
Siete di nuovo nella tua stanza, tra le varie gradazioni di rosso…
Riccardo inizia a dipingerti.
Tu hai assunto una posa naturale, giaci languido sul letto dalle lenzuola cremisi scombinate apposta per l’occasione; giaci languido come se stessi per addormentarti dopo un appagante amplesso…cosa che tra l’altro speri avvenga presto…
Riccardo dipinge con attenzione, appare più sicuro e concentrato della volta scorsa, poi, quando intuisci che sta per dipingere proprio quella zona non resisti e lo stuzzichi un po’…
“ Stavolta prendete un po’ più di colore o non vi basterà…”
Riccardo ti regala un’occhiataccia, poi si riconcentra sul dipinto.

Il risultato è sorprendente.
“ Complimenti Riccardo, migliorate a vista d’occhio.” Gli dici sorridendo, indossando la tua vestaglia bordeaux .
Lui guarda soddisfatto la tela completata.
Tu ne approfitti per abbracciarlo da dietro.
Sfiori le sue mani sporche di colore ed intrecci le vostre dita…
“ Riccardo…”

Marco è ancora presto…
Marco?
Niente…Sei partito nuovamente…

“ Marco…”
“ Vi desidero…”
Riccardo si stacca da te.
Ti guarda con i suoi meravigliosi occhi azzurri e raccogliendo velocemente le sue cose sparisce dalla tua stanza in pochi secondi.
Sospiri e ti lasci ricadere sul letto, la tua fedele mano è già pronta ad aiutarti…



Tu sì 'na cosa grande per me
'na cosa ca mi fà 'nnamurà
'na cosa che si tu guarda a me
me ne moro accussì guardanno a te

Vurria sape' 'na cosa da tè
pecchè cuanno te guardo accussì
si pure tu te siente morì
nom me o dice a nun me fai capì
ma pecchè

A dille'na vota sola
che pure tu stai tremmanno
dimmi ca me vuò bene
comm'io, comm'io, comm'io voglio bene a te

Tu sì 'na cosa grande pe'me
'na cosa ca tu stessa non saie
'na cosa ca nun aggio avuto maie
'nu bene accussì, accussì grande















Continua…….






La canzone utilizzata è la famosa ballata del grande Domenico Modugno Tu si na cosa grande.
Per chi non conoscesse il napoletano ecco la traduzione italiana:

tu sei una cosa grande per me
una cosa che mi fa innamorare
una cosa che se tu guardi me
me ne muoio così guardando te

vorrei sapere una cosa da te
perché quando ti guardo così
se pure tu ti senti morire
non me lo dici e non me lo fai capire
ma perché

e dillo una volta sola
che pure tu stai tremando
dimmelo che mi vuoi bene
come io, come io, come io voglio bene a te

tu sei una cosa grande per me
una cosa che tu stessa non sai
una cosa che non ho avuto mai
un bene così, così grande

Non mi chiedete che ci fa questa canzone napoletana ,( che io adoro), qui, tra un Siciliano trapiantato a Venezia ed un ragazzo metà veneto e metà inglese perché davvero non lo so, diciamo che mi piacevano le parole che rispecchiavano i pensieri di Marco XDDD



Questo cap, non so voi, ma io ho sentito che trasuda sensualità… XDD



Divano: Certo che ne avrei di cosa da raccontare…
Yoite: ma zitto i divani non parlano…
Divano: Pennelli di qui, pennelli di lì, doppi sensi, Marco che non sa come sverginare Riccardo…i succhiotti che ora si chiamano “marchi di appartenenza”, la tela intatta…intatta come la verginità di Riccardo…doppi sensi a raffica …
Yoite: Zitto o ti mando dal tappezziere…
Divano: Non sarebbe una cattiva idea su questa tappezzeria c’è di tutto…

Yoite: Sono impazzita del tutto con questa fic…
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Oro e argento Empty Capitolo 7

Messaggio Da Yoite011 Ven Mar 16, 2012 12:56 pm

“ Gelosia fuori controllo.”






È un pomeriggio d’estate quando bussano alla porta.
Il maggiordomo va ad aprire e poi viene ad annunciarti la visita di un tuo compagno d’ accademia.
“ Il signor Vittorio Casella attende di essere ricevuto.”
La sua visita ti mette di buon umore.
Siete cresciuti insieme in quei tre anni passati a dormire nella stessa stanza e a dipingere fianco a fianco.
“Fatelo accomodare nel salotto, io lo raggiungo subito.”
“ Bene signore.”

Entri nel salotto e a stento riconosci il tuo compagno di giorni sereni a Ferrara.
“ Vittorio! Come siete cresciuto!” Esclami.
Lui fa un buffo inchino poi scoppiate a ridere.
Vittorio ha la carnagione chiara quasi come la tua, ha occhi castano-verde e capelli castani dai riflessi biondo scuro.
È diventato alto, più alto di te, ed un piccolo pizzetto è spuntato ad ornare il suo mento.
“ è passata una vita Riccardo, vi trovo bene.”
“ Anche voi sembrate stare in buona salute.”
Poco dopo entra Marco.
“ Buongiorno.” E noti immediatamente il tono un po’ astioso con il quale palesa la sua presenza.
“ Oh, Vittorio, lui è mio fratello adottivo Marco.”
“ Piacere signor Marco.” Dice Vittorio rivolgendogli un sorriso educato e fresco.
“ Piacere”. Borbotta in risposta Marco.
Ti chiedi il perché del suo comportamento…
Poi torni a focalizzare la tua attenzione su Vittorio.
“ Sarete assetato, gradite bere?”
“ Si, grazie, del vino.”
“ Vi piace il vino? Pensavo piacesse solo a mio padre e a Marco.”

Passate il pomeriggio a parlare di tutto.
Del tuo viaggio a Londra, del viaggio di Vittorio in Francia.
Marco vi guarda con le sopracciglia aggrottate per tutto il tempo e parla pochissimo.
Quando Vittorio accetta il tuo invito a rimanere a dormire poi ti guarda con astio e non appena egli si congeda per la notte e voi due rimanete soli, finalmente gli manifesti le tue domande.
“ Si può sapere che vi prende Marco?”
“ Non mi piace come vi guarda?”
“ Vittorio?”
“ Si, Vittorio.” E scimmiotta il suo nome.
“ State farneticando, è soltanto un caro amico.”
“ Scommetto che lui non la pensa uguale.”
“ Oh Marco, è tardi,andiamo a riposare, si fermerà solamente due giorni, abbiate la compiacenza di essere educato.”
“ Certo, non sono io quello che è scappato a Ferrara.”
“ Cosa volete dire?” Rispondi alterato.
“ Che pur di non vedermi con un’altra persona siete scappato via da casa, ed io invece devo essere gentile con Vittorio che vi sta letteralmente mangiando con gli occhi, conosco bene quello sguardo, non mi sbaglio.”
“ Oh certo, dall’alto della vostra esperienza voi sapete e capite tutto.”
“ Si, esatto.”
“ Vi sbagliate, ed ora buona notte!”
“ Fate come vi pare, tanto lo fate sempre.”
“ Per l’appunto.”

Ti ritiri nella tua camera profondamente irritato dal comportamento di Marco, ignorando palesemente, che tu, al suo posto, forse avresti fatto anche di peggio.
No, senza forse…
Indossi il tuo cambio per la notte e ti infili sotto il fresco lenzuolo bianco di seta.
Stanotte fa veramente caldo.
Soffi sulla candela e cerchi di prendere sonno, ma il caldo e l’agitazione scaturita dalla discussione con Marco ti fanno sudare e il lenzuolo sotto di te pare scottare e finisci con il girarti e rigirarti nel letto senza successo, poi decidi di dormire nudo e getti la camicia di lino ai piedi del letto, infine riesci a prendere sonno, ma è un sonno leggero e disturbato, fa davvero troppo caldo…
Un lieve fruscio delle lenzuola ti sveglia, sobbalzi ed accendi subito la candela.
“ Ma cosa diavolo…”
“ Salve Riccardo…”
“ Vittorio! Cosa fate nel mio letto?!” Esclami, confuso, insonnolito, adirato ed imbarazzato.
“ Permettetemi di farvi vedere cosa ho imparato in Francia…”
Ed hai la netta sensazione che non stia affatto parlando di arte.
Solo ora noti che è a petto nudo.
“ Che ci fate nudo? Che fine ha fatto la vostra veste?!”
E lui ammiccando ti indica il pavimento.
“ Rimettetevela e andate subito via!”
“ Cielo Riccardo, scusatemi, avete ragione, pensavo che anche voi avevate sperimentato il sesso, bè Logan’s street è famosa per questo genere di cose…comunque perdonate la mia audacia, volevo solo trascorrere la notte con voi.”
“ Non è per questo, è perché io…Oh lasciamo stare, andate vi prego.”
“ Si, e scusatemi ancora.”
Vittorio fa per alzarsi ma il piede gli si incastra nel lenzuolo attorcigliato ai piedi del letto e sbilanciandosi ti finisce sopra…e come nel peggiore dei cliché….Marco apre la porta.
“ Riccardo ho sentito dei rumori, state bene…?....”
….
…..
……
E la scena che si prospetta ai suoi occhi è esattamente questa…
Una candela che si consuma lenta sul tuo comodino.
Il caldo soffocante della stanza.
La tua veste per terra, accanto a quella di Vittorio.
Il tuo corpo sudato sotto a quello altrettanto sudato e nudo di Vittorio….
Magari se avesse la lucidità necessaria si accorgerebbe che tu indossi la biancheria intima a differenza di Vittorio, ma questo dettaglio gli sfugge facilmente….
Sai bene quanto possa essere arguto e pacato e sai bene quanto ci metta veramente poco a diventare l’opposto, a diventare precipitoso e nervoso.
Il lungo silenzio pare darti un pugno.
Marco ti guarda con disprezzo, per un attimo temi che picchierà Vittorio, ma infine chiude la porta e va via, così in religioso silenzio senza dire o fare…nulla….E la cosa ti preoccupa ancora di più…
….
…….

Vittorio si è rivestito e poi ti ha dato le spalle per permetterti di fare altrettanto.
Giri per la stanza come una tigre in gabbia.
Sei nervoso e rosicchi le tue unghie.
“ Sono terribilmente spiacente, non pensavo che voi e vostro fratello adottivo….si, ecco…non pensavo…Vedrete basterà che io vada via e che voi gli parliate non appena si sarà calmato…e tutto si sistemerà…”
“ Tutto si sistemerà? Voi non lo conoscete, è testardo, prepotente, orgoglioso e…”
“ Parlate di lui o di voi Riccardo?”
E sospiri….
“ Non c’è bisogno che andiate via stanotte Vittorio, domattina con calma potete farlo con più tranquillità e la luce del giorno…tanto ormai il danno è fatto….”
“ Non può essere un tipo tanto irragionevole….”
“ Oh si invece, figuratevi che era contrario alla mia partenza per Londra, io andai comunque e gli scrivevo regolarmente, lettere lunghissime, sapete che lui mi rispondeva puntualmente con monosillabi…!?”
….
……
…….

Al mattino presto Vittorio va via…
Vi salutate con la promessa di rivedervi non appena si saranno calmate le acque….
Dio solo sa quando…
E risoluto ti rechi nello studio che fu di tuo padre…
La stanza conserva sempre un buon profumo, Marco ti ha sentito entrare ma si ostina a non guardarti riversando tutta la sua attenzione alla carte che sta leggendo e studiando.
È seduto dietro la grande scrivania.
Intorno l’arredamento è semplice ma ben curato.
“ Marco?” Azzardi…
“ Cosa volete?”
“ Ehm…” sei nervoso, poi cerchi di impiantare il discorso.
“ Marco, per quanto riguarda questa notte…io…”
“ Non mi interessa ciò che fate.” È la sua fredda e lapidaria risposta.
“ Ma io non ho fatto nulla.”
“ Certo, voi venite a dire a me, a me! Che due uomini sudati a letto non stavano facendo niente! Mi credete tanto stupido?”
“ Tra di noi è sempre bastato uno sguardo per intenderci, guardatemi…vi prego…”
Ma la sua risposta ti gela il sangue nelle vene…
“ Non desidero guardare una sgualdrina come voi.”
….
…..
…..
In un impeto di rabbia strappi via dalle sue mani le carte che continuava ad osservare e le getti con rabbia sul pavimento.
“ Come avete osato chiamarmi?!”
Marco sbatte una mano sul tavolo, producendo un tonfo potente.
Si avvicina minaccioso a te.
E tu istintivamente indietreggi, hai sempre avuto davanti un giovane uomo che proteggeva un ragazzino,tu; adesso hai davanti per la prima volta un Marco nuovo, un uomo che brucia di gelosia per un ‘altro uomo, per te.
“ Fate ciò che vi pare, fate solo attenzione a non beccarvi la sifilide come la vostra defunta madre.”
Il tuo schiaffo giunge puntuale.
Le sue parole sono troppo graffianti, è palese che ti vuole fare provare lo stesso dolore che avrà provato lui a trovarti a letto con un ‘altro, ma questo non ti basta per giustificarlo sta toccando un tasto troppo dolente.
“ Smettetela di offendermi! Vi ripeto per l’ultima volta che non è successo nulla, se solo mi lasciate spiegare….!”
“ Non voglio ascoltarvi!”
Ti urla contro.
“ Maledizione a voi!”
“ Certo per me non siete pronto, ma per il nostro caro Vittorio siete pronto eccome!”
“ Non è successo niente!”
“ Bene! Dimostratemelo.” E si poggia indolente alla parete bianca poco dietro di lui.
“ Come?”
“ Avete inteso.”
“ No…no…io non posso…non così…io…”
“ Smettetela di fare il santarello.”
“ Smettetela voi.”
Marco ti da le spalle, poi si rivolta a guardati.
“ Siete abbastanza maturo adesso.”
Cosa?
….
……
………
“ Cosa intendete dire?”
“ è presto detto, siete cresciuto, potete badare voi al vostro patrimonio, io vado via.”
“ Via?! Via dove? Siete troppo impulsivo Marco.”
“ Da che pulpito.”
“ E dove vorreste andare?”
“ Non è affar vostro…”
“ Volete tornare alla vita di strada?! Siete impazzito!”
“ Sempre meglio che stare con uno come voi.”
Lo colpisci nuovamente, stavolta con un pugno.
Marco ride amaramente.
“ Spero che il resto lo sapete fare meglio di come date i pugni.”
Ti senti distrutto e ferito.
Non ti importa della sofferenza che sta provando Marco.
Ti senti a pezzi, e non sai come fare per farti ascoltare.
Versi una lacrima, e piano inizi a spogliarti.
Sussurri fiocamente:” D’accordo, ho solo un modo per dimostrarvelo…” Ed altre lacrime seguono la prima.
Marco scuote la testa ed esce prontamente dalla stanza dicendoti solo: “ Ho bisogno di stare solo per un po’.”
Senti i suoi passi che stanno per scendere le scale e gli urli dietro….
“ Tornerete…?”
“ Forse.” È la sua risposta prima che tu possa udire la porta di casa Savio aprirsi e richiudersi con rabbia.
Rimani al centro dello studio, tra i fogli bianchi sparsi sul pavimento, indossi ancora i pantaloni, rimani con la camicia in mano, a petto nudo, ed il tuo pianto sgorga incessante dai tuoi occhi azzurri.




