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Messaggio Da cristalninja Sab Mar 31, 2012 9:36 pm

Mentre stringo le mie dita alla sua gola, penso a come avesse potuto lasciarla li a morire, mentre forse esalava il suo ultimo respiro e magari si illudeva che potessi arrivare a salvarla. Anche in quell'occasione non ero stato presente, come in molte altre occasioni nella sua vita. Sarah era morta e in qualche modo mi sentivo responsabile.




Avevo smesso di cercarla molto tempo fa, ma un solo indizio, minimo e pur reale, mi aveva dato la speranza di trovarla: La verità.
Sapere perchè, cosa avrebbe comportato la morte di Sarah?

Mi trovo seduto ai tavolini di un bar, in questa piazza gremita di gente, vicino un mercato. La valletta è una città splendida eppure non sono qui per scopo turistico, infatti è qui che mi hanno condotto le mie ultime ricerche.
Al momento sono alla ricerca di un tipo che potrebbe sapere qualcosa sulla morte di Sarah, uno che a quanto pare ha a che fare con il traffico di armi qui a Malta. Ma che c'entra con Sarah? Non sono domande alle quali voglio rispondere adesso, ma spero di poterlo fare il prima possibile.
Il garzone del bar mi porta due oggetti su un vassoio da portata, me li porge e mi dice che sono un "regalo da parte del chiamante". Prendo il palmare sul vassoio e metto l'auricolare che si trova accanto.
- Chi parla?
- E' passato tanto tempo.
- Chi sei? Come hai fatto a trovarmi? - Comincio a guardarmi intorno cercando di trovare qualcuno che possa essere il mio interlocutore. Il posto è pieno di gente che parla al telefono. Merda.
- Siamo third echelon Sam, e non dirmi che non mi hai riconosciuta.
- Grim?! Come mi hai trovato? Come sai che ero qui?
- Noi vediamo tutto, ma non ti ho chiamata per scambiare quattro chiacchiere, devi fare in fretta.
- Non farò un bel niente fino a che non mi dici che sta succedendo.
- Una squadra armata sta venendo a cercarti, ti conviene andartene da li. Ti spiegherò tutto dopo quando sarai al sicuro.
- Non rischieresti mai di mostrati vicino a me, da dove chiami?
- Guarda in alto
Lentamente il mio sguardo ispeziona la porzione di cielo sopra la mia testa, appena sopra un palazzo di fronte a me, si trova molto in alto, poichè vedo la luce ma non vedo il velivolo, deve trattarsi di un black bird bimotore, il fatto che non sento rumore è dato per forza dalla modalità silenziosa del mezzo.
- Lo vedo, ma che ci fai qui?
- Per ora sappi che ti sto aiutando a scappare, ma ora devi metterci del tuo. Mi serve il tuo aiuto e in cambio avrai quello che cerchi. Dirigiti verso il mercato e cerca di fuggire nascondenti tra le bancarelle.
- Come ai vecchi tempi Grim?
- Come ai vecchi tempi Sam.

Tiro fuori la mia five seven senza attirare l'attenzione di nessuno, tiro indietro la slitta dell'arma e la rimetto nella fondina posteriore e copro il tutto sotto la mia maglia verde. Comincio a muovermi verso il mercato, ma mentre sono a pochi passi da li i primi colpi di pistola fanno fuggire la gente dal posto. Meglio così, se devo affrontare uno scontro a fuoco ci sarà un rischio minore di colpire qualche passante innocente.
Mi avvicino alla prima bancarella e comincio a camminare basso tra le ceste per non farmi vedere. Due tizi stano perlustrando delle bancarelle proprio dritto davanti alla mia direzione, riesco a tenerli d'occhio entrambi senza che loro si accorgano di me. Cerco una via per avvicinarmi e riesco a raggiungerne uno passando dietro una pila di scatoloni. Mentre il secondo ci da le spalle ne approfitto, faccio uno scatto in avanti uscendo dagli scatoloni e afferro il tizio da dietro mettendogli una mano alla tempia, spingendogli la testa di lato per farlo confondere, mentre con l'altra mano afferro la mano armata di pistola, disarmandolo. Con rapido movimento la mano alla tempi scende sotto il mento, alla gola e tiro la testa all'indietro quasi a rompergli l'osso del collo, mentre il braccio che era armato adesso è immobilizzato, contorto e dolorante tramite una leva articolare. Avrei potuto ucciderlo subito, ma preferisco tirarmelo nuovamente dietro gli scatoloni senza farmi vedere dal suo compagno.
- Bhoo!
- Chi cazzo sei?
- Sono il proprietario della bancarella, sapete che col vostro arrivo avete rovinato la mia giornata lavorativa?
- Aaahh! - Le vertebre del collo scricchiolano appena la mia mano fa leggermente leva verso l'alto - Sei Fisher vero? Gramkos avrà la tua testa.
- Può avere tutto me stesso se mi dici dove posso trovarlo.
- Fanculo! Sarà lui a trovare te.
Con uno scatto della mano all'indietro spezzo le ossa del suo collo e lascio il corpo li dietro. Occupiamoci del secondo.
Il tizio sembra essersi innervosito parecchio dopo la scomparsa del suo amico, infatti lo sento parlare sbraitando minacce senza che nemmeno sappia cosa stia succedendo, ma è chiaro che sa della mia presenza.
- Avanti Fisher, voglio solo portarti a fare un giro. Non ti va di ammirare Malta e le sue bellezze?
Ha acceso una torcia, poichè ha cominciato a fare buio. Mi muovo silenziosamente aspettando che il fascio di luce superi la posizione nella quale mi trovo. Riesco a sgattaiolare davanti al tipo senza che nemmeno si accorga di ciò. Ho ancora il tocco. Gramkos deve essere nei paraggi, non serve sapere altro. Adesso mi trovo a pochi metri dal secondo tizio che sta letteralmente impazzendo, ha trovato il suo amico morto e se la sta facendo letteralmente addosso. Si gira di continuo per controllare la situazione alle sue spalle, ha deciso che starsene nel mezzo di quelle due bancarelle è la cosa migliore da fare. Faccio il giro della bancarella alla sua destra, riesco a portarmi dietro coperto dalle cassette di frutta e verdura, attendo che si volti verso di me, tiro indietro la testa per evitare il fascio di luce e non appena si volta nuovamente per guardare avanti, scatto verso di lui. ha solo il tempo di illuminarmi con la sua pila elettrica prima che possa essere raggiunto da un calcio ai genitali seguito da un immediato pugno a martello dietro al cervelletto. E' K.O

La strada adesso sembra libera, mi dirigo verso il centro del mercato dove sembra esserci uno strano movimento. Arrivo ad una piazzola dove ci sono altre bancarelle al centro, dietro le quali 4 uomini stanno parlando. hanno perso i contatti con gli altri due e si chiedono cosa possa essere successo
- Come questo Fisher?
- Non lo so, non l'ho mai visto.
- Voglio dire, è pericoloso? Riusciremo a prenderlo?
- Scherzi? Noi siamo in tanti e lui è da solo, come pensi possa farcela? - Mi sposto sfruttando le zone d'ombra, riesco a raggiungere la bancarella dietro la quale i tizi stanno parlando. In fondo alla strada scorgo un tizio che sta parlando al telefono, da come passeggia avanti e indietro e da come agita il braccio, sembra parecchio agitato. L'arma che stringe nella sua mano è una desert eagle calibro 50. Quel cannone se usato bene è un arma molto pericolosa. Decido di agire, uno dei quattro tizi si trova in disparte in una zona con scarsa visibilità, sarà il mio primo obiettivo.
Lo raggiungo alle spalle, tiro fuori la mia pistola e la pianto sulla sua schiena. La mia mano sinistra ha già raggiungo la sua bocca che adesso è tappata. Il mio piede destro si trova adesso sulla giuntura dietro il suo ginocchio che già si piega facendolo abbassare, tiro sua testa all'indietro, la sua schiena si inarca all'indietro e faccio fuoco - TWUK TWUK - il silenziatore della mia five seven impedisce agli altri di sentire gli spari. Gli altri tre sono dei bersagli molto facili. Si trovano a circa dieci metri da me, due sono posti l'uno fronte all'altro, di fianco rispetto a me, mentre l'altro mi da le spalle e sta in mezzo a loro. Faccio fuori quello nel mezzo e ancora prima che gli altri due possano reagire, hanno già una pallottola alla testa. Gramkos attirato dal movimento si allerta e dalla sua posizione comincia a fare fuoco anche se non mi ha ancora visto - KOBIN AVRà LA TUA TESTA FISHER, SEI MORTO! - Mantengo la posizione, lui spara ancora due colpi e poi si da alla fuga. Gli vado dietro, lo vedo infilarsi in un vicolo, arrivo al limite del vicolo e sbirciando vedo una scalinata scendere verso una porta. Prendo uno scatolo da una bancarella, lo faccio rotolare verso la porta e il bastardo esplode tre colpi oltre la porta chiusa, se mi fossi trovato li adesso sarei morto. Il silenzio mi indica che Gramkos crede di aver fatto centro, è il momento per agire. Di corsa scendo la scalinata e con una spallata sfondo la porta alla quale Gramkos aveva poggiato la sua testa per sentire eventuali rumori. L'impatto è devastante - Cercavi me brutto stronzo? - Lo vedo correre verso il muro cercando di non cadere per terra dopo la forte botta, ma la spinta è stata troppo forte e dopo tre passi rovina pesantemente in ginocchio, sbattendo con la faccia sul muro che stava dietro. Ha la lucidità di girarsi nel tentativo di puntarmi la pistola, ma mentre lui incespicava io mi ero già avvicinato. Il suo braccio si allunga per cercarmi all'interno del mirino della sua arma, ma il mio braccio intercetta il suo e con l'altra mano afferro la canna della pistola, ruotandola verso dietro e facendo si che lo sperone metallico posto sopra l'impugnatura della pistola affondi nella giuntura tra il suo pollice e indice, causando un dolore tale da fargli aprire la mano. Mi impossesso dell'arma e con uno scatto della mano verso la sua guancia, sbatto con violenza il calciolo della pistola sulla sua faccia, a questo punto premo il tasto appena sopra l'anello del grilletto e faccio scivolare via il caricatore con i colpi all'interno. Lancio l'arma per terra, lontano e afferro con forza la sua gola, stringendo le mie dita proprio sul pomo d'adamo facendo forza come per volerlo sollevare da terra. Tutto ciò che può fare è tenersi con le sue mani alle mie cercando di non soffocare. Se dovesse reagire, mi basterebbe chiudere le mie dita per spezzargli la carotide e ucciderlo.
- Parliamo un pò, dimmi qualcosa su questo Kobin.
- Fottiti - riesce a dirlo a malapena, la sua voce esce rauca e debole, quasi ... strozzata - Non ti dirò niente
- Pessimo inizio - Faccio partire una ginocchiata alle palle che lo fa abbassare e afferrandogli la testa dalla nuca gli sbatto la testa su un vespasiano lurido, spaccandolo. Dal suo volto comincia a piovere sangue.
- AAAAHHH!! - Lo rimetto in piedi e lo riprendo alla gola - Sono solo uno scagnozzo, Kobin mi ha ingaggiato per ucciderti!
- Allora rimborsalo! Perchè? - La presa si fa più stetta alla sua gola.
- Se te lo dico mi ucciderà, non posso parlare - Questa volta la sua fronte manda in frantumi uno specchio che si trova sopra un lavabo, gli si accascia sopra e con un pugno alla testa gli faccio spaccare anche quello. La sua gola è nuovamente nella mia mano.
- AAAHHH DIO ...FIGLIO DI PUTTANA! - Non riesco più a distinguere il tatuaggio tribale che aveva al volto devastato dai tagli e le ferite.
- Dimmi ciò che voglio sapere o non sarà Kobin a ucciderti!
- Voleva che ti uccidessi perchè sapeva che eri sulle tracce di tua figlia.
- Perchè?! cosa c'entra Kobin con mia figlia? - Devo controllarmi per non ucciderlo.
- E' lui che l'ha uccisa, era lui che guidava l'auto che l'ha investita, ne parlava spesso sai, se ne vantava! - Lo giro verso una porta chiusa di un cesso, la scio la presa e con un calcio dritto allo stomaco lo spingo e gli faccio sfondare la porta, facendolo sedere sul water, vado verso di lui e lo riafferro nuovamente.
- Dimmi dove posso trovarlo? - Avvicino il mio volto al suo, gli ringhio la domanda dritta in faccia.
- Lo troverai ... al museo in centro ... adesso ... quella è ... casa sua ... non dirgli che te l'ho detto io - Le parole escono a malapena dalla sua bocca ormai piena di tagli e con pochi denti rimasti, è piena di sangue, il ciò rende difficile la comprensione delle parole.
- Non preoccuparti, non gli dirò proprio niente. - Stringo le dita sulla sua carotide spezzandola. Lo lascio li, in un cesso dentro un vicolo del mercato di La valletta e mi dileguo in direzione del mio prossimo obiettivo.