Vaghi per le stradine di Venezia, infine decidi di passare alcuni giorni in una piccola locanda, poi si vedrà…
Ti massaggi le tempie, e sospiri.
Hai esagerato, non volevi offenderlo a quel modo, ma trovarlo tra le braccia di un altro ti ha offuscato i sensi….
Hai perso il controllo di te.
Adesso sei confuso e ferito.
Non sai se credere alle parole di Riccardo oppure no…
Non sei molto abituato a fidarti della gente…Il signor Fabrizio e Riccardo sono stati gli unici a cui hai dato veramente fiducia…e ti senti come uno straccio vecchio…

Love it has so many beautiful faces
Sharing lives and sharing days
My love it has so many empty spaces
I'm sharing a memory now I hope that's how it stays
Now I'm deep inside love and still breathing
She is holding my heart in her hand
I'm the closest I've been to believing
this could be love forever
All throughout my life the reasons I've demanded
But how can I reason with the reason I'm a man
Oh, oh yeah, ummm huh
In a minute I'm needing to hold her
In an hour I'm cold, cold as stone
When she leaves it gets harder and
harder to face life alone
Now my dreams are filled with times when we're together
Guess what I need from her is forever love
Ooh, ooh yeah oooh umm
Oh, oh yeah
Now I feel forever love oooh
Oh, I feel










Sei al cimitero da tuo padre, sono già tre giorni che Marco non si fa vedere.
Un temporale estivo ti sorprende, ma rimani sul posto, guardi la tomba di tuo padre e non ti sei mai sentito tanto solo.
Ti stringi nelle spalle e le lacrime si confondo alla pioggia….
Ti senti anche tu un po’ morto come tuo padre…Ti senti morto dentro…

Sono io
io son di tutti voi

Sono io la morte e porto corona,
io Son di tutti voi signora e padrona
e così sono crudele, così forte sono e dura
che non mi fermeranno le tue mura...

Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell 'oscura morte al passo andare.

Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora.









Al tuo ritorno a casa il tuo cuore fa una capriola, il cavallo di Marco è al suo posto nella piccola mangiatoia del tuo palazzo.
È tarda sera.
Il sole è andato via da un po’.
Entri in camera da pranzo, credendo di trovarlo lì per la cena, ma il maggiordomo ti dice che Marco è andato a letto senza cenare e che ti raccomanda di mangiare pure da solo.
Probabilmente non è ancora pronto ad incontrarti.
Sbocconcelli la cena, poi ti rechi in camera tua.
Non riesci proprio a dormire.
Bene, se Marco non viene da te, sarai tu ad andare da lui…
E con il cuore in gola percorri il lungo corridoio fino alla sua stanza.
Apri la porta, il suo leggero russare ti fa intuire che stia dormendo.
La stanza è al buio.
Bene!
Adagio ti infili sotto le coperte, con il cuore che pare impazzirti nel petto ed il respiro tremulo.
Prendi posto accanto a lui e gli accarezzi i capelli, poco dopo egli si desta...
“….Riccardo?!” Dice stupito…
Gli tappi la bocca con la tua mano e gli dici tutto d’un fiato.
“ Vittorio è entrato così nella mia camera, io mi ero spogliato perché sentivo caldo, e stavo sudando, gli ho subito detto di non volere fare nulla di nulla con lui.
Egli stava per andarsene quando ha incespicato fra le lenzuola aggrovigliate e mi è finito accidentalmente addosso.
Poi siete giunto voi.
Non è successo nulla, ve lo giuro sulla tomba di mio padre.
Io …Io amo voi, soltanto voi, Marco.”
Poi togli la mano dalla sua bocca.
Ed egli ti bacia con dolcezza.
“ Perdonatemi se non vi ho creduto subito Riccardo.”
“ D’accordo…”
E fai per andartene.
Marco ti trattiene delicatamente per il polso.
“ Restate, non vi farò nulla, promesso.”
“ Va bene…”
“Mi siete mancato da morire…”
“ Anche voi Marco.”
Vi baciate a lungo ed infine ti addormenti tra le sue braccia….



Poco importa se il tuo sesso teso brucia per l’ennesima volta di frustrazione.
Ti senti bene con Riccardo tra le braccia.
Sei a casa…sei con lui…
Va tutto bene…
La nuvola che aveva coperto la luna piena si dissolve, ed i raggi lunari illuminano la stanza.
Lo guardi dormire, osservi i suoi capelli biondi sparsi tra il rosso delle federe dei tuoi grandi cuscini.
Osservi il suo petto alzarsi ed abbassarsi dolcemente e ritmicamente.
Gli baci dolcemente il collo candido ed elegante.
E sfreghi la tua erezione imprigionata nei pantaloni e nella biancheria intima sulla sua coscia morbida, coperta da un leggero pantalone di lino.
Ti muovi piano facendo attenzione a non svegliarlo, e mordendo il tuo cuscino hai un potente orgasmo dentro ai tuoi vestiti.
Rimani bagnato e sconvolto a guardarlo dormire come un angelo caduto nel letto di un peccatore.
Tuo, è solo tuo, non è stato con un altro, è solo tuo, tutto tuo…
Le senti Marco? Sei addirittura venuto per una semplice strusciata…
Lo senti Marco?
Lo sai vero?
Stai impazzendo per amore…
Stai impazzendo….
…..
…….










Continua……






Note:
I vestiti dell’epoca non sono propriamente rispettati perché davvero io non me li immagino a Riccardo e a Marco vestiti come si usava allora, anche se di certo ci stavano degli abiti molto belli ^^


Le canzoni utilizzate sono di Gary Barlow Forever love, eccovi la traduzione:

L’amore ha così tanti bei volti
Condividere vite e condividere giorni
Per me l’amore ha avuto così tanti spazi vuoti
Ora sto condividendo un ricordo spero che rimanga così
Sono immerso nell’amore adesso respiro ancora
Lei tiene il mio cuore in mano
Non sono mai stato così vicino al credere
che questo possa essere amore per sempre

In tutta la mia vita ho chiesto i motivi
Ma come posso convincermi del fatto che sono un uomo

Tra un minuto avrò bisogno di stringerla
tra un’ora sarò freddo, freddo come pietra
Quando se ne andrà diventerà sempre più difficile affrontare la vita da solo
Ora i miei sogni sono pieni dei momenti in cui siamo insieme
Immagino che quello di cui ho bisogno da lei sia amore per sempre
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Oro e argento Empty Capitolo 8

Messaggio Da Yoite011 Ven Mar 16, 2012 12:57 pm

Attenzione : nc 17 X
Non per stomaci delicati.
Linguaggio forte.





“ Demolizione.”





È circa da un mese che tu e Riccardo dividete il tuo letto imporporato di rosso.
Non avete ancora fatto l’amore, ma ogni sera vi addormentate in preda ai baci più sfrenati e alla passione non consumata.
L’autunno sta per inoltrarsi.
L’estate è finita.
Il cielo diventa buio più rapidamente, ed è a causa sua che in un vialetto Riccardo ti ha sorpreso baciandoti sofficemente.
Purtroppo per voi il barone Patrizio Tornelli ha assistito alla scena.
Ed infatti eccolo qui, davanti a te, seduto a sorseggiare vino nella tua sala da pranzo.
Eccolo qui, l’essere abominevole che ti ha sconvolto l’esistenza.
Eccolo qui, è tornato…e con lui riaffiorano ricordi dolorosi come fiori sudati e recisi.
“ Ve lo richiedo, cosa volete?” La tua voce esce graffiante, quasi senti dolore alla gola pronunciando queste poche parole…
“ Bene, parlerò, ero incantato dal sapore del vino delle vostre cantine, perdonatemi…” Ed una risata bassa e oscena esce dalla sua bocca demoniaca.
“ Maledetto bastardo…”
“ Ho visto, voi, e vostro fratello baciarvi….se non volete che ne parli alla polizia dovete darmi qualcosa in cambio…”
Sudi freddo.
Vorresti tanto che fosse un incubo ma non lo è….
Lui, il tuo carnefice, colui che ha reciso la tua innocenza, colui che ti vendeva di continuo al miglior offerente…colui che ti ha lasciato dentro così tanto odio, vergogna ed umiliazione…
“ Io non vi appartengo più, Fabrizio Savio mi ha dato la libertà parecchi anni fa…”
“ Come volete Marco, riferirò tutto alla polizia allora…”
“ Certo! Riferitegli ogni cosa, ditegli di come fate morire l’innocenza, ditegli come mercanteggiate con le persone…!!!”
“ Nessuno ci crederebbe mai, ed anche se fosse, tengo questa città in pugno, molti poliziotti vengono a far visita alla mia merce, cosa volete che mi facciano? Avete solo un’occasione per comprare il mio silenzio, vi voglio Marco. Il mio silenzio in cambio del vostro corpo, un affare equo.”
Equo…
“ Equo un cazzo!” la rabbia ti monta dentro come le fiamme dell’inferno.
“ Ma come siete diventato scurrile Salvatore”.
Come diamine ti ha chiamato…?....Salvatore…
“ Non osate mai più ripetere il mio nome, Salvatore è morto non appena vi ha incontrato nel suo cammino disgraziato!”
Urli e la vena sul tuo collo pulsa e si gonfia.
Muori dalla voglia di picchiarlo, ma ha ragione, maledettamente ragione, tutti sanno in città, ma nessuno fa niente, e se dovesse decidere di accusare te e Riccardo non avreste scampo in quanto la sodomia è punibile per legge, ed in taluni casi prevede anche la pena di morte.
Hai saputo perfino di nobili venir messi al patibolo per tale cagione.
“ Non vi adirate ….Marco, preferite essere chiamato così, giusto? Non è nulla che non avete già conosciuto, non volete mica veder soffrire il fragile Riccardo? Ecco, il vostro corpo in cambio del mio silenzio.”
Stringi i pugni, sospiri…
“ Siamo certi che non parlerete…?”
“ Avete la mia parola…”
Tzè….la sua parola…
Eppure non hai altra scelta…..
Con un cenno del capo lo inviti a seguirti in camera tua.
Fortunatamente è la giornata libera dei domestici e Riccardo è andato a trovare quel suo amico dell’accademia, Vittorio.
Sali le scale che vi condurranno al primo piano della dimora Savio e, ad ogni gradino ripercorri la tua vita.
I campi assolati di Palermo, il mare caldo fino ai primi di novembre.
Tua madre scarna ed affamata, i tuoi dodici fratelli.
Le tue urla, il tuo dolore, uomini, donne, lacrime, indifferenza, indignazione…e poi… e poi Fabrizio…e lui…Riccardo….Tuo figlio morto, la tua prima vera ed unica famiglia…
Riccardo…
Riccardo….
Riccardo……
……………………..
Il barone Patrizio Tornelli ti segue altezzoso e strafottente, ti ha in pugno, come ha in pugno questa città, può ricattarti come a quando vuole, avresti dovuto prevederlo, grave errore….
Eppure vorresti che accadesse di nuovo, Riccardo, luminoso di luna che ti bacia con la sua spontanea ed innata dolcezza…
Il barone Tornelli è alto, ha i baffi lunghi, gli occhi assottigliati come lame avvelenate color violetto, ha i capelli biondi, si dice sia imparentato con un potente nobile tedesco.
C’è chi dice che sua madre fosse una donna molto ricca e che veniva dalla Germania.
Entrate nella tua stanza.
Il tuo cuore muore.
Ti sveste velocemente, scopre il suo membro ed il tutto avviene come avveniva in passato, rapido, doloroso, umiliante.
Ti prende contro la parete, contro la tua volontà.
Entra in te senza preavviso, con cattiveria voluta, ti strizza forte un capezzolo e ti morde con rabbia il collo facendo uscire una piccola goccia di sangue.
Il suo sesso dannato scava dentro di te, pensavi che non sarebbe più successo, ed il solo fatto che tu sia costretto a permetterglielo di nuovo ti causa un conato di vomito…
Ma ti trattieni, non gli darai questa soddisfazione. Ti proibisci di mostrare la tua sofferenza, in questo sei bravo, ci sei abituato…
Affonda!
Affonda con violenza, ti maltratta e gode del tuo corpo martoriato dalle sue spinte brusche e toccate dal diavolo.
In pochi minuti è tutto finito, ma dentro di te è un incubo senza fine.
Rimani nudo e sfinito poggiato alla parete, sbatti violentemente i pugni sul muro.
E lui ride mentre si sistema i pantaloni.
E davvero ti pare un incubo senza fine la figura di Riccardo che ti guarda impietrito davanti la porta.
Da quanto cazzo di tempo si trova lì…?
“ Eri così preso dal nostro amplesso che non ti sei accorto di lui, io invece si, gli ho sorriso tutto il tempo….”
…..
…….
……..
Provavi così tanto dolore che non ti sei accorto della porta che veniva aperta…
“ Ti ammazzo figlio di Puttana!!!” Gli ringhi contro….
“Eh no Marco, i miei uomini sanno che sono venuto qui, ricordati che devi occuparti del tuo fratellino.”
E facendo un beffardo inchino vi saluta e va via, sotto i tuoi occhi impotenti e per questo ancora più iniettati di sangue e rabbia….
Il tuo respiro si fa ancora più intenso, il cuore pare scoppiarti.
Rimani nudo contro la parete….
Volgi il tuo sguardo a scrutare meglio Riccardo…
È pallido e ti guarda confuso…
Devi trovare la lucidità per parlargli, per avvertirlo, per…per…
Ma non la trovi….
Dove diavolo è finita la tua lucidità Marco….?!!!
Cielo! Non la trovi…
“ Riccardo, non è come pensate…”
Ma le tue parole non giungono chiare alle orecchie di Riccardo, egli scappa via.
Maledizione.
“ Porca puttana!”
Fai per corrergli dietro ma ti accorgi di essere nudo e sporco di…di quel demone…
Ti pulirai dopo…
Raccatti i tuoi abiti e li indossi scendendo rapidamente le scale, ma Riccardo è già uscito di casa…
Esci per strada, il buio inghiotte le piccole vie…la luna brilla pallida.
Tu sei sporco, hai i capelli scarmigliati, i vestiti stropicciati e la camicia abbottonata alla meno peggio.
“ Riccardo!” Chiami….ma nulla….