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... Continua ...
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Splinter cell : Conviction Empty Capitolo 2

Messaggio Da cristalninja Dom Apr 08, 2012 4:36 pm

"Puppet show"

Il mio fuoristrada nero mi accompagna fino ad un vicolo buio situato nelle vicinanze del museo acquistato da Kobin.
Mi dirigo verso la via principale, esco dal vicolo e mi mescolo tra la gente avvicinandomi all'edificio. Scelgo l'approccio indiretto, troppa gente intorno, preferisco avvicinarmi al muro laterale prima dell'ingresso e con 2 passi al muro riesco ad afferrare la sporgenza superiore, mi tiro su e scavalco l'ostacolo. Atterro al suolo senza far rumore, sono in una zona d'ombra e ho il tempo di dare un occhiata intorno.
Due guardie stavano all'arco principale e dalle finestre vedevo muoverne altre all'interno delle stanze facendo i loro giri di pattuglia. Era chiaro che Kobin mi stava aspettando, altrimenti non avrebbe avuto motivo di riempirlo di tizi nervosi, dotati di armi automatiche. La situazione è delicata, devo essere il più silenzioso possibile. Scorgo un tubo di scolo che corre lungo la parete dell'edifico su tre piani, una finestra al primo è aperta. Quello è il mio punto di ingresso. Mi arrampico sul muro tramite il tubo e dalla finestra aperta vedo un tizio che sta guardando una vetrina dando le spalle alla mia posizione. Una vera fortuna, mi sarei annoiato a starmene li appeso ad aspettare che se ne andasse.
Scavalco la finestra, i miei piedi atterrano sulla moquette senza fare il minimo rumore, gli arrivo alle spalle e con un poderoso pugno a martello dietro il suo cervelletto lo spengo, mandandolo KO. La stanza è piena di vetrine contenenti oggetti in pietra risalenti chissà a quale era preistorica, la fioca luce che proiettano le vetrine non è un problema, la stanza è abbastanza buia per muovermi liberamente. Non sembrano esserci telecamere.
Una porta aperta attira la mia attenzione, mi dirigo in quella parte per sentire meglio le voci che ne derivano. La stanza da su un grande atrio con due rampe di scale in marmo che salgono a semicerchio una su ogni lato, un enorme lampadario sovrasta la stanza. E' l'ingresso del museo. Al centro, proprio sotto il lampadario, tre guardie stanno discutendo tra loro:

- Cosa? Vuoi dire che ancora non se n'è sbarazzato?
- Sai come funziona, li uccide e poi tramite i suoi contatti è sempre come se nulla fosse successo.
- Si ma questa volta stiamo parlando di agenti della C.I.A cazzo! Verranno per forza a cercarli!
- Senti, chiunque dovesse venire a cercarli farebbe la stessa fine, quindi non hai nulla di che preoccuparti.
- Cazzo, come si fa a lavorare così, da un momento a l'altro potrebbe fare irruzione una squadra di agenti addestrati e armati fino ai denti e ci farebbero fuori in un attimo senza fare il minimo rumore! Magari ci stanno già tenendo sotto tiro e aspettano solo di tirare il grilletto!
- Merda, mi stai spaventando! Io torno a lavoro e dovresti farlo anche tu!

I due tizi si allontanano mandando all'aria il mio piano di far cadere l'enorme lampadario proprio su di loro. Dovrò cercare un altro modo per aggirarli. Dalla balconata sulla quale mi trovo, una canaletta che corre sul muro si incontra con una trave sul soffitto molto robusta. E' la mia via libera. Percorro tutto l'androne attraversandolo nel modo più invisibile, anche se uno di loro dovesse guardare verso l'alto non vedrebbe nulla, qui sono al buio. Arrivo dalla parte opposta e mi dirigo in un corridoio che porta ad un giardino all'interno del museo.
In un area di sosta all'interno del giardino un furgoncino viene caricato da 4 tizi, una ha un elenco in mano e legge tutti gli articoli che devono essere messi dentro il mezzo. Sfrutto la balconata rialzata che c'è sulla destra per non farmi vedere, ma due di loro stanno proprio davanti l'arco che devo attraversare. Decido di usare il jammer della mia pistola per far saltare la luce di quel lampione. Ottengo l'effetto voluto, infatti le due guardie si scambiano uno sguardo per poi allontanarsi dall'arco per controllare la situazione vicino il lampione. In fretta mi calo dalla balconata e passo attraverso l'arco, che tramite un corridoio scende verso una grande sala poco illuminata. Prima di entrare la esamino, in entrambi i lati ci sono dei tubi che salgono lungo le pareti per poi percorrere i soffitti da un punto all'altro. Potrei utilizzare quelli, ma nella stanza non c'è nessuno, quindi preferisco attraversarla coprendomi con le 4 grandi colonne o con le casse riposte all'interno. Decido di muovermi, ma proprio in quel momento, dal fondo della stanza, due grandi riflettori si accendo, illuminando la stanza a giorno. Cambio di programma. mi dirigo velocemente verso una parete laterale sgattaiolando tra le casse per non farmi vedere dagli uomini che stanno entrando. Mi arrampico senza farmi vedere e comincio a percorrere la grande stanza dal tetto. Devo arrivare dall'altro lato. Una voce metallica proviene dall'interfono strillando, mentre sono al centro del tetto ormai.

- Hey, E' acceso quest'affare? Fishre!! Credi di poter arrivare qui e fare quello che ti pare? Questa è casa mia, capito? MIAA!! Non riuscirai a prendermi Fisher e sai perchè? Perchè SEI GIà MORTO! CAPITO, MORTO! MORIRAI COME TUTTI QUELLI CHE HANNO PROVATO A ROMPERMI LE PALLE, CAPITO? Ah e ancora una cosa, la tua piccola bambina, ERA UNA FOTTUTA TROIA!

Le sue parole mi fanno incazzare così tanto che divento furioso. Sono sceso dal tetto nel frattempo, ora mi trovo sul pavimento dietro una cassa che mi ripara da un tizio che sta venendo verso la mia direzione. Ancora prima che possa spuntare da dietro l'angolo della cassa, il mio pugno lo raggiunge alla gola e un fiotto di sangue gli schizza dalla bocca. Mentre lui muore e si accascia al suolo, io ho già lasciato la stanza dirigendomi verso la sala centrale dove li mi aspetta Kobin. E' stato un peccato non essermi accorto di quella camera di sicurezza nella stanza precedente, gli sono passato sotto senza nemmeno rendermene conto e così hanno avuto tutto il tempo di tendermi l'imboscata. Una rampa di scale mi porta verso un atrio dove due uomini stanno parlando tra loro, stanno organizzandosi per quale strada pattugliare per venirmi a prendere.

- Il capo ha detto che si trovava di sotto, è li che dobbiamo andare.
- No aspetta, visto che l'unico posto nel quale può sbucare è questo, aspettiamolo qui, se gli altri non lo beccano, lo beccheremo noi. Kobin ci pagherà a oro!
- Bene, allora tu vai di là, io cerco l'altro corridoio.
- Fa attenzione.

Si cominciano a muovere, faccio in tempo a saltare fuori da una finestra e restare appeso al cornicione, Il tizio sta per passare e non appena mi è a tiro, lo afferro e gli faccio fare un volo di due piani. La via è libera adesso. Salgo su una terrazzina che dal'atrio era collegata attraverso una rampa di scale, arrivo ad una grande porta a due ante, massiccia dierto la quale sento provenire delle grida, qualcuno stra sbraitando.

- Ok, Fisher farà ingresso da quella porta, non appena entra state pronti a dargli il benvenuto!
- E se quello sbuca dalla finestra capo?
- E allora gli spari, che cazzo di domande?!
- Sta calmo capo
- Non dirmi di stare calmo capito?!!
- Ok capo
- Bene, io sono pronto, voi siete pronti??!!

Davvero un gran bella idea, sbucare dalla finestra sarebbe stato un ingresso inatteso per tutti loro. Sulla destra c'è una finestra che da sul cortile, affaccio e mi accorgo che tramite il cornicione posso raggiungere le altre finestre che fanno parte del salone nel quale si trova Kobin. la scavalco e aggrappandomi arrivo ala terza finestra, dalla quale riesco a vedere un uomo di spalle che punta la porta col suo fucile. Scavalco dentro e afferro l'uomo da dietro e subito lo giro verso i suoi compari. In preda al panico l'uomo fa partire un colpo. BAM. questo fa volare uno di loro mentre gli altri 3 si girano a guardarlo. Ho il tempo di estrarre la mia arma e far fuoco su di loro, al centro della fronte. TWUK TWUK. e poi sulla schiena del tizio che mi stava devanti. TWUK. Kobin viene imbrattato da pezzi di cervello, non ha ancora ben capito dove mi trovo e comincia a far fuoco col suo FA-MAS a  casaccio.

- Sei stupio Fisher? TA TA TA TA TA. Non hai ancora capito con chi hai a che fare, vero? TA TA TA TA. Fatti sotto figlio di puttana, ti sto aspettando! TA TA TA TA TA TA Forza Fisher o forse hai paura?

Mentre vaneggia in preda ai fumi dell'ultima dose che si era tirato, riesco ad aggirarlo, da dietro un pianoforte riesco a passare dietro un piccolo banco bar pieno di bottiglie, alcune mezze vuote. E' a pochi metri. Non appena si gira dando una sventagliata col suo mitra nella direzione opposta alla mia, esco dal rifugio e con uno scatto gli sono addosso. Un istante prima che possa afferrarlo si volta, ha il tempo di girarmi il fucile contro, ma i due colpi che riesce a sparare vanno sul pavimento, vicino ai miei piedi, ho bloccato la parte anteriore della sua arma con la mia mano sinistra, con un movimento di gambe mi sposto mantenendo l'arma in quella posizione, accorcio la distanza tra noi e il mio pugno gli arriva dritto sul naso. Offuscato dalla botta non si accorge nemmeno che ho afferrato l'arma con entrambe le mani e riesco a girargliela in faccia. Il colpo gli provoca dei tagli molto profondi e dolorosi. Getto l'arma e lo afferro alla gola, con le dita che fanno presa sulla carotide, pronto a spezzarla.

- Dicevi qualcosa su mia figlia Kobin?
- Oddio, io ... volevo solo provocarti amico, non dicevo sul serio.
- Buffo, adesso dimmi quello che sai su mia figlia.
- Non posso dirtelo amico, se parlo mi uccidono.
Nello stesso istante il faro di un elicottero illumina il grande rosone sul tetto della sala, Kobin cade al suolo mentre io controllo la situazione intorno. Rantola per terra, cerca di allontanarsi strisciando. Lo afferro, lo tiro su e la sua carotide è di nuovo nella mia mano.
- Non è di loro che devi preoccuparti Kobin, cosa è successo a Sarah?
- Non capisci, non si tratta solo di tua figlia, è qualcosa più grande, di te, di ME! CONTROLLANO TUTTO!
Provo a fargli cambiare idea. Il ginocchio raggiunge subito i suoi genitali, si piega in avanti in preda al dolore, la sua testa è vicina alla testiera del piano forte, molto invitante, cosi che possa sfracellare i tasti con la sua faccia. un accordo dissonante copre le urla di dolore di Kobin che adesso gronda sangue dalla faccia. Sono furioso, lo tiro di nuovo su e gli pianto la pistola sulla fronte.
- Non capisci cazzo era tutto un piano per portarti qui Fisher! Chiedi alla regina di ghiaccio, le ti darà le risposte che cerchi.
Nello stesso istante il rosone sul tetto si infrange e una squadra di agenti dell' NSA in assetto d'assalto fanno irruzione. Sono gli uomini che qualche tempo fa ho addestrato di persona. Non li riconosco per via dei passamontagna e del loro equipaggiamento all'avanguardia, ma sono sicuro che sono loro, infatti mi chiamano per nome.
- Getta l'arma Fisher non fare cazzate!
Al mio orecchio, l'auricolare di Grimm mi fa arrivare la sua voce.
- Sam, devi andare con loro è tutto calcolato, fidati.
- Mi interessa solo sapere cos'è successo a mia figlia, nient'altro.
- Chiaro Sam, avrai ciò che chiedi, ma adesso va con loro.
- Va bene Grimm, ma se è un altro giochetto ...

Lascio andrare Kobin e uno degli uomini spara un dardo tranquillante dietro il mio collo, pochi secondi prima perdere i sensi, tutto comincia già a sfocare
- Base qui blacksix, abbiamo catturato phanter e siamo pronti a partire ...
Sono in ginocchio, sto per perdere i sensi, ma il calcio in faccia di Kobin mi addormenta prima dell'anestetico.