È Una bella serata, finalmente comincia a rinfrescare.
Riccardo passeggia con te al suo fianco.
Profuma di buono, di pulito.
Le stelle sono particolarmente luminose stasera, un piccolo lampione illumina la strada adiacente ma voi siete in penombra.
Riccardo ti sorride e ti bacia…
Sfiora le tue labbra con le sue, è la prima volta che prende lui l’iniziativa.
La punta della sua lingua poggia sul tuo labbro inferiore e poi si ritrae sorridendoti.
Ricambi il sorriso.
Sorride anche lui, da dietro le tendine della sua carrozza. Sorride di malvagità.
Adesso ha l’occasione che aspettava da tanto…



Corri cercando di ignorare il dolore al ventre, il bastardo ci è andato giù pesante, devi trovare Riccardo, e lo devi trovare anche alla svelta.
Devi spiegargli, devi…devi…
Devi trovarlo.
E poi…un tonfo.









Vorresti cavarti gli occhi.
Cosa sta facendo questo signore al tuo Marco….?
Sei talmente sconvolto da non accorgerti che Marco si azzanna il labbro inferiore per il dolore.
Non capisci che Marco non sta partecipando minimamente, non ti accorgi del suo sesso immoto…
Chi è questo signore?!
Sei confuso…
In questo momento non sei in grado di giudicare, senti solo male al petto.
La confusione, la tua inesperienza, il suo sorriso demoniaco, ti offuscano la realtà e percepisci soltanto che Marco è andato a letto con un ‘altro…
Guarda meglio Riccardo? Non ti accorgi che i suoi non sono gemiti ma conati di malessere?
No, non te ne accorgi, non sei in grado di capirlo, sei troppo sconvolto…
Se solo ti sforzassi, potresti capire il dolore di Marco, invece sei accecato dal tuo dolore, quell’uomo sconosciuto è dentro Marco, dentro al tuo Marco…
Non sei in grado di distinguere nulla, né di capire nulla.
Poi se ne va facendo uno strano discorso…
Ti senti ferito ed inutile…
Che Marco si sia stancato di aspettarti…?...
Ma no idiota!
In fin dei conti non ti posso dare tutta la colpa, tu non sai…non puoi immaginare, non ne sei in grado…
Sei caduto su questa terra quando dovresti essere in paradiso.
La tua anima celestiale sbanda, non sa riconoscere quello che accade.
Non puoi capire quanto Marco stesse soffrendo, perché in quel mestiere lì, è diventato bravissimo a fingere…purtroppo…
Marco è orgoglioso, non gli avrebbe concesso di prendere anche la sua sofferenza, ma tu questo non puoi capirlo.
Eppure solitamente vi intendete alla perfezione, ma questo è troppo distante dal tuo modo di pensare, davvero non riesci a carpirlo.
Fuggi, fuggi via da ciò che non conosci, fuggi via da Marco tra le braccia di un altro….
Non puoi sapere quanto sono immonde quelle braccia…
Sei sordo ai suoi richiami…
Corri nel buio della notte, la luce fioca permette una scarsa visuale…
Vuoi morire, vuoi solo morire.
Tu lo ami, lo ami così tanto….
È stato uno spettacolo terribile, un incubo senza fine…
Ti senti come un muro demolito, ti senti distrutto, a pezzi…
Eppure Marco sta peggio di te, ma tu non puoi saperlo.
Non te ne faccio una colpa essere innocente….
La terra sotto i tuoi piedi, il solido marciapiede, e poi….un tonfo.

E poi…un tonfo…




I awake, from blood thick dreams, washing blame, from my knees,
softly done, so secretly, I'm awake as charlie sleeps
a lone brother, a lone sister, a home cover, alone
I awake, dry the scream, spit the vile breath, till my tongue bleeds,
thinks it's all gone, famously, broke the hard girl, good to please
a lone brother, a lone sister, a home cover, alone
Tell it like it is, tell it like it is, tell the sordid truth,
tell them, tell it like it is, tell them.
a lone brother, a lone sister, a home cover, alone









Continua….







Note :
Scusate se non ho recensito rapidamente come mi piace fare, in futuro avrò un bel po’ di impegni, mi scuso in anticipo se non riuscirò ad aggiornare puntualmente come mio solito. Ma vi prometto che mi impegnerò al massimo.
Oltre agli impegni pallosi di lavoro ecc…ho anche degli impegni gradevolissimi…
E voglio dividere questa gioia con voi che avete letto le mie fic…
Mi sposo ^^ Smile Me felice ^^
Magari non c ‘entra nulla con la fic, ma avevo il piacere di comunicarvelo ^^




La canzone utilizzata è una delle mie preferite ovvero Charlie big poteto, degli Skunk Anansie.
Eccovi la traduzione più o meno corretta XD

Mi sveglio da sogni pieni di sangue lavando la colpa dalle mie ginocchia Ho finito silenziosamente così segretamente sono sveglia mentre Charlie dorme

Un fratello solo, una sorella sola un rifugio casalingo, soli

Mi sveglio smorzo il grido sputo il respiro vigliacco fino a che la mia lingua sanguina Crede che sia tutto finito alla grande domata la ragazza selvaggia facilmente accontentabile

Un fratello solo, una sorella sola un rifugio casalingo, soli

Dillo com'è, dì com'è dì la sporca verità dillo a loro, dì loro com'è diglielo

Un fratello solo, una sorella sola un rifugio casalingo, soli.







Spero di aver trattato con i dovuti modi il difficile argomento.
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Oro e argento Empty Capitolo 9

Messaggio Da Yoite011 Ven Mar 16, 2012 12:57 pm

“Preghiera.”




Un tonfo, un tonfo dentro l’acqua. Intuisci che Riccardo sia finito nel canale.
Arrivi al canale e subito cerchi di avere una visuale sull’acqua….
Dannazione, non lo vedi, non riesci a vederlo.
Poi una mano esce dall’acqua.
E poi un viso, è il gondoliere che è solito occuparsi del transito di questa zona di Venezia.
Sta cercando di tirare su….
Riccardo!
Ti getti in acqua senza pensare, è da moltissimi anni che non nuoti, ma hai imparato a farlo giù in Sicilia che eri poco più di un poppante, non puoi averlo scordato, infatti a grandi bracciate raggiungi l’uomo che non riesce a sollevare Riccardo e a riportarlo a riva.
Lo afferri forte e cominci a nuotare in verso contrario, seguito dal gondoliere.
La tua vita è tutta lì, tra le tue braccia, si chiama Riccardo e non respira…
Aiutato dal gondoliere lo adagi sul marciapiede, inizi subito a rianimarlo.
Gli tappi il naso, soffi aria nella sua bocca, premi sui suoi polmoni…
“ Amore…”
Lo chiami, lo scuoti, e finalmente Riccardo tossisce e butta fuori l’acqua, ma un attimo dopo perde nuovamente i sensi…
Almeno il respiro è tornato ad invadere i suoi polmoni.
“ Non so come ringraziarla.” Dici al gondoliere, sollevando Riccardo e correndo verso casa, senza aspettare le risposta del brav’uomo.

Hai fatto chiamare il medico.
Lo stesso che curava il signor Fabrizio e che ha assistito la tua defunta moglie nel parto.
È molto competente, senza di lui il signor Fabrizio sarebbe morto molto presto e se solo Anna avesse scelto per l’interruzione della gravidanza, oggi sarebbe ancora viva.
Lo vedi scuotere la testa…
Che diamine…
“ Cosa?”
“ Vedete Marco, anche il povero Fabrizio Savio era cagionevole nella zona dei polmoni , essendoci anche stato un precedente in famiglia…
L’acqua del canale era piuttosto fredda e Riccardo ne ha ingoiata parecchia, è un miracolo che sia ancora vivo…Ma adesso non so quante possibilità abbia di sopravvivere.”
“ No, ci deve essere un modo…”
Scuoti la testa, ed il maggiordomo cerca di asciugarti i capelli bagnati con un asciugamano, ma tu ti allontani.
“ Dovete tenerlo al caldo, dargli questa erba medica da bere, farlo bere poco comunque, e nutrirlo poco ma dandogli tanta sostanza negli alimenti, certo quando e…se si sarà svegliato…”
“ Si sveglierà!”
“ Per il resto potete solo pregare Marco.”
Pregare?
Non sai assolutamente come si fa…Hai smesso di farlo quando il barone Tornelli ha fatto il suo ingresso nella tua vita…

Fai accendere il camino, ti prepari un bagno caldo, e ancora gocciolante e con il corpo bollente, ti infili sotto le lenzuola abbracciando il corpo nudo di Riccardo…
Lo facevi spesso anche con i tuoi fratelli, quando avevano la febbre, solitamente sudavano molto e poi stavano bene…
Chissà come stanno adesso? Dubiti che siano tutti vivi…
Non sai se questo c’entri molto con il male che ha colpito Riccardo, ma lo fai comunque, non sapendo che altro fare….

Al mattino Riccardo non si sveglia, nel pomeriggio Riccardo non si sveglia….
Fuori piove.
Il maggiordomo ti costringe a mangiare qualcosa, poi riprendi posto accanto a Riccardo.
E si fa sera…e la speranza si affievolisce…
I tuoi occhi castani e profondi sono spalancati nel buio della notte e sembrano brillare sinistramente….

Pregare…
Pregare…
Pregare…

“ …Signore…non ci sentiamo da parecchio tempo.
Mia madre mi diceva di pregare tutte le sere prima di addormentarmi.
Una sera non me lo ha chiesto…il mattino seguente è giunto Patrizio Tornelli.
Io stasera sto riprendendo a pregare, e domattina vorrei vedere aprire gli occhi azzurri di Riccardo…Credi sia possibile?”

Quel cuor perdesti
Per un miraggio
Quel cuor tradisti
Odiar di più, non puó !
La mia voce, senti
Il suo dolor... o no ?
La tua sparí
E io, pazza, t'aspetto !






“ Non ti pregai quando si trattò di mio figlio, perché io…nelle preghiere non ci credo.
Ma stasera voglio crederci disperatamente.
La mia vita, la morte di mio figlio…
Anche Riccardo no…..”


Dimenticar...
O non più vivere
Ormai, salvo...
La notte... la notte... la notte...
Ah !...



“ Signore, se domattina Riccardo non dovesse svegliarsi, fa che allora non mi svegli neppure io…”


Spente le stelle
Col pallido raggio di luna
Piange l'amore
Che si lancia come l'onda poi se ne va
Vuota, la notte
E la sua speranza breve
Ora sgorga l'amaro pianto
Un cuor ferito, disperato passa qua.



“ Lasciaci vivere in pace Signore.
Ho conosciuto la miseria e la degradazione, basta, te ne prego, sono stanco…
Voglio solo il mio Riccardo…”

Dunque fuggisti
I sogni vuoti
Dunque perdersi
I brevi vortici



“ Signore…”
Chiudi gli occhi e stringi forte il corpo nudo e freddo di Riccardo…

Al mattino senti il tuo cuore battere, tocchi il petto di Riccardo…Cielo!
Batte anche il suo…
Ma non accenna a svegliarsi.
Stai per lasciarti andare al pianto, quando un basso mugolio giunge alle tue orecchie.
“ Mh…”
“ Riccardo?!”
“ Ho…fa …me….”
Egli apre con fatica i suoi meravigliosi occhi azzurri.
E tu sgrani i tuoi castani, dalla forma tonda e dolce…
“ Accidenti a voi Riccardo!”
Due corpi nudi, allacciati, tra le tue lenzuola rosse.
La tua stanza in disordine, e il tuo pianto severo.
Non ti è mai piaciuto piangere e lasciarti andare.
“ Ho temuto di perdervi…”
“ Cosa.. mi è ..accaduto…?”
“ Probabilmente non avete visto che la strada era finita e siete caduto in acqua…”
“ Oh…”
Lo accarezzi dolcemente.
“ Quell’uomo?”
Ti chiede triste…
“ Egli mi ha ricattato, lo giuro! Non avrei mai voluto, per voi, per me…Ci ha visti baciare, dovete stare molto attento, non gli dovete dare neanche un minimo motivo per permettergli di ricattarci ancora…è un essere pericoloso, credetemi!”
Riccardo ti scruta poi fa cenno di sì con la testa.
“ Ma chi era?”
“ Un …egli è un…ho promesso a vostro padre che non ve ne avrei parlato…”
“ Secondo me, non me ne parlate non solo per la promessa fatta a mio padre, ma anche perché non volete dirmelo e basta, lo capite vero…? Che posso immaginarlo…”
“ Preferirei non lo faceste…”
….
…….
“ Siete nudo…?”
“ Si, vi ho scaldato con il mio corpo…”
“ Ma quali nobili intenzioni ….”Scherza Riccardo, spezzando la tensione.