Splinter cell : Conviction Splinter-cell-conviction-6

[Continua]


Ultima modifica di cristalninja il Dom Dic 07, 2014 8:59 pm - modificato 3 volte.
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Splinter cell : Conviction Empty Capitolo 3

Messaggio Da cristalninja Ven Lug 20, 2012 9:55 am

Un vecchia conoscenza


Apro gli occhi lentamente, quasi disturbato dalle voci intorno a me delle quali non capisco nulla a causa dell'effetto del potente anestetico, la vista non è da meno, l'unica cosa che riesco ad inquadrare sono i miei piedi. Sono disteso e due uomini sono in piedi a fianco a me, uno a destra e uno a sinistra. Sono equipaggiati con armi automatiche di piccole dimensioni, pratiche e leggere, non riconosco il modello, non sono particolarmente lucido, ma si direbbero degli MP-5.
Non hanno una divisa uniforme, ognuno ha un equipaggiamento diverso dall'atro, non sono militari. Forse paramilitari, forse un agenzia di sicurezza privata. I due stanno scortando la mia barella, infatti sono legato a questa e posso muovere soltanto la testa. Vedo che oltre i miei piedi, davanti la barella ci sono altri due uomini e un terzo sta accanto all'uomo di sinistra, li sento parlare e dato che la vista e l'udito ritornano molto lentamente, percepisco qualche frase:
- Certo maggiore, ma il piano di volo è cambiato, carburante extra, carico extra e c'erano anche più uomini da trasportare, quindi...
- Capisco, senti henry, quando avremo finito puoi parlarne al colonnello e lui penserà al tuo compenso.
Il pilota si mette in disparte, mentre i due che trasportavano la mia barella si spostano e si posizionano alle spalle degli altri due uomini che stavado davanti, sembrano essere i loro comandanti. Un uomo bianco, capelli lunghi di colore rossiccio, raccolti in una coda, porta occhiali da sole a specchio, come quelli dei top-gun dei film d'azione, indossa una maglia a collo alto nera, sopra la quale indossa una fondina ascellare nella quale tiene la sua pistola, sembra una semiautomatica, forse una colt1911, un pantalone mimetico con livrea urban e anfibi neri completano il suo abbigliamento.
Un uomo di colore gli sta accanto, capelli corti, ricci e neri. Equipaggiato con un cinturone con fondine nella quale riesco a scorgere una UZI con caricatore espanso. Indossa guanti in pelle nera, una maglia blu e un pantalone nero, anche lui indossa anfibi, di colore desertico. E' un equipaggiamento molto costoso, sia per loro che per gli uomini che lavorano per loro, mi chiedo chi possano essere questi tizi, ma soprattutto mi chiedo dove sono e cosa sta succedendo. I due uomini si avvicinano ad un terzo che stava parlando con una donna, interrompe la comunicazione. Indossa un cappotto lungo di pelle marrone, al di sotto una maglia tattica con porta caricatori e nella fondine al finco intravedo il calcio di una pistola. Si gira verso i due e si scambiano un saluto militare:
- Abbiamo recuperato il pacco colonnello Reed, adesso possiamo pensare a portare avanti i nostri accordi.
- Bene signori, avete fatto un buon lavoro, seguitemi pure e parleremo dei nostri accordi privatamente nel mio ufficio.
Il pilota che stava seduto su uno sgabello si alza e si rivolge verso Reed:
- Colonnello volevo farle presente che ...
Nello stesso istante Reed estrae la sua pistola, una five-seven, come quelle in dotazione alle forze speciali dell' NSA
- Amico, il carburante costa, non si dovrebbe sprecarlo - Bang Bang
Gli piazza un colpo al petto e uno in piena fronte e il tizio si risiede nuovamente sullo sgabello poggiando pesantemente con la schiena sul muro e restando seduto li.
- Bene signori, se nessuno ha altro da aggiungere possiamo anche andare.
- Aspetta Tom.
La voce della donna mi è familiare, ma ancora non mi sono del tutto ripreso, la scena che ho visto fino ad ora mi appariva come vista da dietro una finestra appannata, ma ora le cose si facevano più chiare.
- Cosa vuoi che faccia col prigioniero?
- Scopri perchè stava dando la caccia a Kobin e poi uccidilo, per il modo in cui è arrivato fino a qui è sicuramente preparato e addestrato forse a resistere agli interrogatori, quindi puoi utilizzare ogni metodo, anche chimico. Poi toglilo di mezzo, non ci è rimasto molto tempo.
Solo ora mi accorgo che ci troviamo all'interno di una specie di hangar, sembra essere un officina, solo che sul tavolo non vedo chiavi inglesi e cacciaviti, ma strumenti chirurgici, forbici, bisturi e siringhe.
- Bene Tom, avrai le tue risposte e quando non ci servirà più me ne disfarò personalmente.
Mi accorgo che c'è un uomo vicino al tavolo che sta preparando qualcosa con una siringa delle fialette che continua a miscelare tra loro. Gli ospiti lasciano il posto ed io mi ritrovo col mio braccio destro stretto nella mano dell'uomo e sta per iniettarmi il siero che stava preparando, sicuramente per estorcermi le risposte con maggior facilità. Il suo cervello però si sparge sulla parete accanto e lui cade sul pavimento ancora prima di potermi fare l'iniezione. Quando cade liberando il campo visivo, vedo la donna che ancora sta puntando la sua pistola, la rimette nella fondina e si avvicina.
- Benvenuto Sam, spero che il viaggio sia stato comodo.
Ora da vicino riesco a distinguerla meglio, capelli rossi, occhi verdi e carnagione chiara. Ha un fisico formoso, ma il suo abbigliamento mi confonde un attimo. Maglia nera attillata, fondina in cuoio, jeans marroni e scarponcini chiari; l'ultima volta che l'avevo vista indossava un tailleur grigio, occhiali da secchiona e capelli acconciati. Un tecnico informatico, forse il migliore che abbia mai incontrato, che adesso però preferiva una vita un pò più operativa. Anna Grimshdottir. Grim
- Perchè hai fatto tutto questo solo per portarmi qui?
- Anche io sono felice di rivederti Sam - Stavolta è lei che inietta qualcosa nel mio braccio e istantaneamente i sensi riprendono le funzioni normali, poi comincia a sciogliere le cinghie che mi imprigionano - Sono la talpa del presidente in Third Echelon, Tom Reed adesso ne è a capo, dopo due anni di comando abbiamo notato dei movimenti strani all'interno degli uffici di third echelon, documentazioni che non coincidevano con i reali interessi dell'agenzia e azioni coperte con documenti di tutt'altra natura. Ultimamente abbiamo scoperto che Reed sta organizzando degli attentati terrostici con delle fazioni della quali al momento sappiamo ben poco e tanto il momento e il luogo di questi attentati. - Mi rimetto in piedi e guardandomi intorno controllo l'ambiente intorno a me, la faccenda è molto strana, ma non sembrano esserci microfoni o videocamere da nessuna parte.
- E con tutto questo cosa c'entro?
- Io non posso fare nulla per capirne di più, se faccio un movimento sbagliato e vengo scoperta, la mia copertura è bruciata e anni di lavoro saranno stati inutili, per non parlare del fatto che non riusciremmo a capire dove avverranno gli attentati di Reed.
- Non faccio più queste cose Grim, sono fuori dai giochi ormai.
- Non capisci Sam, ho cercato aiuto e ho trovato te. Adesso devi aiutarmi e cercare informazioni su quello che mi serve sapere, nessuno meglio di te può farlo, adesso dobbiamo fingere che ti sei liberato e sei fuggito. Colpiscimi altrimenti non potrò giustificare la tua fuga.
- Non lavoro più per third echelon grim, ti ricordo che sono ancora ricercato, anche dall'agenzia.
- Non è stato difficile portarti qui Sam, un indizio, un solo indizio su di lei e ti sei subito precipitato ... - Con uno scatto mi giro verso Grim, mi avvicino e la guardo dritto negli occhi. Non mente, sa qualcosa.
- Cosa sai di lei Grim? Cosa sai su Sarah?
- Che è viva, è un buon inizo. Per il resto mi dovrai aiutare. - Mi avvicino ulteriormente, cerco di spaventarla - NO, LEI E' MORTA! - Con un pugno colpisco l'armadietto dietro di lei, sfiorando la sua faccia. Non è per niente impaurita e mantenendo lo sguardo nei miei occhi mi sferra un ceffone al volto.
- Invece è viva Sam e io posso dirti dove si trova. - La rabbia monta in me furiosamente, con uno scatto la afferro per i capelli, dalla nuca, la piego all' indietro e avvicino la mia faccia alla sua, a pochi centimentri.
- Non mentirmi su di lei, se lo fai io ti uccido, hai capito? - Ringhio rabbiosamente tra i denti e il suo volto fa delle smorfie di dolore.
- Uugh ... Sam ... per anni ti ho mentito su di lei ...- La mia mano parte da solo, incontrollata, con un forte schiaffo sulla sua guancia, Grim cade per terra è dolorante.
- Ooohu ... Bene, adesso ...- Un rovescio parte sull'altra guancia, è di nuovo a terra e dei rivoli di sangue corrono dallo zigomo verso il basso, laltro lato è già livido.
- Molto b-bene ... o-ottimo lavor...- Parla come se avesse la bocca piena, la sua faccia ha già cominciato a gonfiarsi
- Stai zitta - Riesco a dirlo trattenendo altri colpi con un tono che sembra quasi chiedere scusa rabbiosamente.
- Prendi queste, sono le chiavi della mia macchina, la troveri appena fuori dall'aeroporto è una Cruze rossa.
- Ma non pensi che possa essere sorvegliata?
- Infatti dovrai prima disattivare il sistema satellitare, poi potrai andartene.
- ... Come mai questo interesse al "lavoro sul campo"?
- Non è il momento Sam, hai una missione adesso.
- Come ai vecchi tempi Grim
- Come ai vecchi tempi. Tieni questo, servirà per tenerci in contatto. - Mi porge un palmare e un auricolare, lo indosso e sono pronto per andare
- Nel caso dovessi sentirti sola?
- Ora va, sul palmare ha planimetria dell'aeroporto e la posizione del sistema satellitare e della mia auto. Per qualsiasi aggiornamento mi farò viva io, ora va prima che arrivi qualcuno.