Marco ti imbocca, detesti la cosa, ma lui ha insistito tanto, e alla fine hai ceduto.
La notte vi vede abbracciati ed addormentati…

Al tuo risveglio Marco è placidamente addormentato e russa leggermente….Ti ha sempre fatto sorridere questa cosa di lui, tu sei certo di non russare…
Ripensi al ricatto al quale ha dovuto cedere, chi è davvero quell’uomo? Ti chiedi…
Accarezzi Marco nel sonno, accarezzi il suo petto, accarezzi la sua pelle mediterranea, avverti il suo sesso destarsi mentre egli riposa…
Cosa avrà passato Marco nella sua vita?
Accarezzi la sua nuca, poi fai per ritrarti, ma lui ti blocca il polso e nell’incoscienza del primo risveglio ti attira a se….
“ Vi prego, non toccatemi mai più così Riccardo o temo di non riuscire a controllarmi…”
“ Po…potete toccarmi …anche voi…”
Marco inclina la testa di lato e davvero non se lo fa ripetere, ti accarezza tutto, ovunque.
Ovunque tranne che lì…
Finalmente le sue dita sfiorano il tuo pene.
E tu ti tendi e gemi sussultando…
Uno strano calore ti pervade dentro….e ti ritrovi a sospirare sempre più velocemente mentre la mano di Marco ti conduce all’estasi…
Rilasci il tuo seme tra le lenzuola e facendolo colare tra le falangi di Marco…
Bruscamente ti scansi…
Ti senti sconvolto, non avevi mai provato nulla di simile, nulla di così stravolgente.
Marco struscia il suo bacino sul materasso…
E capisci cosa lo stia turbando e, cercando di superare l’imbarazzo sfiori il suo sesso…
Marco geme piano.
“ Nh…Riccardo, non dovete per forza, posso fare da solo…”
Non rispondi ed impacciatamene copi i suoi gesti di poco prima, egli viene sulla tua mano poco dopo e rimani affascinato a guardare il suo seme colarti sulla mano.
Marco l’afferra, la lecca, e la pulisce, tu sei ancora più sconvolto ed imbarazzato, osservi le tue dita sparire dentro la sua bocca carnosa e ti senti stordito.
Ma quando Marco cerca di montarti ti riscuoti violentemente, e le paure ti sbattono dritte in faccia.
“ No!” Quasi lo urli, e Marco si blocca all’istante.
“ Non voglio Marco…” Aggiungi.
Ti fissa dentro agli occhi, cercando di scrutarti l’anima, il suo sguardo affranto è la cosa più struggente che tu abbia mai visto.
Scivola via da te e si alza dal letto recuperando i suoi pantaloni.
Il suo sguardo ferito ti pugnala il cuore.
Egli esce dalla stanza.
E non fa più ritorno per molte ore.

Il maggiordomo è venuto a cambiarti le lenzuola.
Ti senti triste, non vuoi che Marco pensi che lo hai rifiutato per via del suo passato, Perché conoscendolo, sai perfettamente che lo sta pensando in qualche angolino della sua anima.

Quando egli ritorna in camera ti ha portato la cena.
Mangiate in silenzio, davvero non sai trovare le parole…
“ Marco io…”
“ Non c’è bisogno che dite nulla.”
“ Ma io…”
“ State attento al barone Tornelli mi raccomando…”
Poi fa per uscire nuovamente dalla stanza.
“ Andate via di nuovo?”
“ Si è meglio così. Dormirò nella vostra stanza, voi potete pure restare qui.”
“ Non voglio che andiate via…”
“ Non mi pare che voi mi abbiate dato retta tutte le volte che ve l’ho chiesto io….”
Vedi le sue possenti spalle allontanarsi, e poi chiude la porta senza degnarsi di guardarti.
Che stronzo quando fa così!
Sei contrariato oltre l’immaginazione, ma sei ancora troppo debole per muoverti, raggiungerlo e litigare…

Passano i giorni…
Non riuscite assolutamente ad affrontare l’argomento…
Non riesci a dirgli che il suo passato non c’entra…
Non riesci a dirgli che lo ami davvero, ma che non ti senti pronto…
Non riesci a dirgli che il tuo rifiuto nasce solo da una paura inconscia….
Poi Marco è nervoso anche per un altro motivo.
È nervoso a causa del barone Tornelli….
Teme possa ancora usarlo e ricattarlo, teme per te…
Anche se non te ne ha parlato sai bene che da un lato vorrebbe fuggire insieme a te, e dall’altro vorrebbe mantenere la promessa fatta a tuo padre sul prestigio della sua casata.
Come sai molto bene, che se solo potesse, lo ucciderebbe…
Non ti piace vederlo così, ha già sofferto abbastanza!
Sei tornato a dormire nella tua stanza e lui nella sua…
Un po’ perché egli teme di non riuscire a controllarsi, un po’ per farti dispetto…
Comunque, in questo momento il pericolo più grande è il barone Patrizio Tornelli.
Fissi la tua immagine allo specchio…
Si, le somigli proprio tanto.
Davvero tanto…
Ed è la prima volta in vita tua che ne sei orgoglioso…
Decisamente orgoglioso…
Un pensiero squarcia il tuo cervello…
…..
………
Susan Derry ne sarebbe stata capace e tu non sarai da meno.
Hai imparato parecchio da lei negli ultimi due anni della sua vita.
Si, lei ne sarebbe stata all’altezza, e tu non sarai da meno per niente….
…..
…….
Estrai dal terzo cassetto del tuo comodino, l’unico regalo di tua madre.
Un regalo che a sua volta le era stato donato da sua nonna.
Un anello con una pietra preziosa blu cobalto.
Lo indossi.
Non è inusuale per gli uomini di nobile casata portare un anello simile…
Solo che questo anello, è, come dire, speciale…







Continua….










La canzone utilizzata è di Emma Shapplin, si intitola spente le stelle…vi consiglio l’ascolto…a mio avviso è stupenda.
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Oro e argento Empty Capitolo 10

Messaggio Da Yoite011 Ven Mar 16, 2012 12:58 pm

“ Reminiscenze dal passato e la morte di …”




Hai lasciato Marco che dormiva con le sopracciglia corrucciate, solitamente fa così quando ha un incubo.
Gli hai lasciato un bigliettino con su scritto:

“ Vado da Vittorio.”

Speri che ci creda, se dovesse svegliarsi durante la notte…
In ogni caso speri di tornare prima dell’alba e prima che si svegli Marco.
Almeno così dovrebbero andare i tuoi piani.
Sei a bordo di una gondola, molte altre ti affiancano, vi state recando nella residenza del barone Tornelli, stasera non c ‘è la luna in cielo, l’acqua sembra un pozzo nero senza fondo.
È la sera perfetta, quella che aspettavi da giorni…
La sera del ballo in maschera a casa del barone Patrizio Tornelli.
Indossi un lungo mantello di velluto nero, la tua maschera dorata, e l’anello di tua madre.
Un anello con una pietra preziosa blu cobalto…
Marco ha fatto sempre tanto per te, è il momento di fare tu qualcosa per lui.
Speri solo non si svegli prima del tempo.
Il tuo cuore batte velocissimo.
Giungete a destinazione.
Entri camminando con innata grazia e leggiadria dentro la dimora del diavolo…
Preghi e cerchi di fermare il tremore delle mani, non devi avere paura.
La musica ti crea da subito uno stato di confusione mentale, è normale, sei troppo nervoso.
Rilassati Riccardo.
Dietro le maschere dei vari nobili non riesci riconoscere il barone Tornelli, poi però….
Lo vedi!
Sta in piedi accanto al pianoforte, il giovane che lo suona indossa la maschera, ma dalle note tristi puoi capire il suo stato d’animo…
Deciso ti avvicini…
“ Barone Tornelli, posso parlavi in privato?”
Egli si volta, ti osserva, ti scruta da dietro la sua maschera nera e lucidissima, indossa un mantello rosso maculato, e ti sovrasta blasfemo.
“ Chi siete?”
“ Seguitemi vi prego, non ve ne pentirete…”
E adoperi tutta la sensualità della quale davvero non ti sentivi capace, ma che invece possiedi, e menti, come non credevi di essere capace, e sei la perfetta copia di tua madre…
“ Seguite voi me, ho i miei alloggi privati…”
“ Oh, naturalmente.”
Perfetto, tutto procede secondo i piani, sarà lui a condurti nelle sue stanze, lussurioso e presuntuoso com’è, non avrebbe potuto non accettare il tuo invito.
E ti fa schifo essere così ossequioso ma sarà per poco, davvero per poco, almeno speri.
Attraversate un interminabile corridoio, poi lui apre una porta ed entrate nel buio della stanza.
Il barone accende poche candele.
Noti subito che siete in una delle sue stanze da letto.
“ Normalmente piace a me cacciare, ma stanotte non penso che mi farà male accettare la proposta che viene da voi, mio giovane cacciatore; oh per essere chiari, non mi piace stare sotto…se capite cosa intendo…”
“ Capisco e si dia il caso che a me piace starci invece.”
“ Bene, ci intendiamo alla meraviglia. Le vostre spalle e la vostra voce, per quanto possa essere mitigata dalla maschera, mi fanno intuire che siete giovane, sapete come soddisfare un uomo…?”
“ Certo, e la mia giovinezza può solo essere un pregio…” Che interpretazione Riccardo, i miei complimenti.
“ Ottimo….”
Da sotto il mantello estrai una bottiglia di vino.
“ Non prima di avervi servito del buono vino.”
“ Ottima idea.”
Osservi il barone Tornelli prendere due calici.
Te li porge, ti imponi di non tremare sfiorando le sue dita.
Riempi i calici.
Lui sorseggia il vino tu sei costretto a bere per non insospettirlo.
La testa ti gira immediatamente, ma tra poco girerà ancora più forte anche a lui…
Infatti…
La musica copre il rumore del suo calice che va in frantumi sul pavimento in marmo levigato e lucidissimo.
Egli scopre il viso e lo puoi osservare rosso e sudato.
“ Maledetto che mi avete dato….? Come avete fatto? Chi diamine siete?”
E togli la tua maschera….
“ Voi, piccolo Savio….!?”
“ Si, io…”
“ Che mi avete fatto?”
“ Vi ho avvelenato signore.” Dici con una tale cattiveria che …si, anche questa non credevi ti appartenesse…
“ Ma come? Ho tenuto sotto stretta osservazione il vostro anello e non lo avete aperto!”
Lo vedi portarsi le dita alla gola e diventare sempre più paonazzo in volto.
“ Era solo un diversivo, sapevo bene che un trucchetto del genere con voi non avrebbe funzionato.
Molti nobili lo usano per drogare o avvelenare, ma eravate così preso dall’osservalo da non accorgervi che l’altra mano agiva liberamente…Me lo ha insegnato mia madre.”
Apri l’anello e gli mostri il contenuto…vuoto!
Apri l’altra mano ed un sacchettino di pelle fa bella mostra di sé…
“ Maledetto!”
“ Avete finito di tormentare Marco.”
Il barone Tornelli a sentire il suo nome, ride sprezzante, sputando una grossa quantità di bile.
Si accascia piano al suolo.
E ti sibila contro…
“ Marco…
Marco…
Siete uno sciocco Savio, è il lavoro di Marco farvi sentire importante, si dimenticherà di voi, come di tutti i suoi clienti, parola mia, non ho mai incontrato puttana migliore!”
Per nulla toccato dalle sue parole, false e bugiarde, lo osservi esalare gli ultimi respiri…
“ Marco era costretto a farlo, la più grande puttana che io abbia mai incontrato si chiamava Susan Derry.”
Il barone rotea gli occhi e prima che non possa più udirti affermi fiero:
“ Ed era mia madre!”
Il barone Tornelli muore guardandoti con odio.
Ha fatto male a sottovalutarti…
Incredibilmente perdi tutta la tua baldanza, ora che è tutto finito ti pare di aver vissuto un brutto incubo.
La testa ti gira, ma devi allontanarti in fretta, prima che qualcuno ti scopra, fortunatamente fra tutte queste maschere sarà impossibile che qualcuno ti veda, rindossi la tua maschera d’orata e con calma ed eleganza lasci l’oscena festa dell’orrore…




Susan e Fabrizio.



Ti piace cavalcarlo e sentire il suo sesso scavare dentro di te.
Fabrizio ride sempre quando inverti le vostre posizioni e ti metti sopra di lui.
Il suo sguardo si addolcisce e si diverte a vederti prendere il comando.
Vi siete incontrati ad un ballo in maschera e lo hai sedotto con naturalezza.
Di tutte le cose brutte che hai fatto, prendere in giro Fabrizio Savio è l’unica che di tanto in tanto ti fa sanguinare il cuore.
Lui e la sua dolcezza, lui e le sue mille attenzioni.
Lui e le sue rose.
Tu e le tua freddezza fuori dal letto.
Tu e le tue bugie, tu e i tuo tradimenti.
Tu che non puoi essere libera.
Tu che sogni un futuro con un’ Italia dove sono le donne a prendere il comando.
Tu che sogni di essere regina d’Inghilterra.
Chi sei in realtà Susan?
È davvero di Fabrizio il figlio che aspetti?
Chi sei?
Chi sei?


La gente stava li
in abito da sera,
composta si avviò
sui palchi e giù in platea.
L'orchestra cominciò
e poi si alzò il sipario
e apparve Turandot
illuminando il buio.
E la sua voce
un canto diventò,
appassionato,
e il pubblico ascoltò
restando senza fiato.
"ll mio mistero è chiuso dentro me"
e il suo segreto un gioco diventava,
mentre cantava
"Il nome mio nessuno mai saprà".
ll tempo si fermò
e ormai non si capiva,
se cominciava un sogno
e la realtà finiva.
"Il nome mio nessuno mai saprà"
e appassionato,
il pubblico applaudì,
quel canto disperato.
"ll mio mistero è chiuso dentro me".
E il suo segreto un gioco diventava
mentre cantava,
"Il nome mio nessuno mai saprà"
"ll mio mistero è chiuso dentro me"
E il suo segreto un gioco diventava
mentre cantava,
"Il nome mio nessuno mai saprà".








Sei nervoso, sei l’emblema del nervosismo, e strappi con rabbia quell’insulso bigliettino.

“ Vado da Vittorio.”

Ma ti ha preso per scemo quell’idiota!?
Hai trovato questo inutile biglietto da pochi minuti, ed hai subito capito che era una bugia, guarda caso lui esce di casa la sera del ballo in maschera a casa Tornelli…
E tu che lo avevi perfino avvertito!
I tuoi sospetti si fanno fuoco davanti all’assenza della sua maschera d’orata, ci sta solo la tua, quella argentata.
Afferri la spada e stai per uscire a cercarlo, ucciderai il barone Tornelli, poco importa il carcere, la pena di morte, e tutto il resto, vuoi solo ammazzarlo!
Apri la porta e splendente quanto il sole che sorge lento alle sue spalle ci sta un ubriaco Riccardo…
È appena l’alba.
Non sai se provare, sollievo, odio, rabbia, amore, paura, affetto, delirio, davvero non lo sai…
“ Che cosa è successo Riccardo?!” Dici con la voce strozzata.



Marco, il giorno prima di incontrare Fabrizio.


Sdraiato, tra corpi di uomini e donne che hanno goduto di te e che ora dormono placidamente, ti senti sporco.
Vuoto.
Ti senti buio.
Ti alzi scansando i loro corpi lascivi che hai dovuto toccare per tutta la notte e ti affacci alla finestra…
Guardi di sotto, il piano è sufficientemente alto per…
Per morire buttandosi di sotto…
Sarebbe solo il tempo della caduta, poi moriresti sul colpo…
Non ti interessa andare all’inferno o in paradiso, vuoi semplicemente smettere di esistere.
Punto.
Vuoi solo scrivere la parola fine.
Domani incontrerai quel pittore…
Morire? O accettare l’ennesimo incarico…?
Eppure tu sei sempre stato coraggioso e volitivo, non è da te pensare al suicidio.
Almeno non per ora….