Esco dall'hangar e comincio a dare un occhiata alla planimetria di Grim, il sistema per disattivare il satellite si trova sulla seconda pista a breve distanza dalla mia posizione, sulla strada c'è un magazzino rifornimenti, forse posso trovare qualcosa di interessante li dentro. Mi avvio lungo il percorso sfruttando ogni copertura, per adesso non vedo nessuno, quindi mi limito a stare vicino dei potenziali ripari, ma con un andatura svelta. Tra casse chiuse senza nessuna etichetta e carrelli per sollevare svariati carichi, arrivo al magazzino, decido di entrare da un finestra che vedo aperta al piano rialzato. Una ringhiera mi aiuta nella salita, do una sbirciata e vedo che all'interno non c'è nessuno. Entro dentro e mi ritrovo dentro uno stanzino con degli scaffali e una scrivania. Sembra un piccolo ufficio. Esco dalla stanza e mi ritrovo su un camminatoio che da su una grande officina per velivoli, al centro infatti c'è un elicottero con un pannello laterale aperto, sul quale 2 meccanici stanno eseguendo dei controlli di verifica. Anche se disattivassi il satellitare con quello non sarebbe un grosso problema per loro rintracciarmi. Devo metterlo fuori uso. Scorgo dall'altra parte del camminatoio una sala con una grande finestra frontale, che da proprio verso la zona dell'elicottero, è una sala di controllo dentro la quale vedo anche dei monitor che mostrano altre zone dell'aeroporto e seduto davanti c'è una guardia. Alle sue spalle un armadietto contiene una rastrelliera con delle armi e delle munizioni, forse può contenere qualcosa che mi potrebbe tornare utile. Avvicinandomi di soppiatto, sfruttano le zone d'ombra, scorgo appena sopra la sua testa una presa d'aria, posso sfruttarla per accedere alla stanza e mi ritroverei esattamente dietro di lui. Decido per un approccio meno impegnativo e sicuramente più rapido. Una latta di vernice vuota che si trova vicino a me attira la mia attenzione, la afferro, mi avvicio alla sala muovendomi basso, mi piazzo sotto la finestra e lancio la latta verso la porta della sala, il rumore fa sobbalzare il tizio sulla sedie che invece di guardare i monitor, continua a smanettare col suo I-Phone. Si alza dalla sedia, guarda nella direzione del rumore e ascolta in silenzio.
- Hey, chi c'è? Mike sei tu? Avanti stronzo me lo hai già fatto ieri questo scherzo idiota! - Si incammina verso l'esterno della stanza, lo aspetto proprio attaccato allo stipite della porta. vedo l'ombra che si staglia fuori dalla stanza, è vicinissimo ad uscire, non posso permettermi di essere visto, sono anche disarmato. Mi metto in piedi e resto attaccato al muro, appena mette la punta del naso fuori dalla porta, il taglio della mia mano raggiunge la sua gola, si porta entrambe le mani la dove è arrivato il colpo, adesso ha difficoltà a respirare, ma ancora prima che possa tentare qualsiasi movimento, mi pongo frontale a lui che ancora ha gli occhi chiusi per il dolore alla gola e con la mano sinistra afferro il suo braccio destro, strattonadolo con una forte botta lo faccio girare su se stesso mantenendo il braccio, così che questo gira intorno al suo collo, con l'altra mano afferro la sua nuca e sbatto la sua testa sul muro di fianco. Buona notte. Entro nella stanza, i monitor mostrano diverse zone dell'aeroporto tra cui la pista due, proprio dove si trova il radar satellitare. Ho la posizione del mio obiettivo. La rastrelliera con le armi offre una vasta scelta, ma devo viaggiare leggero, prendo solo una pistola, una MK32 e fortunatamente posso portare con me anche un paio di cariche che si trovano dentro una cassa li accanto. Mi rimetto sul camminatoio e arrivo sopra l'elicottero sul quale stanno lavorando i due meccanici, saranno anche solo dei tecnici, ma con loro li vicino hanno delle armi automatiche pronti per ogni evenienza. Sono proprio sotto di me, uno sta lavorando chinato su un pannello laterale che si trova all'esterno della cabina, l'altro per adesso sta proprio dietro di lui e gli passa gli attrezzi che gli vengono chiesti.
- Ancora un pò e abbiamo finito, l'ultima volta gli avevo detto che sarebbero stati problemi e loro se ne sono fregati.
- Certo, tanto poi ci siamo noi che lavoriamo come gli schiavi fino a notte fonda per rimettere apposto le cazzate che combinano quegli idioti!
- Quasi quasi lo saboterei anziché ripararlo, li farei schiantare al suolo quei pezzi di merda ... passami la 12
Scavalco la ringhiera, sono immerso nel buio, mi tengo sul passamano e con i piedi puntati sul tubo più in basso mi posiziono proprio sopra il tizio che sta indietro. Guardo in basso, in mezzo ai miei piedi vedo la testa della mia vittima, prendo un respiro e spicco il salto - TRACK - con le piante dei piedi atterro proprio sulle sue spalle e in un solo colpo spezzo le clavicole, mentre il suo corpo viene trascinato a terra dal mio peso corporeo. Ammortizzo piegandomi sulle ginocchia e portando le mani a terra, il tizio che lavora non ha nemmeno il tempo di girarsi - Ma che cazz..- che spicco un salto in avanti e mi proietto verso di lui. Con la mano destra intercetto il suo gomito destro in modo da impedirgli di girarsi con quella chiave e usarla su di me, mentre l'altra mano afferra la sua nuca e sfruttando la forza del salto, gli sbatto la fronte sulla cabina esterna dell'elicottero. In un attimo torna il silenzio.
Nel pannello aperto tubi di trasmissione ,valvole e recipienti di diversi liquidi sono ben visibili. Piazzo una delle due cariche, inserisco il detonatore, mi guardo ancora un attimo intorno e fra gli attrezzi noto in taglierino da elettricista, non sarà un arma convenzionale, ma se dovessi avere bisogno di aprire qualche gola, con questo non avrei alcuna difficoltà. Lascio l'hangar da una porticina che si trova in fondo. Il mio obiettivo adesso è quello di trovare il radar e disattivarlo o in qualche modo neutralizzarlo. Passo attraverso dei capannoni che dovrebbero essere degli alloggi o delle zone ricreative, all'interno non vedo nessuno, ma ne vedo parecchi pattugliare ognuno la propria zona. Mi muove nelle zone d'ombra, e arrivo ad una recinzione con dei cartelli che invitano l'ingresso solo a personale autorizzato. Io lo sono, ma non nel senso i cui lo intendono loro, devo fare in silenzio. Purtroppo il cancello che da alla zona riservata è ben illuminato, per non parlare delle due guardie che facendo avanti e indietro si incrociano proprio davanti al cancello a intervalli regolari troppo brevi perchè possa cercare di passarvi dietro. A pochi metri c'è un gabbiotto con 3 uomini all'interno, uno sta osservando dei monitor che controllano la zona interna, gli altri due stanno davanti ad un terminale di sicurezza e compilano un registro. Alle spalle di quello sta ai monitor vedo un quadro elettrico, sicuramente vi si trovano gli interruttori della zona limitrofa e quindi il modo per spegnere qualche luce. Una canaletta corre lungo il muro ed esce fuori attraverso un buco in esso. Continua all'esterno del gabbiotto e si incontra con dei cavi elettrici che scendono fino a li da un traliccio vicino. Mi avvicino ai cavi, controllo che nessuno di pattuglia si trovi a godersi lo spettacolo e con un paio di passate col taglierino riesco a recidere completamente i cavi, nello steso istante cala un buio pesto e il cancello piomba nell'oscurità. Le due guardie che adesso sono poco distanti dal cancello si congelano sul posto e cercano di scrutare nell'oscurità intorno a loro. I loro occhi erano abituati a quelle luci forti e adesso ci vorrà un pò prima che possano distinguere qualcosa. Ne approfitto e mi fiondo subito verso il cancello, riesco ad entrare poco prima che un generatore d'emergenza dia