Vi fissate per un lungo istante, Riccardo ti guarda con gli occhi lucidi e tu ti senti disperato.
“ Vi ha fatto del male?”





Riccardo Savio a sette anni.


In braccio a tuo padre nulla può spaventarti, da grande sarai proprio come lui.
Non come quella algida donna del nord Europa che fa la sciocca per casa.
“ Padre?”
“ Si…?”
“ Da grande voglio diventare un pittore come voi, e voglio imparare a leggere i grandi classici.”
Il sorriso di tuo padre ti riempiva di gioia.
Ti riempiva di quelle attenzioni affettuose di cui ti svuotava tua madre.
Non la sopporti proprio quella donna glaciale e disinteressata a te…
Ti chiedi come possa una madre ignorare così il proprio figlio…
Fortunatamente tuo padre è un uomo buono e giusto.





“ Lui è morto Marco.”
Cosa diamine ti ha appena detto Riccardo?!
“ Cosa? Siete ubriaco fradicio, non dite assurdità, piuttosto ditemi, vi ha fatto del male? State bene?”
“ é morto. È morto davvero Marco. Il barone Tornelli è morto. Ho mal di testa.”
Lo abbracci forte, non sei ancora certo di cosa sia successo, non sai se è vero che il barone sia morto, non sai cosa ha fatto a Riccardo.
Riccardo ubriaco e arrendevole tra le tue braccia.
Lo osservi perdere i sensi, e il tuo cuore perde un battito.











Continua…..
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Oro e argento Empty Capitolo 11

Messaggio Da Yoite011 Ven Mar 16, 2012 12:58 pm

“ La rabbia di Marco.”


Un vero amore non sa parlare.( W.Shakespeare.)





Riccardo dorme nel suo letto.
Tu lo guardi seduto sul bordo destro del materasso.
Il tuo animo è turbato.
A quanto ti ha riferito il maggiordomo, al rientro del suo giro al mercato per comperare della frutta, è proprio vero..
In città non si parla di altro, stamani è stato rinvenuto il cadavere di Patrizio Tornelli.
Riccardo era ubriaco ma sufficientemente lucido per dirti la verità.
Hai ancora un magone in gola.
Lo hai avuto per tutto il tempo, mentre lo spogliavi per poi aiutarlo a coricarsi.
Ti sei sentito sollevato quando scrutando il suo corpo non hai notato i segni tipici della violenza…
Eppure il magone non ti abbandona, sei nervoso e non sai spiegarti bene il perché…
Riccardo sospira e lentamente si sveglia.
Subito porta una mano alla testa.
“ Mh…che dolore!”
“ Non avreste dovuto bere…” Dici serio.
“ Non ho potuto farne a meno…”
“ Raccontatemi….”
E Riccardo ti racconta tutto.
La sua seduzione, il vino, l’avvelenamento…Tutto.
“Vi ho liberato di lui Marco, non mi credevo capace di tanto ma…era necessario.”
“ Non vi ha fatto del male vero?”
“ No, state tranquillo.”
“ Tranquillo!” Quasi urli.
“ Parlate più piano Marco, mi scoppia la testa ed il vostro atteggiamento sta cominciando ad urtarmi….” E ti guarda un po’ scocciato del tuo fissarlo indolente.
Ha i capelli lunghi e scombinati sulle federe color crema.
Ha un viso bellissimo, nonostante le occhiaie che gli sono spuntate a causa della turbolenta nottata e del bicchiere di vino indigesto per il suo fisico non abituato con conseguente sbornia…
I suoi occhi azzurri scintillano di rabbia.
“ Non sembrate contento Marco…”
Scatti in piedi.
“ No diavolo! Non lo sono! Mi avete privato della mia vendetta personale, era una faccenda che riguardava me, se c ‘era qualcuno che doveva ucciderlo, quello ero io! Non capite?!”
“ No, non capisco, vi ho aiutato, fine del discorso.”
“ Mi credevate incapace di difendermi da solo?!” Dici irato.
“ No! Certo che no! Solo non sareste stato libero di agire, avreste avuto difficoltà a muovervi a casa Tornelli.”
Ridi amaramente. “ Io ci sono cresciuto a casa Tornelli!”
“ Non è questo il punto! Ma come fate a non capire!? Avrebbero potuto riconoscervi, e di certo la vostra rabbia avrebbe preso il sopravvento facendovi fare una mossa azzardata, ero più adatto io, essendo più discreto anche fisicamente, tutto qui, voi eravate troppo coinvolto, non eravate libero di agire a causa mia.”
Si solleva dal letto e ti guarda fiero, ma barcolla ancora per via del vino, si risiede malamente sul grande letto e ti fissa sfidandoti.
“ Non guardatemi così! Cristo Riccardo! Vi avevo chiesto di stargli lontano!
Ogni volta che vi dico una cosa, voi fate il contrario! Avete rischiato!”
“ Si, ma adesso sono qui.!
“ Non dovevate intromettervi!”
“ Non mi aspettavo esattamente un grazie, immaginavo vi sareste arrabbiato per la mia decisione, ma adesso state esagerando. Era il mio modo per sdebitarmi…”
“ Voi non siete nessuno per prendervi la mia vendetta!”
Alla tua affermazione lo vedi sgranare gli occhi e diventare rosso sulle gote.
“ Io non sarei nessuno! Oh! Però sembro essere qualcuno quando si tratta di volermi portare a letto!”
Lo fissi irritato.
“ Certo! Anche qui…Per me non siete pronto, per l’assassinio si! Ammettetelo.. voi non mi amate abbastanza!”
“ Cosa?!” Riccardo ti viene incontro barcollando e si solleva sulle punte dei piedi per fronteggiarti meglio. E ti sibila contro: “ Ho ucciso per voi.”
“ Io dovevo preservare la vostra innocenza, il signor Fabrizio non ne sarebbe felice!”
“ Bene! La mia innocenza per voi perde di significato sotto le lenzuola però. Siete solo uno sciocco, la verità è che siete solo irritato per non avere ucciso voi Tornelli, e siete ancora più irritato perché sapete quanto sia vero che il mio stile discreto è migliore del vostro.”
“ Stile discreto?! Porca puttana! Certo mentre voi passavate la giovinezza a fare scarabocchi io…io, lasciamo perdere, voi non sapete nulla di me!”
“ Scarabocchi?! Razza di idiota! Non usate questo linguaggio con me! E poi è inutile che tacete, so bene chi eravate!”
“ No, invece non sapete abbastanza.”
“ Lo saprei se voi me lo diceste.”
“ No! Non è affar vostro.”
“ E cosa è affar mio? Soddisfarvi a letto e basta?”
“ Esatto! Purtroppo non siete buono neppure a quello!”
Sei furioso e non ti rendi nemmeno conto di quello che dici ormai.
Lo vedi esplodere letteralmente, ti getta addosso tutti i cuscini, e i pennelli che teneva sul comodino.
Ti da uno schiaffo, poi un altro.
Un altro ed un altro ancora, e ancora…
“ Smettetela Riccardo!”
Un altro schiaffo ti giunge in risposta.
Riccardo si dibatte come una furia contro di te colpendoti alla cieca, è rosso in viso, ed i capelli gli ricoprono tutta la guancia destra, nascondendo il suo occhio, mentre il sinistro ti fissa con la pupilla completamente dilatata.
“ Come osate?” Ti dice smettendo di dibattersi dopo aver esaurito le forze.
“ Come osate voi Riccardo? Ammettetelo, non mi amate, altrimenti verreste a letto con me.”
“ Questo è un ricatto bello e buono, non vi facevo così meschino.”
“ Un ricatto? Dico solo la verità.”
“ Questa lite non ha senso.”
“ Ne ha per me, mi avete privato della mia vendetta!”
“ Siete un grandissimo idiota!”
Lo baci all’improvviso, con una passione selvaggia, che lo spaventa e lo vedi riprendere a dibattersi come un pesce.
Invadi la sua bocca con la tua lingua e lui protesta.
Ti stacchi da lui, ansimate entrambi cercando aria e ragione.
“ Siete un animale!!!”
“ Oppure c’è anche dell’altro? Temete forse di essere considerato un debole, avete problemi di ruoli? Quale ruolo preferite?”
Lo sputo di Riccardo ti colpisce in pieno viso.
Ridi colmo di rabbia.
“ E poi sarei io il ragazzo di strada…e voi quello dallo stile discreto, alla faccia della discrezione!”
Ti allontani da lui, dal suo corpo bollente di rabbia.
Recuperi la tua lucidità. Non del tutto a dire il vero…
Lo fissi indolente e gli dici freddamente: “ è stata l’ultima volta che vi ho baciato, d’ora in poi, saremo solo fratellastri, gradirei non essere disturbato da scherzi infantili, siete diventato un uomo dopotutto.”
Esci dalla sua stanza.
Attraversi il corridoio, e ti chiudi a chiave nella tua stanza.
Sbatti le mani sul muro.
Avresti davvero tanto voluto ucciderlo tu….
Non avresti mai voluto che Riccardo si macchiasse di tale delitto….
E hai temuto davvero che Tornelli lo avesse violentato, fortunatamente non è successo…
E poi, non sei un ricattatore tu….
Hai solo pensato che Riccardo non ti amasse abbastanza per concedersi, e che il suo modo di ripagarti fosse l’omicidio di Tornelli.
In fin dei conti sai che è un ragionamento poco probabile ma sei estremamente arrabbiato. Non riesci a ragionare, sei scombussolato.
Avresti dovuto ucciderlo tu!
Ti ha privato di tutto…e tu non hai avuto il piacere di vedere i suoi occhi perdere la vita!
Semplicemente hai lasciato uscire tutta la rabbia repressa per anni…
Lo hai fatto con la persona sbagliata però…
Ma al momento davvero non sai chiedere scusa….
Dovresti andartene.
Ma sai già che non vivresti senza di lui, inoltre lo hai promesso al signor Fabrizio.
Maledizione!
Accidenti al tuo caratteraccio.
Accidenti alla sorte.





I giorni passano e tu e Marco siete sempre più distanti.
Non riesci a comprenderlo del tutto.
D’accordo che avrebbe voluto vendicarsi personalmente, ma ha davvero esagerato a dirti tutte quelle cose.
Pranzate in silenzio, uscite ognuno per conto vostro.
Cenate in silenzio.
Se vi incontrate per i corridoi vi ignorate, e ti manca tanto la sua calda passione…
Ma le sue parole ti hanno ferito oltre ogni modo.
Non cederai per primo.
Deve chiederti scusa!
Lui non ha idea di quanto ti spaventi il sesso.
Non puoi farci nulla.
Lui ti fa questo effetto, stare sotto di lui, non avere il controllo della situazione..
Forse…forse un giorno gliene parlerai…
Forse avresti dovuto farlo prima.
Il suo continuo ignorarti ti sta sfibrando.
Anche tu hai esagerato con gli schiaffi e le parole taglienti…Ma non gli chiederai scusa per primo, quello spetta a lui.
Ti manca tutto di lui…
La sua voce maschia.
Il calore della sua pelle compatta. I suoi muscoli guizzanti.
Il profumo della sua cute.
Senti freddo dentro.
Ma come ha potuto dubitare del tuo amore per lui?
È sera tarda.
Entri nel soggiorno e lo trovi a sorseggiare vino accanto al camino.
Una strana atmosfera vi pervade.
I riflessi arancio del camino illuminano la stanza, la legna che scoppietta….
Il profumo del vino.
Lui ti guarda fingendo indifferenza.
….
……
……….
Al diavolo chi deve chiedere scusa a chi!
Al diavolo chi deve farlo per primo .
Al diavolo tutto.
Ti manca Marco…tanto…
“ Non accendete le candele?” Gli chiedi…
Quasi non speri in una sua risposta, infatti egli torna a guardare il suo bicchiere.
Poi si volta verso il camino…Poi si alza e va alla grande finestra che si affaccia proprio al ridosso di uno dei maggiori canali di Venezia.
È nervoso.
Fissi la sua nuca coperta dai folti capelli mossi e castani del sud.
Ti avvicini, allunghi una mano e piano li scosti, scopri la sua nuca e issandoti sulle punte dei piedi gliela baci, piano, sofficemente, ma anche con una dolcissima passione.
La sua reazione ti stupisce.
Egli si gira di scatto nel tuo timido abbraccio.
Ti stringe con passione le spalle e ti addossa con dolce violenza alla parete.
“Mi eccitano i baci sul collo Riccardo, i vostri per la precisione.”
Ti guarda con gli occhi lucidi di vino e passione.
Si avvicina per baciarti, ma poi rimane incerto sul da farsi…
Sei tu ad annullare la distanza fra le vostre labbra.
Sfori la sua bocca carnosa, e davvero non servono più parole, né di scuse né di altro.
Marco approfondisce il bacio, e ti lasci invadere dalla sua lingua speziata di vino, calda e sinuosa.
Marco ti conduce in un bacio dolce e passionale che pare non dovere avere fine.
Ti stacchi piano cercando di recuperare aria, lo abbracci forte.
Egli ricambia la stretta.
“ Vi amo Riccardo.”
“Anche io vi amo Marco.”
Marco ti sfiora dolcemente, ti guarda ammaliato.
Avverti il suo inguine gonfiasi ed il tuo fa altrettanto.
Le vostre erezioni si sfiorano grazie ai movimenti di Marco che si struscia con maestria sul tuo corpo facendo su e giù e spingendo quando fa incontrare i vostri bacini.
Tuttavia egli non va oltre.
Sei tu a prendere l’iniziativa, gemi e gli baci il collo, poi nascondi il tuo viso contro la sua spalla e piano gli sussurri…
“ Ho paura quando fate così, ma contemporaneamente non voglio che vi fermiate…”
“ Cielo! Quindi cosa devo fare Riccardo…?”
Lo stringi convulsamente e ti senti eccitato e spaventato oltre ogni limite.
“ Non lo so…decidete voi per me…”
“ Non posso decidere per voi…”
“ Ve lo sto chiedendo io…vi prego…decidete voi…decidete per me…vi supplico…Marco…”
…..
…….
………

Il piacere è un peccato, ma qualche volta il peccato è un piacere.(Byron)


Bussano alla porta, vi fissate.
“ Chi può essere a quest’ora?” Dici a Marco…
“ Dio Riccardo, speriamo bene….”

….
……..











Continua…
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Oro e argento Empty Capitolo 12

Messaggio Da Yoite011 Ven Mar 16, 2012 1:00 pm

Attenzione: Linguaggio fortino.







“Il rivale.”





Marco ti precede e si reca ad aprire la porta.
Il cuore ti batte veloce….
Che sia la polizia?
“Chi è?” Chiede Marco.
“ Sono Giulio.”
Noti Marco rilassare le spalle e dovresti trovarlo un gesto positivo, non è la polizia, ma …ma c’è qualcosa che ti turba, qualcosa dettata dal tuo sesto senso.
“ è mio cognato.” Ti dice Marco.
Stai per formulare una domanda, quando Marco apre la porta rivelando la figura di questo fantomatico Giulio.
Per un attimo ti si mozza il respiro in gola.
Sembra che ci sia Anna davanti ai tuoi occhi, come se fosse venuta dall’aldilà per riprendersi suo marito.
Giulio è affascinante, troppo…
Ha la pelle chiara simile alla tua, due profondissimi occhi blu e capelli lunghi e nerissimi, sembra un personaggio delle fiabe.
A differenza tua è poco più alto e i suoi capelli sono leggermente più cortini.
Già lo odi.
Cosa è venuto a fare?
“ Cognato, come state?”
“ Bene Giulio, venite dentro! Era un secolo che non mi facevate visita.”
Giulio entra e ti sorride, ma il suo è un sorriso di ghiaccio.
“ Lui dovrebbe essere vostro fratello Riccardo? Quello che prendeva lezioni di disegno a Ferrara e che poi è andato a Londra.”
Quello? Ti ha chiamato quello?! Ma che razza di…
“ Si, è lui.
Riccardo vi presento mio cognato Giulio Sferza, il gemello di Anna. Giulio, lui è mio fratello acquisito Riccardo, adesso anche il mio compagno.”
Per un attimo tiri un respiro di sollievo, almeno gli ha detto che state insieme…
Ma chi è questo Giulio e perché non te ne aveva mai parlato prima?
“ Piacere di conoscerti Richard. Vi chiamavano così a Londra suppongo..”
davvero questo tizio ti da sui nervi…
“ Veramente solo mia madre mi chiamava così…” Gli dici con astio.
Marco ti fa cenno di essere più gentile…e che diavolo!!!
“ Venite Giulio, avrete viaggiato tanto, vi offro da bere.”
“ Gentilissimo Marco, scusate l’ora tarda, ma la mia carrozza ha fatto una deviazione a causa del mal tempo ed ha ritardato.”
“ Non fa nulla, figuratevi…”
“ Si figuratevi…” Fai da eco beffeggiando Marco.
Vi accomodate in salotto, Marco e Giulio bevono del vino.
Accidenti a Marco, che bisogno c’è di essere così gentile…?
Accidenti a questo Giulio preciso ad Anna, antipatico e sensualmente pericoloso…
Accidenti a te che non reggi il vino.
“ Voi non bevete Riccardo?”
“ Non mi piace bere.” È la tua scostante risposta verso Giulio che ti guarda con uno strano luccichio negli occhi.

Finalmente si ci prepara per la notte.
Marco ti guarda per capire dove hai intenzione di dormire…
Ma è scemo?!
Ti infili di prepotenza nelle sua stanza, non prima di avere detto a Giulio: “ Spero che la camera degli ospiti sia di suo gradimento signor Sferza.”

A letto sei nervoso, ti giri e ti rigiri.
Marco ti esorta a parlare.
“ Allora?”
“ Allora cosa?”
“ Suvvia Riccardo so bene che la sua presenza vi ha turbato.”
“ Affatto.”
Ti giri tra le lenzuola rosse, dando le spalle a Marco.
Avverti il tuo uomo sospirare e poi parlare con voce calma.
“ è il fratello di Anna, non posso buttarlo fuori di casa.”
“ Perché non mi avete mai parlato di lui?”
“ Non lo so perché! Ho solo pensato non fosse necessario, in breve non ci ho mai pensato, eravate sempre suscettibile su tutto ciò che riguardava Anna.”
“ E poi, siete certi che ci si possa fidare di lui? Gli avete detto che siamo una coppia.”
“ Si, si ci può fidare, anche lui ama gli uomini.”
Ti sollevi di scatto dal tuo giaciglio e punti i tuoi occhi azzurri in quelli castani di Marco.
“ E voi come sapete che gli piacciono gli uomini?”
Una fastidiosa sensazione ti pervade…
Marco evita il tuo sguardo.
Quasi gli salti addosso e prendi il suo viso tra le mani scrutandolo negli occhi.
“ No Marco! Anche con lui no!”
“ Riccardo ragionate…”
“ Ecco perché non me ne avete mai parlato.”
Attimi di pesante silenzio vi pervadono.
La stanza rossa di Marco pare ardere quanto la tua anima.
Tu gli sei sopra, seduto a cavalcioni, lui poggia la schiena sulla testata in capitonè del suo letto.
“ Quando?” Gli chiedi.
“ Prima di innamorarvi di voi lo giuro. Egli è venuto a trovarmi spesso durante la vostra permanenza a Londra, mi sentivo abbattuto in quel periodo.”
“ Certo, ora capisco il perché delle vostre lettere brevissime, eravate impegnato in altro.”
“ Ero amareggiato, mi avevate lasciato solo.”
“ Ma che giustificazione è? Io accudivo mia madre! Quindi se ora vi dovessi lasciare per un periodo voi correreste tra le sue braccia?!”
“ Ma no, adesso è diverso.”
“ E dite, dato che egli si concedeva, vi ha dimostrato il suo amore?”
“ Per favore Riccardo, quella volta ho detto cose che non pensavo davvero, ero solo arrabbiato, io…sua sorella era morta, eravamo entrambi molto giù di morale…”
“ Ed avete trovato il modo di tirarvelo su a vicenda il morale…Adesso si chiama morale….”
Rotoli nella tua parte di letto e gli rivolgi nuovamente la schiena.
“ Non siate adirato, Giulio è stato messo al corrente del nostro legame, mi ha detto che si fermerà solo un paio di giorni, suvvia..”
“ Suvvia! Suvvia! Ammettetelo Marco, non siete in grado di tenere a bada il vostro arnese!”
“ Non lo posso negare…ma adesso è diverso…riposiamo, vedrete che questi giorni voleranno…”
“ Già, voleranno come il vostro uccello nel culo di un altro!”
“ Riccardo Savio…! Quale finezza.”
“ Deve essere la vostra influenza…”



Al mattino ti rechi in sala da pranzo per fare la colazione.
Lì trovi Giulio.
Serri la mascella e fai come se nulla fosse.
“Buon giorno Richard.”
“ Vi ho già detto di non chiamarmi così Giulio.”
“Marco riposa ancora?” Dice lui, ignorando la tua incazzatura.
“ Si.” Rispondi evasivo.
“ Lo avete stancato a letto?”
….
Cosa? Hai sentito bene?
Lui ti ha appena detto….
Cioè, lui dice a te…
Cioè…!
“ Ma come vi permettete…! Io sono una persona per bene, non sono certo come voi…”
Giulio ti sorride, che idiota che sei Riccardo, sei caduto in trappola, lui voleva solo appurare fino a che punto foste intimi…
“ Sembrate una fanciulla che è stata promessa in sposa, siamo uomini Richard, a chi la dovete conservare la vostra preziosa verginità? Marco ha bisogno di un uomo a fianco, di certo non lo soddisfava a pieno la mia povera sorella, e di certo, non potrete mai farlo voi…”
Ti senti le guance in fiamme, ma come osa?!
Abbandoni la stanza e la casa.
Sali sul tuo cavallo e più nervoso che mai galoppi fino a casa di Vittorio.
Hai proprio voglia di sfogarti.



Ottimo lavoro Giulio, sei rimasto solo in casa con Marco, come ai bei vecchi tempi…
È stato facile raggirare Riccardo, sotto certi aspetti è proprio un bambino viziato!
Il suo volto ed il suo sguardo sono spesso indecifrabili, ma ti sei rapidamente accorto che tende a manifestare tutto non appena si parla di Marco e di sesso, ancor meglio se si accostano le due cose.
Marco entra nella sala da pranzo e si guarda intorno.
“ Cercate il vostro fidanzato Marco?”
“ Si…”
“ Oh è uscito presto, ha detto che doveva fare delle commissioni.”




Sei nervoso, non ti piace quando Riccardo si allontana, specie senza averti avvertito prima.
“ Non sembrate molto intimi voi e il vostro compagno.”
“ Giulio per favore…non tocchiamo l’argomento…”
“ Sembrate molto frustrato Marco…egli non vi soddisfa per caso…?”
Giulio ti viene incontro e poggia il suo corpo al tuo.
Un brivido ti scuote…è da così tanto tempo che non fai sesso…
Giulio ha quegli occhi blu e quel profumo che…
“ Vi prego Giulio, sono un uomo impegnato…”
“ Vi ho visto sprecarvi con mia sorella, ma non avrei mai disturbato il vostro legame, le volevo bene, ma dopo, quando è morta, ho saputo pienamente cogliere i vostri desideri…Riccardo non fa per voi, è troppo pudico…voi avete…bisogno…di…me…”
Ed il tuo amore per Riccardo è forte, tanto, ma anche il tuo istinto è forte e non sei mai stato un santo…
Tu in fin dei conti conosci benissimo il sesso, è una cosa naturale per te.
Ormai è divenuta parte di te…
Giulio ti si addossa nuovamente ed il tuo membro si indurisce…
“ Non posso, amo un altro uomo…”
“ Non sono un tipo geloso, non è necessario l’amore per certe cose…Voi mi piacete Marco, e so che anche io vi attraggo, che altro conta?”
Per anni e anni hai conosciuto solo il sesso…
L’amore te lo ha insegnato Riccardo…ma …ma, il tuo istinto vacilla….
Giulio ti bacia, e la passione si accende…
Lo baci a tua volta e il vostro gioco di lingue surriscalda presto l’atmosfera…




“ Hai capito Vittorio? Mi ha giocato! Figlio di una buona donna!”
“ Ehm…Riccardo?”
“ Cosa!?”
“ Vi ha giocato per ben due volte…”
“ Che intendete…?”
“ Ehm, praticamente vi ha fatto andare via di casa, adesso è solo con Marco, a volte la vostra ingenuità mi spaventa…!”
Di scatto ti alzi dalla sedia e corri a prendere il tuo cavallo!
Per Dio!
Maledetto figlio di…!
E tu razza di fessacchiotto italo-inglese!


Quando entri in casa ti trovi davanti lo spettacolo più orribile al quale potessi assistere.
Marco e Giulio si stanno baciando.
Inutile dire che il tuo cuore si fa in mille pezzi.
Marco si stacca da Giulio.
“ No, ripeto, non posso,amo un altro uomo, io appartengo a Riccardo…vi prego di lasciare questa casa Giulio.”
Giulio si irrigidisce, poi fa spallucce ed un piccolo sbuffo e sorridendo dice:
“ Che peccato, dovrò trovarmi un altro trastullo…bè spero che siate felice cognato.”
Giulio si volta ed incontra i tuoi occhi.
Marco segue lo sguardo di Giulio e non appena ti vede sussulta.
Giulio ti passa accanto e ti saluta a modo suo.
“ Avete vinto …Richard…addio.”
Ma tu non rispondi, non lo guardi neppure, tutta la tua attenzione è focalizzata su Marco.
I vostri occhi sono incatenati ed imprigionati gli uni negli altri.
Rimanete così a lungo, finché Giulio non esce da palazzo Savio.
….
…..
……..
“ Riccardo, lasciatemi spiegare…”
“ No.” Rispondi stranamente calmo, come morto dentro….
“ Avete sentito no? Gli ho detto che vi amo! Gli ho detto di andare via! Io..è stato solo un bacio…”
“ E dite, anche stavolta eravate costretto?”
“ No, ma è stato solo un attimo di debolezza….io…”
Davvero Marco non ti è mai parso tanto bello.
Paradossale?
Strano?
Assurdo?
Si, ma è quello che senti, lo ami da morire, stai soffrendo da morire, lo vedi bellissimo intento a scusarsi cercando di mantenere contemporaneamente in piedi il suo orgoglio, perché è questo Marco, un concentrato di passionalità e orgoglio.
“ Meno male che adesso le cose erano cambiate.
Meno male che voi non avreste fatto più nulla in mia assenza…Sono, parole vostre Marco, le rammentate?”
“ Si e ci credo ancora…adesso più di prima, mi sarebbe bastato poco per farci del sesso, ma mi sono rifiutato per voi.”
“ Non è abbastanza…”
“ Come no?!”
“ Assurdo Marco, siete voi quello offeso per caso…?”
“…”
“ Siete assurdo…”
E ti incammini verso la tua stanza.
Ti chiudi a chiave dentro, ed inizi a trafficare fra le tue cose.
Marco forza la serratura ma capisce che ti sei chiuso dentro a chiave.
“ Non siate infantile, aprite, parliamone, giuro che non accadrà più…io amo soltanto voi….”
Ti siedi davanti allo specchio con le forbici in mano.
Ti guardi a lungo, ignorando Marco.
Sei sempre più simile a tua madre.
I tuoi lineamenti per quanto tu sia di sesso maschile, sono estremamente dolci.
Le tue delicate lentiggini attorno al naso.
Gli occhi azzurri dalle folte ciglia.
Le labbra carnose.
Le gote levigate e senza peluria.
I lunghissimi capelli biondi, lisci e perfetti.
Li odi!
Prendi la forbice e li tagli con un colpo secco, li getti sul pavimento lindo, e poi traffichi con i tuoi bagagli.
Infili pochi indumenti nelle valige e poi apri la porta.
Marco sgrana gli occhi.
“ Cosa avete fatto ai vostri capelli?”
“ Erano infantili, non mi piacevano più…”
“ Riccardo, vi prego, che fate con la valigie in mano….?”
Lo guardi dritto in viso.
La sottile striscia di barba, già… stamani è stato troppo occupato per farsela…
I grandi occhi caldi, castani, virili ma dolci.
La labbra piene, il volto mascolino, il fisico muscoloso ma non troppo, le spalle larghe…
“ Andrò a stare da Vittorio per un po’…”
“ No, io non sono d’accordo…”
E pare l’ennesima scena ripetersi all’infinito.
“ Sono certo che in mia assenza saprete come movimentarvi le giornate.”
“ Riccardo è stato solo un bacio, avete visto no? Gli ho detto di andarsene…”
“ Voi non dovevate baciarlo!” Urli, stavolta urli forte.
“ Perdonatemi. Io…”
“ No, state zitto.”
Esci da palazzo Savio con la morte nel cuore e l’anima in pezzi.
Il petto ti duole e mentre cavalchi nuovamente verso casa di Vittorio, piangi silenziosamente.