nuovamente luce al cancello. La situazione si agita un pò, adesso cercheranno di capire quale sia il guasto e non ci vorrà molto prima che possano trovare i cavi in quello stato. Faccio appena in tempo ad entrare in un padiglione che da sulla pista due e l'interfono comunica la presenza di un fuggitivo al'interno dell'aeroporto - "Attenizione, il prigioniero è fuggito, potrebbe essere armato. E' ben addestrato e molto pericoloso, l'ordine è di ucciderlo a vista" - Lo prendo come un complimento, ma di certo quei tizi non mi cercheranno per stringermi la mano. Riesco già a vedere il radar, si trova sul rimorchio di un grosso camion, lo utilizzano per spostarlo. Il radar è collegato con dei grossi cavi a due generatori, potrei scollegarlo in qualche modo, ma non passerebbe molto tempo prima che lo riattivino nuovamente. Un muretto in cemento mi ripara dalla vista di tre guardie che già ispezionano l'area della pista due, muovendomi dietro di esso mi piazzo proprio dietro il radar. Non appena noto che le due guardie sono abbastanza distanti tra loro e che non stiano guardando nella mia direzione, scavalco rapidamente il muretto, mi piazzo davanti al radar, dove c'è un pannello per l'inserimento dei comandi e approfitto della copertura di un fuori strada per piazzare sul pannello una piccola carica, che farà esplodere in parte il radar rendendolo inoperativo in maniera definitiva. Piazzo la carica, imposto un timer a breve scadenza, l'uscita dell'aeroporto non è molto distante e il tempo impostato mi basterà per uscire da li e raggiungere la macchina di Grim. Quando cominceranno i fuochi d'artificio allora capirò che sarà il tempo di muovermi. Intanto devo portarmi verso l'uscita senza farmi vedere. Non sarà facile in quanto altre guardie hanno raggiunto la pista due durante il piazzamento della carica. Sanno che sono li, le loro frasi provocatorie mi sfidano ad uscire, ma se credono veramente di riuscire nel loro intento, sono più stupidi di quanto pensassi.
- Allora Fisher, non vuoi uscire per mostrarmi quanto sei forte?
- Sai solo nasconderti vecchio!
- Se ti becco ti spacco il culo!
Le loro armi dispongono di torce e i fari che sono stati accesi complicano la possibilità di trovare un buon nascondiglio. Come se non bastasse si riaccendono le luci. Hanno riparato il generatore e la corrente ha ripreso a funzionare.
Sgattaiolando tra le casse di un capannone riesco a non farmi notare a malapena, un fascio di luce di una torcia mi trapassa, quasi fosse una lama che mi taglia in due, ma per fortuna riesco a restare immobile e non farmi notare. La guardia si allontana e riprendo il movimento. Raggiungo un posto di controllo, ci sono dei mezzi parcheggiati che restringono la strada e un camion, poco più avanti vedo il cancello della recinzione esterna, ho raggiunto l'uscita. 4 guardie sono di pattuglia e accanto al cancello vedo un gabbiotto, probabilmente un' altra guardia è li dentro. La vibrazione sul braccio mi dice che Grim vuole parlarmi.
- Ho raggiunto l'uscita, ma devo prima occuparmi delle guardie.
- Brutte notizie Sam, Sara sta bene, ma devo rinviare la telefonata, quindi ...
- Basta giochetti Grim e non richiamarmi se prima mi fai sentire mia figlia!
In quello stesso istante cominciano a ritornarmi in mente tutte le volte che ho giocato con Sara, la sua voce che mi chiamava, le sue risa, ma anche le volte in cui ha pianto nei momenti tristi. Devo uscire di qui.
Studio la situazione, quattro guardie, due parlano tra loro, due perlustrano e dovrebbe essercene una dentro il gabbiotto. Da qui noto che il cancello è chiuso, i dissuasori sono sollevati, sarebbe inutile tentare di sfondarlo col camion. Devo trovare il comando per abbassare i pilastri che bloccano l'uscita. Mi dirigo verso una delle guardie che sta perlustrando, sulla destra, tra delle grosse casse di legno sotto una tettoia, passando da dietro il camion riesco a portarmi proprio dietro la cassa vicino a lui, improvvisamente si gira, forse ha sentito qualcosa, fa luce con la torcia, si avvicina verso di me. Non posso muovermi. Non devo muovermi. Avvicinandosi rallenta il passo, ha sicuramente notato qualcosa, mi preparo all'azione. Sono accovacciato dietro la cassa, con la schiena poggiata su di essa, guardo il bordo della cassa, appena vedrò spuntare qualcosa quello sarà il momento. Non appena sta per tagliare l'angolo per illuminare dietro la cassa, rapido afferro la canna del fucile che sta puntando proprio dove sono io, ridireziono l'arma da un'altra parte, mentre con l'altra mano porto un colpo alla gola del povero malcapitato, che cade per terrà senza riuscire a sparare un colpo e senza emettere un grido, eccetto che per il sussulto iniziale dello spavento. La guardia che sta li vicino l'ha sentito e sta venendo da questa parte. Tiro il corpo dietro la cassa e prego che anche lui non voglia venire ad investigare. Non viene fin li, ma ha notato che il suo amico non c'è più. Fa segno agli altri due che parlano per farsi notare.
- Hey vado a cercare Thomas, non lo vedo più.
Gli altri fanno cenno di aver capito col capo e riprendono la loro chiacchiera. Il tizio comincia a cercare tra le casse, presto troverà il corpo del suo amico, cerco di aggirarlo facendo attenzione a non farmi vedere dagli altri due. Adesso ha girato l'angolo dove stavo prima, illumina gli angoli più bui con la torcia, il fascio di luce rispecchia sul'anfibio del suo amico.
- Ma che cazzo ...!?
Appena due passo in direzione del corpo e il mio braccio gli cinge il collo da dietro, mentre la mia pistola è già puntata alla sua tempia
- Sshh sta facendo un pisolino..
- Maledetto Fisher, non andrai molto ...
TUD.
Il calciolo della mia pistola colpisce la sua nuca, lo accompagno sul terreno e lo lascio dietro le casse. Do un occhiata in giro, nessuno sembra aver visto nulla. Noto una finestra proprio dietro l'angolo del gabbiotto dove i due stanno parlando, torno indietro, passo nuovamente dietro il camion e stavolta mi accosto dietro dei pallet lasciati li in attesa di essere spostati, per fortuna la strada verso il gabbiotto è sgombra, silenziosamente mi dirigo verso la finestra, guardo dentro, c'è la guardia seduta davanti ai monitor con una radio accesa per tenersi compagnia. Apro piano per non fare rumore, scavalco e striscio alle spalle della guardia. Gli blocco la testa mettendogli un braccio intorno al collo e con l'altra mano copro naso e bocca per qualche secondo. Si dimena, ma presto cade in un sonno profondo senza fare troppo rumore. La radio accesa ha coperto buona parte dei rumori. Controllo i vari terminali, nessuno di essi ha il controllo per i dissuasori e il cancello, ma un interruttore con due tasti sul bordo del tavolo portano la scritta "comandi cancello". I due intanto stanno controllando dove sia finito il loro amico e si sono allontanati da gabbiotto, non passera molto tempo prima che trovino i due. Premo i tasti, i dissuasori si abbassano e il cancello si apre. Quando i due lo notano ho quasi già raggiunto la macchina di Grim.

Sono dentro l'auto, devo aspettare l'esplosione per metterla in moto. Faccio una telefonata di servizio molto importante, mi servirà aiuto.
- Alan and Ace security sono Victor Coste.
- Vic sono Sam, ho bisogno di aiuto
- Hey se intendi chiedermi dei favori faresti meglio a venire di persona, non sono mica il tuo ...
In quell'istante l'esplosione fece saltare il radar, sollevando una fiammata verso il cielo e creando un boato assordante, tanto da essere sentito per telefono da Vic.
- Hey ma che diavolo sta succedendo laggiù?
- Credevo che l'avresti capito, non ti ricorda niente?
- Si ... L' Iraq...

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