Ti senti disperato, hai fatto un’enorme cazzata!
Cedere così ad un istinto basso e volgare…
Stavolta Riccardo ha ogni ragione…
È vero che il desiderio ti tormentava da troppo tempo, ma avresti dovuto comportarti diversamente comunque…
Ti senti vuoto ed amareggiato…
Ti senti in colpa.
Non riesci quasi a respirare tanto è forte l’ansia che ti attanaglia.
Hai sbagliato…
….
……



Anche oggi sei andato a casa di Vittorio.
“ Mi dispiace Marco non vuole vedervi, ha minacciato di bruciarmi casa, di gettarsi dalla torre, anche se non so quale visto che nella mia proprietà non ci sono torri! Ha minacciato di impiccarsi, di digiunare e Dio solo sa che altro…Credetemi, è meglio che gli lasciate sbollire la rabbia per un po’…l’avete fatta grossa Marco.” Ti dice serio Vittorio.
“ Ma lui come sta?”
“ Che domande! Come deve stare? Mangia poco, dipinge tutto il giorno, ed ha un umore impossibile…”
“ Non ve ne approfitterete…vero?”
“ Certo che no! Voglio bene a voi e a Riccardo. E poi ho un compagno adesso, si chiama Alessio.”
“ Come posso farmi perdonare?”
“ Non saprei…è parecchio furioso…”




è notte fonda.
Stai sdraiato sull’enorme tappeto che adorna il pavimento della sala da pranzo…
Il tappeto è morbido e caldo, il suo colore è un misto di crema e giallo ocra.
Pensi a Riccardo ed il pensiero ti strugge…
Sei stato un vero idiota…
Se solo potessi tornare indietro…
Lo ami davvero così tanto….adesso non sai come farti perdonare…
Che vita di merda!
Ripensi ai suoi occhi vuoti e tristi, ai suoi capelli cortissimi.
Forse lui pensa di non avere più un’aria da fanciullo, ma si sbaglia…potrebbe deturparsi con il fuoco, la sua aurea di purezza non cesserebbe di aleggiare su di lui.
Riccardo è un miscuglio tra la moralità di suo padre, la sua gentilezza, e la passionalità straordinaria della madre, nonché la sua finezza ed eleganza nei modi così in contrasto con il suo pensiero.
Riccardo è tutta la tua vita, senza di lui sei nulla.
Una ex -puttana senza senso…
Non sai davvero che fare, sai solo che stare senza di lui è un castigo orrendo.
Stavolta pregare non servirà a riaverlo…
E tutto per una stupida debolezza!
Ripensi a tutte le cattiverie che gli hai detto…
Sai bene che lo avresti aspettato a vita….
Sai bene che, anche se il vostro rapporto non era fisico, e la cosa ti scocciasse parecchio, non lo avresti cambiato con nessuno al mondo.
Avevi solo voglia di sentirti desiderato…
Non che Riccardo non ti desiderasse, ma in quel momento ha prevalso l’istinto, e ora vorresti seppellirti vivo!
Sai che il tuo amore per Riccardo è forte e vero! Solo che hai commesso un errore fatale…
Già, fatale…
Non puoi perderlo o impazzirai lo sai già…
Lo ami…e basta….

Un errore è solo un errore…

Eh no Marco, hai tradito lui e la sua fiducia.

Ora devi trovare il modo per rimediare.
Non ti rassegnerai mai a vivere senza di lui.
Lui ti ha insegnato l’amore, lui è il tuo amore.
Lo riconquisterai, e stavolta ti comporterai bene sotto ogni aspetto!



No, non essere spaventato
lascia che il tuo cuore ti guidi
cammina nella luce e nell’ombra
sono come un’unica cosa

io so com’è essere soli
sentirsi così vuoti in una stanza affollata
puoi sentirti giù e solo
ma sei arrivato così lontano

sì lo so che provi dolore
oh non sei da biasimare
brilla ora sei una stella
lascia che la luce del tuo amore brilli nella notte
accogli l’alba
brilla ora sei una stella

no, non scappare
lascia che l’amore ti protegga
non pensare neanche di dire
che non riesci ad andare avanti

io so com’è essere soli
sentirsi così vuoti in una stanza affollata
puoi sentirti giù e solo
ma sei arrivato così lontano

sì lo so che provi dolore
oh non sei da biasimare
brilla ora sei una stella
lascia che la luce del tuo amore brilli nella notte
accogli l’alba
brilla ora sei una stella

è difficile capire il dolore che l’amore può portarti
spaventato all’idea di andare avanti
è così difficile
è così difficile

sì lo so che provi dolore
oh non sei da biasimare
brilla ora sei una stella.






Passano i mesi,timido si affaccia Marzo, e stai sempre peggio, anche perché sai bene che Riccardo sta soffrendo quanto te, lo senti dentro, nelle ossa, e pure nel dolore siete uniti come non mai.
Lo ami e lo rivuoi, e non ti arrenderai.
Mai!












Continua….








Chi ama Giulio Sferza alzi la mano ^^
Ehm..nessuno…?
Nessuno, nessuno?

Ehm…yoite scappa rapidamente per il Messico…… ^_____^

Marco: Adesso come mi faccio perdonare?
Yoite: XDDD BOOOO
Marco: Come BOOO io ti ammazzo autrice del caz……BIIIIP



Yoite: Povero Marco capiamolo dai, ha sbagliato, ma è pentito, se la merita un’altra possibilità….lui è abituato a quello stile di vita poveretto, perdoniamolo tutti dai ^^ ….
Marco: Si per favore…. O_____O
Yoite: sigh… ……
Marco: sigh…
Riccardo: GRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR !!!!!!!!!!!!


Cof cof…..allora ehm si la canzone, devo dire della canzone….


La canzone utilizzata è di Nair si intitola On Now (you Are A Star) in lingua originale, tradotta dovrebbe essere più o meno brilla adesso, tu sei una stella ^^ per intenderci è quella usata in una nota pubblicità di un’altrettanto noto assorbente XDD

Riuscirà Marcolino a farsi perdonare da Riccardino…?
Lo scopriremo nel prossimo cap, che prevedo sarà anche l’ultimo. E finalmente si TROMBBIIP!!
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Oro e argento Empty Capitolo 13

Messaggio Da Yoite011 Ven Mar 16, 2012 1:00 pm

Attenzione: nc17 ^^
Fic dedicata ad Emerald che mi ha spronata a crearla ^^
Buone feste a tutti! ^_________^




“ Si…?”



Ci sono cose che non ho capito mai
tanti occhi che non rivedro' mai piu'

come nuvole che finiscono in mare
e dal mare
qualche volta ti ritornano

sono voci che risuonano lontano
nei ricordi che non passeranno mai

non c'e' storia al mondo
che non abbia una fine

anche se con te vorrei
che non finisse mai

e adesso sono qui
che ti sto cercando ancora

perche' tu m'hai lasciato
sulla punta di una nave

e respiro ancora sale
e il mare non c'e' piu'

e in questa notte d'amore
mi manchi da morire

se sei tu la mia strada
se sei tu la mia vita

vorrei chiudere gli occhi e
pensare fra noi che non e' finita

e risento il tuo nome
la tua voce lontana

ma in un momento mi accorgo che il
tempo ti porta via

ti sta portando via
ti sta portando via


volevo dirti che comunque
guardo avanti

anche se mi costa molto non vederti

e' il dolore in fondo
che ti cambia la vita

ora il tempo passa in
fretta ma va bene cosi'

io non so cos'e'
che mi fa sperare

che in questa notte anch'io
ti manco da morire

se sei tu la mia strada
se sei tu la mia vita

vorrei chiudere gli occhi e
pensare fra noi che non e' finita

e risento il tuo nome
la tua voce lontana

e in questa notte d'amore
mi manchi da morire

mi manchi da morire
mi manchi da morire














Riccardo ti manca in modo indicibile, non lo vedi da mesi, Marzo è quasi finito…
Hai passato l’intera nottata ad esaminare carte e documenti, hai portato ordine nella contabilità di casa Savio .
Hai amministrato tutti gli averi della casata Sferza che sono stati ereditati da te grazie allo sposalizio con gli Sferza.
Guardi il ritratto del signor Fabrizio, i suoi occhi verde muschiato, il suo sguardo autentico e vivido.
L’alba giunge pigra e stavolta prendi la tua decisione più risoluta, stavolta quella piccola furia dovrà ascoltarti.

Selli il tuo stallone e parti verso casa di Vittorio.

Egli ti viene ad aprire la porta.
“ Buon giorno Marco.”
“ Lui dov’è?”
“ …”
“ Mi sono stancato di fare la parte del bastardo, dovrà ascoltarmi!”
“ Terza stanza a destra….io però non vi ho visto…”

Entri nella stanza che occupa Riccardo, l’odore degli acquarelli riempie le tue narici, così come l’odore della pelle calda di Riccardo che dorme tra le lenzuola sfatte.
La luce filtra debole dalle tende.
Chiudi la porta bianca alle tue spalle, e con un gesto secco scosti il pesante tendaggio.
Un raggio di sole colpisce in pieno volto Riccardo, facendolo splendere in tutta la sua superba e sublime arroganza.
“ Mh…cosa diamine…?” Farfuglia.
Poi ti nota e si sveglia di scatto, come se lo avesse colpito una secchiata d’acqua gelata.
“ Che diamine ci fate voi qui?”
“ Dovete ascoltarmi, dopo giuro che me ne andrò, ma dovete almeno farmi provare a recuperare il nostro rapporto!”
Intorno a voi vi sono quadri raffiguranti amanti, nature morte, e tramonti.
“ Però vi siete dato piuttosto da fare…”
“ Ognuno ha i suoi modi di passare il tempo.”
Non ti sfugge l’ironia della sua affermazione, come non ti sfugge il fatto che egli si sia emozionato rivedendoti.
Si alza dal letto, indossa una camicia di lino di un bianco purissimo, e i suoi capelli sono nuovamente lunghi come prima che li tagliasse.
Ti viene incontro.
“ Parlate Marco, non ho molto tempo, ho dei quadri da finire, li devo vendere ad alcuni nobili.” Finge non curanza, ma in realtà percepisci il suo nervosismo, gli tremano le mani mentre si mette a riordinare la sua stanza, pur di non starti troppo vicino.
“ Quando vidi Venezia per la prima volta ne sono rimasto affascinato, di tutta quella lurida faccenda l’unica cosa bella era piazza San.Marco, ricordo che un gondoliere mi disse che sulla zampa anteriore destra della statua del leone presente nella pizza c’era una scritta particolare: “Pax tibi Marce, evangelista meus”. È latino
Voi ne conoscete il significato vero?”
Lo vedi guardarti con interesse a fare cenno di si con la testa, poi ti traduce il significato che già conosci.
“ Ho studiato latino per sette anni, vuol dire: Pace a te Marco, mio evangelista.”
“ Esatto. Io è l’unica cosa che conosco del latino. È stato allora che ho deciso di chiamarmi Marco.
Come vi ho già accennato io vengo dalla Sicilia, da una città che si chiama Palermo.
Il mio vero nome è Salvatore Artale.
Il primo di una famiglia poverissima di dodici figli.
Ho preferito che Salvatore morisse quel giorno, innocente e libero.
Colui che avete ora dinnanzi è un uomo che vi ama, e che vi chiede di dargli un’altra opportunità.
Non posso aggiungere altro riguardo la mia fanciullezza, lo promisi a vostro padre, e anche se voi siete ormai sufficientemente grande, non voglio infrangere la promessa, e in tutta onestà, non ho molta voglia di parlarne.”
Riccardo si risiede sul letto e ti guarda ascoltandoti con attenzione.
“ Perdonate la mia debolezza Riccardo, vi giuro su quel bambino che si chiamava Salvatore, che non succederà mai più.
Ho solo conosciuto il sesso e il linguaggio del corpo per anni e anni.
Non cerco giustificazioni, ma vorrei che voi vi sforzaste di capirlo, per come io mi sforzo di capire voi ed il vostro modo platonico di amare. Tornate a casa con me, aspetterò…aspetterò, anche in eterno, lo prometto…Io vi amo Riccardo.”
“…”
“ Allora? Venite con me? “
“ Si Marco, sempre…”
Gli sorridi e ti prepari a sorreggere entrambi quando lo vedi gettarti le braccia al collo e issarsi sul tuo busto allacciando le gambe attorno alla tua vita.
Passi una mano tra i suoi lunghissimi e liscissimi capelli biondo chiaro.
Poi lo baci. Finalmente.
Poi lecchi le sue lacrime di gioia…mordicchiandogli il collo.
Poi lo metti giù…non è esattamente il luogo ideale per lasciarsi andare…





Sei felice di essere tornato a casa.
Sei felice di essere con Marco.
In realtà lui potrebbe tradirti per tutta la vita, tu metteresti il broncio e faresti un ovvio casino, ma torneresti con lui infinite volte, questo naturalmente non glielo dici, non vuoi mica dargli carta bianca…
Stanotte poi, hai deciso!
Ti concederai!
Così lui non avrà più motivo di cercare altrove, e poi, soprattutto, ti senti pronto e maturo per farlo, in questi giorni ci hai pensato seriamente.
L’istinto che pare affamare Marco, pare avere contagiato anche te…
Mh…ma come fargli capire che sei disponibile?
Dirglielo chiaramente è da escludere, moriresti di vergogna prima di spiccicare la prima sillaba, potresti aspettare che sia lui a prendere l’iniziativa, come accadeva sovente.
Ma da quando hai fatto ritorno a casa, Marco cerca sempre di trattenersi ed è rarissimo che faccia alcun chè…
Alla fine opti per coricarti nudo!
Certo, questo segnale sarà eloquente abbastanza.
Già ma non puoi certo entrare in camera nudo, o spogliarti davanti a lui….
No! No! No!
Escluso, la vergogna ti annienterebbe.
Ecco!
Aspetterai che lui si coricherà e che spegnerà le candele, poi entrerai in camera, ti spoglierai piano e ti infilerai velocissimo sotto le coperte, egli non potrà non notare la tua pelle nuda ed allora capirà e sarà fatta!
Bene!
Deciso!

Ehmmm…
Marco si è coricato…
“Riccardo, che fate ancora chiuso nella vostra camera? Non dormite con me stanotte?”
“ Si certo, solo…avete spento le candele?”
“ Perché?”
“ Voi spegnetele e basta, uffa!”
Non è che sei molto sensuale così Riccardo…ma comunque…
“ Le avete spente?”
“ Si mio dolcissimo rompipalle…!”
Bene, respira Riccardo, respira…
“ Allora?”
Uffa …..
“ Ehm sto finendo di…di…di dipingere.”
“ A quest’ora…?”
“ Oh Santo cielo! Vi raggiungo fra poco….”
“ Come vi pare…”
Certo che potreste anche smetterla di urlavi da una stanza all’altra, ma ormai la servitù è abituata alle vostre urla nelle ore più improbabili…
Cielo!
Speri che la servitù non lo capisca….
No cioè, che ti importa….?
Che capiscano pure, in tutta onestà lo hanno capito da un bel pezzo, ma tu ti ostini a far finta che non lo abbiano capito, ti fa stare più rilassato…

Insomma non morirai di certo.
Vittorio lo fa…
Marco lo fa…
Anna sferza lo faceva…
Quel bastardo di Giulio lo faceva…
Insomma lo fanno tutti e nessuno è morto. A parte Anna, poveretta, ma per altre cagioni.
Prendi un sorso d’acqua, passano i minuti…
Ti schiaffeggi davanti allo specchio, forza, forza…
“ Madre….infondetemi un po’ del vostro sano puttanismo…”
Cielo! Non sai più nemmeno ciò che blateri….
Respiri e respiri, infine ti decisi a raggiungere la stanza.
Piano entri la testolina bionda, evviva! Le candele sono spente.
Entri, chiudi la porta alle tue spalle.
Prendi il coraggio in mano e ti sfili l’indumento da notte abbandonandolo soave sul pavimento.
Nudo entri svelto nel letto e ti accoccoli accanto a Marco e lui…
Lui…
Lui….
Dorme!
Questo idiota si è addormentato!
Eh si che ci hai messo quasi un’ora a venire a letto, però…
Pazienza, ben ti stà.
Sospiri, non hai il coraggio di svegliarlo.
I tuoi occhi piano si abituano al buio, puoi intravedere i suoi lineamenti rilassati dal sonno ed il suo leggero russare.
Piano intrecci le tue gambe nude alle sue, fa freddo a stare tutto nudo, fortunatamente la pelle di Marco emana sempre il calore del sole delle terre del sud.
Gli passi un braccio attorno al collo robusto e poi piano il sonno rapisce anche te.







Apri gli occhi, ti svegli con una strana pace nel cuore, la luce filtra attraverso la tenda, Riccardo è abbracciato a te e dorme, fai scorrere la mani sul suo corpo e lo trovi nudo.
Sorpreso lo guardi in volto, ma egli non accenna a svegliarsi.
Le vostre gambe sono intrecciate e durante il sonno gli sei finito praticamente addosso.
Gemi eccitato dalla sua nudità e dal suo modo di stringerti nel sonno.
Baci il suo collo delicato e la tua libido prende facilmente il sopravvento…




Una reazione naturale e fisica ti da il buon giorno.
Il tuo membro si è risvegliato.
Apri gli occhi avvertendo la bocca bollente di Marco sul tuo collo.
I tuoi occhi offuscati dalle maglie del sonno ti rivelano piano e lentamente la situazione.
Marco ti è sopra, è ancora vestito, ma tu sei nudo e vulnerabile sotto di lui.
Mugoli…
“ ..Buon giorno…” Ti ansima Marco all’orecchio destro, prima di leccarlo e di soffiarci dentro dandoti i brividi.
Egli si struscia su di te, e fa toccare i vostri membri eccitati, il tuo nudo, il suo dentro i panatoli di lino della veste da notte.
La stoffa un po’ ruvida ti fa gemere insieme al contatto con il suo pene duro.
Inizi a tremare.
Marco deve essersene accorto, perché ferma il movimento sinuoso del suo corpo.
Ti prende il mento tra le dita e ti costringe dolcemente a fissare i suoi occhi castani e profondi.
“ Si…?” è la sua domanda cruciale…
Lo guardi smarrito ma eccitato a tua volta…
“ …Si.” Rispondi…
Ed il cuore ti balza nel petto correndo più veloce del tuo cavallo.
Marco riprende a muoversi sul tuo corpo, strusciandosi su di te, la sua bocca marchia a fuoco ovunque passi, il tuo collo alabastrino si riempie di macchie scarlatte e di segni di denti…
Gemi forte.
La tua spalla si accende sotto la sua bocca, ed infine ti inarchi con un urlo strozzato non appena si posa sul tuo capezzolo destro.
Istintivamente artigli i capelli mossi e castani di Marco, non ti accorgi neppure di strattonarli tanto è il piacere di questa nuova sensazione.
La sua lingua indugia sulla punta del tuo capezzolo poi lo lecca interamente ed infine inizia a suggerlo, la testa inizia a girarti come se avessi bevuto del vino, ed ubriaco dei suoi baci ti lasci guidare da lui verso il piacere…
Anche il capezzolo sinistro viene deliziato dalla sua bocca rovente.
Gemi incontrollato e ti agiti un po’…
Marco tocca la tua virilità e inizia a masturbarti.
“ Rilassatevi Riccardo…”
Rilassarti?! Come diavolo fai a rilassarti mentre il tuo corpo va a fuoco…?!
La tua mano si unisce a quella di Marco, hai bisogno di sentirlo ancora più vicino, la sua mano fa su e giù e la tua viene indotta a fare altrettanto, vieni senza preavviso, e tremi ancora più intensamente…
Marco ti bacia la fronte…
Poi la bocca…e tu ricambi il bacio con una passione che non credevi di possedere…
Marco si spoglia rapidamente, emanando un’innata sensualità travolgente.
Poi ti apre dolcemente, ma con decisione, ancora di più le gambe, e tu le senti diventare di burro fuso, la paura ti invade…ma ti imponi di fidarti di lui…

Come ha fatto lui raccontandoti altri aneddoti della sua vita maledetta…

Volti il viso, e prendi a guardare insistentemente un punto vuoto del muro…
Marco deve averlo preso come un segno negativo, infatti ti rivolge una domanda…
“ Non volete più…?”
“ Si, voglio, davvero, solo che…ho paura.” Termini in un sussurro imbarazzato.
“ Non abbiate paura, sarò delicato.”
Le dita della sua mano destra sono ancora viscide del tuo sperma.
Le fa scorrere lungo il tuo morbido interno coscia, e piano inizia a roteare l’indice attorno alla tua apertura vergine…
Sussulti e gemi di piacere…è bello….davvero bello…
Ma ti irrigidisci non appena la punta del suo dito entra dentro di te.
Piano il dito penetra del tutto e tu provi fastidio, ma ti imponi di respirare con calma e di sopportare, faresti di tutto per Marco.
Ma non appena un secondo dito viene introdotto nel tuo corpo, gemi di dolore e ti agiti senza controllo…
“ Shhh piano Riccardo piano, fidatevi di me…”
Le dita di Marco sono immobili dentro al tuo corpo, sono calde, e poco alla volta vorresti che prendessero a muoversi…
Ti spingi contro di esse, e Marco coglie al volo il segnale, inizia a muoverle e ad allargare il tuo orifizio, gemi di nuovo di piacere. È bellissimo…
Il tuo membro è di nuovo duro…
Piano sfiori quello di Marco…Dalle sue labbra esce un gemito strozzato, deve essere al limite…
“ Marco…” Sussurri per incitarlo.
“ Chiamatemi Salvatore in questi momenti vi prego…Grazie a voi, egli ha ripreso a vivere, quel bambino è rinato, ed oggi è un uomo felice…”
Davvero ti senti sciogliere il cuore, e ti chiedi come possa passare dalla bastardaggine più assoluta ad un romanticismo tanto sublime…
“ Salvatore…” sussurri…
E lui toglie le dita dal tuo corpo.
Gemi di disappunto facendolo ridere.
Stai per rimproverarlo ma le parole ti muoiono in gola non appena ti senti penetrare il corpo…
Dopo la forte sorpresa ti concedi di urlare.
Il dolore è intenso…
Pianti le tue corte unghie nelle sue braccia muscolose.
E ti mordi forte il labbro inferiore.
“ Perdonatemi, era inevitabile, rilassatevi vi prego, tra poco andrà meglio, dovete solo pazientare che entri tutto….”
Cosa???!!!
“ Co..come…tutto…non è entrato tutto?” Dici respirando a fatica a causa del dolore.
“ Ecco, è solo la punta…”
“ Cielo!” Esclami.
“ Volete che esca?” Ti dice Marco…
Stoicamente fai cenno di no con la testa…
Ti stringi forte a lui: “ Continuate, piano…”
“ Si, pianissimo…”
Poco alla volta il membro duro di Marco fa la conoscenza dalla parte più interna ed intima del tuo corpo.
Senti un male atroce, ma non perché Marco sia poco delicato, tutt’altro…
Ma in fin dei conti è normale…è la prima volta e poi sei davvero teso come una corda di violino…
“ Scusatemi Riccardo…” Ti dice Marco, mentre il tuo corpo piange una lacrima di sangue.
“ è dentro? Tu…tutto?”
“ Quasi, ma per stavolta va bene così…” Ti sorride Marco, mentre aggiusta i tuoi capelli appiccicati sulla fronte sudata.
Rimane fermo all’interno del tuo corpo per lunghissimi minuti, lo senti compatto e duro racchiuso tra le tue calde e vischiose pareti.
Ti bacia e riprende a toccare il tuo pene.
Piano la passione dei suoi baci ti travolge, e la sua mano ti dona piacere.
Poco alla volta il dolore scompare.
Marco inizia spingere piano dentro al tuo corpo.
La prima spinta ti provoca una leggera fitta di dolore e fastidio, ma subito dopo il piacere ti viene nuovamente in aiuto.
La sensazione è stupenda, ti senti completo, senti piacere, provi emozioni stupende ed indescrivibili.
Le spinte di Marco aumentano di intensità, e il tuo corpo gli va incontro.
Ti aggrappi alle sue spalle graffiandole e spesse volte gli mordi la clavicola, senza neppure accorgertene pienamente.
Il grande piacere esplode implacabile e finalmente Marco viene dentro al tuo corpo marchiandolo definitivamente come suo…e tu vieni tra i vostri corpi uniti.
“ Vi amo…” gli sussurri prima di perdere i sensi…



Lo guardi riposare, e piano esci dal suo corpo…
Adagi la testa sul suo fragile petto e ti lasci cullare dai battiti del suo cuore.
Sei felice.
“ Anche io vi amo Riccardo.” Sussurri al tuo giovane uomo dormiente.
Respiri il suo profumo ed il tuo animo si placa…
….
……

Pax tibi Marce, evangelista meus .
Pace a te, Marco, mio evangelista.
La frase completa comprende anche le parole “Hic requiescet corpus tuum”, ovvero "qui riposerà il tuo corpo" .
Secondo un'antichissima tradizione, un angelo in forma di leone alato avrebbe rivolto tali parole a san Marco, naufrago nelle lagune veneziane, per preannunciargli che un giorno in quelle terre il suo corpo avrebbe trovato riposo e venerazione.
Come Salvatore, ribattezzato Marco Savio, ha trovato pace tra le braccia del suo giovane uomo.



Una pioggia, batte l'onda

Fra le pietre, sosperi...

Sbandita, fu quella terra

Di subito, ch'i' vidi



Celeste sole

Spirito di cosa mentale

Non se fosse le parole

Di cui dolezza dole

Non viverei



Dolenti parole

Vedra' van destin'

Ch'un cuor senza sangue

Non piu acute; poi cantar'



Mezza verno, mezza state

Da voi sola, fra di l’agrave;

Come si fugge la vita

Che dal fiume, serva fa



Piangendo rido

Mi spiace tan la vita

In odio tan me stresso

E quello ch'io ben vorrei

Guerra mi fa



Dolenti parole

Per il van destin'

D'un cuor senza sangue

Chi vuol veder il ciel, poi morir'



Rispondemi Signor

Rispondemi, ormai

Non puo o grave; parlar



Dolenti parole

Vedra' van destin',

Ch'un cuor senza sangue...








Fine.













Fonti e citazioni:
Il Leone alato, rappresentazione simbolica dell’evangelista Marco, è il simbolo della città di Venezia e della sua antica Repubblica. Al giorno d’oggi lo si ritrova nei simboli del Comune e della Provincia di Venezia, nonché della Regione Veneto. Lo si può trovare anche nella bandiera navale della Repubblica Italiana e come simbolo del premio della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica: il Leone d’Oro.

Il leone alato è solitamente accompagnato da un’aureola, una spada e un libro sotto la zampa anteriore destra sulla quale è presente il motto: “Pax tibi Marce, evangelista meus” (Pace a te, Marco, mio evangelista). La frase completa comprenderebbe anche le parole «Hic requiescet corpus tuum» ovvero "qui riposerà il tuo corpo" che, secondo un'antichissima tradizione, un angelo in forma di leone alato avrebbe rivolto al Santo, naufrago nelle lagune, per preannunciargli che un giorno in quelle terre il suo corpo avrebbe trovato riposo e venerazione. Infatti la salma di San Marco fu portata a Venezia da due mercanti veneziani, Buono da Malamocco e Rustico da Torcello, dopo averla trafugata ad Alessandria d’Egitto.

http://www.veneziasi.it/it/curiosita-venezia/leone-san-marco.html



Con l'arrivo nell'828 a Venezia del corpo di San Marco e l'edificazione della prima Basilica di San Marco l'area iniziò ad assumere la sua caratteristica di cuore monumentale della città.
Nel 976 l'intera zona, con la basilica e il palazzo, fu distrutta da un furioso incendio, ma già nel 978 una seconda basilica era stata edificata e il palazzo ricostruito. L'attuale basilica risale agli anni 1050-1094, con la terza fondazione dell'edificio.

Da Wikipedia.



La prima canzone è di Dennis Fantina, mi manchi da morire.

La seconda, dal testo a mio avviso complicato ma stupendo quanto la sua melodia è Cuor senza sangue di Emma Shapplin, ve la raccomando se vi va ^^ a me sembrava di vedere i corpi dei protagonisti riposare e l’immagine allontanarsi con questa musica di sottofondo, tipo come in un film in costume ^^
Ripeto che le vesti dell’epoca non sono propriamente rispettate, in quanto seppur molto belli, non riuscivo a vederli cuciti addosso ai nostri personaggi ^^
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